Se l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato il lavoro notturno come “probabilmente cancerogeno”, per indagare sul legame tra turni lavorativi notturni e insorgenza del carcinoma mammario. il Policlinico di Sant’Orsola prova ora a fare chiarezza con una ricerca condotta dal professor Francesco Violante, direttore dell’Unità Operativa di Medicina del Lavoro.
Lo studio, fa sapere il Policlinico, indaga il ruolo dell’alterazione del ciclo circadiano sullo sviluppo del tumore al seno nelle operatrici sanitarie e chiarisce: “Per ciclo circadiano si intende quel complesso sistema di meccanismi fisiologici che allinea le funzioni del corpo umano al ritmo del giorno: dura infatti 24 ore e, in sostanza, corrisponde a quello che comunemente viene definito orologio biologico”.
Si sospetta che l’alterazione del ciclo sonno/veglia provochi squilibri ormonali tali da facilitare lo sviluppo del tumore mammario – spiega il professore Violante – Per verificare questa ipotesi, incroceremo i dati dei turni lavorativi contenuti nel database amministrativo con le esperienze di salute delle operatrici che aderiranno volontariamente allo studio. La possibilità di partecipare verrà offerta a tutte le professioniste del Policlinico di Sant’Orsola e del Policlinico Gaetano Martino di Messina: potenzialmente stiamo parlando di una platea di 10mila lavoratrici”.
Al termine del progetto, che ha durata biennale e che è stato finanziato dal Ministero della Salute con fondi PNRR, “potremo confermare o meno il legame tra lavoro notturno e tumore mammario. Questo ci consentirà di adottare, se necessario, gli opportuni approcci di medicina preventiva”. ( Da bolognatoday)