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FASE 2 SECONDO LA PROPOSTA DI INAIL

DA TECNORING.IT ARTICOLO DI SARA FRUMENTO

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Il 4 maggio sarà probabilmente l’inizio della Fase 2 dell’emergenza sanitaria Covid-19 (Sars-CoV-2). In queste ore, è al vaglio del Governo il seguente “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione” proposto da Inail.

Riportiamo qui di seguito i contenuti salienti che potrebbero essere presi in considerazione per la Fase 2 di riapertura.

La Fase 2 del Covid-19 e le variabili del rischio di contagio

  1. Esposizione: la probabilità di venire in contatto con fonti di contagio nello svolgimento delle specifiche attività lavorative. Ad esempio settore sanitario, gestione dei rifiuti speciali, laboratori di ricerca.
  2. Prossimità: le caratteristiche intrinseche di svolgimento del lavoro che non permettono un sufficiente distanziamento sociale per parte del tempo di lavoro o per la quasi totalità. Ad esempio specifici compiti in catene di montaggio.
  3. Aggregazione: la tipologia di lavoro che prevede il contatto con altri soggetti oltre ai lavoratori dell’azienda. Ad esempio ristorazione, commercio al dettaglio, spettacolo, alberghiero, istruzione.

Matrice di rischio di contagio da Sars-CoV-2

Il rischio attribuito a ciascun ambito lavorativo è stabilito attraverso la seguente matrice (Figura 1): il risultato ottenuto dalla combinazione di esposizione e prossimità, viene corretto attraverso un fattore che tiene conto della terza variabile, ovvero l’aggregazione.

La Fase 2 del Covid-19 secondo le linee guida Inail sulle variabili di rischio

Figura 1 – Matrice di rischio

Nella tabella sottostante sono riportati i punteggi possibili attribuibili alle tre variabili che concorrono a definire il rischio per ciascun ambito produttivo.

E x P Fattore correttivo di E x P Classi di rischio risultanti
Esposizione Prossimità Aggregazione
0 Probabilità bassa (agricoltore)1 = probabilità medio-bassa

2 = probabilità media

3 = probabilità medio-alta;

4 = probabilità alta (operatore sanitario).

0 = lavoro effettuato da solo per la quasi totalità del tempo;1 = lavoro con altri ma non in prossimità (ufficio privato);

2 = lavoro con altri in spazi condivisi ma con adeguato distanziamento (ufficio condiviso);

3 = lavoro che prevede compiti condivisi in prossimità con altri per parte non predominante del tempo (catena di montaggio);

4 = lavoro effettuato in stretta prossimità con altri per la maggior parte del tempo (studio dentistico).

1.00: presenza di terzi limitata o nulla (es. settori manifatturiero, industria, uffici non aperti al pubblico); 1.15 (+15%): presenza intrinseca di terzi ma controllabile organizzativamente (commercio al dettaglio, servizi alla persona, uffici aperti al pubblico, bar, ristoranti);

1.30 (+30%): aggregazioni controllabili con procedure (sanità, scuole, carceri, forze armate, trasporti pubblici);

1.50 (+50%): aggregazioni intrinseche controllabili con procedure in maniera molto limitata (spettacoli, manifestazioni di massa)

Verde: BASSOGiallo: MEDIO – BASSO

Arancio: MEDIO – ALTO

Rosso: ALTO

La Fase 2 del Covid e l’orientativa attribuzione classi di rischio per ciascuna attività

Nel documento redatto da Inail è presente una tabella orientativa circa le classi di rischio attribuibili ai diversi codici Ateco (Allegato 1 al “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione“).

La Fase 2 del Covid-19 secondo le linee guida Inail sulle variabili di rischio

Strategie di prevenzione: suggerimenti di Inail per la Fase 2 del Covid-19

In base all’approccio di matrice di rischio si possono adottare una serie di misure atte a prevenire/mitigare il rischio di contagio per i lavoratori.

La gestione della prima fase emergenziale ha permesso di acquisire esperienze prevenzionali che possono essere utilmente sviluppate nella seconda fase. Riportiamo in modo essenziali le disposizioni proposte all’interno del “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione“.

Qui di seguito riportiamo una tabella con la funzione di check-list, per ciascun ambito di competenza, ottenuta estrapolando le istruzioni proposte da Inail.

Documenti di riferimento
  1. d. lgs. 81/2008 e s.m.i.
  2. Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro
Fonti istituzionali di riferimento
  1. Ministero della Salute
  2. Istituto supriore della sanità (Iss)
  3. Inail
  4. Oms
  5. Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie
Figure professionali coinvolte
  1. Datore di lavoro
  2. Medico competente
  3. Rspp
  4. Rls / Rlst
Aggiornamento C’è la necessità di adottare una serie di azioni che vanno ad integrare il Dvr atte a prevenire il rischio di infezione SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro contribuendo, altresì, alla prevenzione della diffusione dell’epidemia.
Misure organizzative
  1. Gestione degli spazi di lavoro
    • Distanziamento sociale vs tipologia di processo produttivo
    • Lavorazioni singole con spazio dedicato
    • Riorganizzazione ambienti con possibilità di barriere separatorie
    • Turnazione presso gli ambienti comuni (ad esempio mense)
    • Orari di ingresso/uscita scaglionati
    • Minimizzazione degli spostamenti all’interno dell’azienda
    • Riunioni in modalità remoto (ad esempio smart working)
    • Accesso disciplinato dei fornitori
  2. Organizzazione e orari di lavoro
    • Limitazioni delle trasferte
    • Flessibilità orario ed alternanza
    • Evitare aggregazioni di trasporto da e per la sede di lavoro
    • Distanziamento sociale sui mezzi pubblici
    • Ricollocazione temporanea ad altre mansioni
    • Possibilità di smart working
    • Privilegi d’orario per i soggetti con figli o persone da accudire
Misure di prevenzione e protezione
  1. Informazione e formazione
    • conoscenza dell’aggiornamento delle misure organizzative
    • poster e locandine con misure igieniche
  2. Misure igieniche e sanificazione degli ambienti: quest’ultima caldamente consigliata nelle aziende in cui vi sono stati casi sospetti o accertati di Covid-19. Prevedere comunque una pulizia giornaliera e periodica
  3. Utilizzo Dpi
  4. Sorveglianza sanitaria e tutela dei lavoratori fragili
    • nomina ad hoc di un medico competente per la situazione emergenziale
    • sorveglianza ad hoc per lavoratori con età superiore ai 55 anni
    • reintegro graduale dei lavoratori affetti da Covid-19
Misure specifiche per la prevenzione dell’attivazione di focolai epidemici
  1. Possibilità di riattivazione del focolaio
  2. Controllo temperatura

 

OCCHI PORTA DI PASSAGGIO E CONTAGIO PER IL COVID 19

Coronavirus isolato nelle lacrime: la scoperta dello Spallanzani. Rezza (Iss): occhi porta di ingresso e uscita del Covid

Il contagio può avvenire anche attraverso le lacrime di chi è positivo al COVID19.  Lo dimostra uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine dai ricercatori dell’Istituto SPALLANZANI di Roma secondo il quale il virus SarsCov2 è attivo anche nelle secrezioni oculari. Gli occhi quindi non sono solo una delle porte di ingresso del virus nell’organismo, ma anche una «potenziale fonte di contagio». Insomma, è stato dimostrando che il virus oltre che nell’apparato respiratorio, è in grado di replicarsi anche nelle congiuntive.

IL TAMPONE – La ricerca ha analizzato un tampone oculare prelevato tre giorni dopo il ricovero da una paziente positiva al virus, gli studiosi quindi hanno isolato il virus dimostrando che esso è in grado di replicarsi anche nelle congiuntive.  La paziente ricoverata allo Spallanzani alla fine di gennaio aveva una congiuntivite bilaterale.

L’OMS – Si tratta di una scoperta che ha «importanti implicazioni anche sul piano della salute pubblica, tant’è che il risultato è stato comunicato all’Organizzazione Mondiale della Sanità d’accordo con l’Editor della rivista prima della pubblicazione». «Questa ricerca dimostra che gli occhi non sono soltanto una delle porte di ingresso del virus nell’organismo, ma anche una potenziale fonte di contagio – commenta Concetta Castilletti, responsabile dell’Unità Operativa Virus Emergenti del Laboratorio di Virologia dello Spallanzani – ne deriva la necessità di un uso appropriato di dispositivi di protezione in situazioni, quali gli esami oftalmici, che si pensava potessero essere relativamente sicure rispetto ai rischi di contagio che pone questo virus».

LA POSITIVITA’ – La ricerca ha evidenziato che i tamponi oculari possono essere positivi quando invece i campioni del distretto respiratorio non mostrano più tracce del virus: i campioni respiratori della paziente, infatti, a tre settimane dal ricovero risultavano ormai negativi, mentre il campione oculare era ancora debolmente positivo sino a 27 giorni dal ricovero. Saranno necessari ulteriori studi per verificare fino a quando il virus continua ad essere attivo e potenzialmente infettivo nelle lacrime. La scoperta dei nostri ricercatori, sottolinea Marta Branca, direttore generale dello Spallanzani, «è un altro piccolo tassello che si inserisce nel complicato puzzle di questo virus. La nostra soddisfazione è quella di contribuire, con questa ricerca, a far conoscere meglio i meccanismi di contagio e, quindi, a creare maggiore consapevolezza e sicurezza negli operatori chiamati a confrontarsi con la gestione clinica dei pazienti».

Coronavirus, il contagio potrebbe avvenire anche attraverso le ...

REZZA (ISS): OCCHI PORTA DI INGRESSO E USCITA – «In qualche modo è stato dimostrato che il virus ‘entra ed esce’ dagli occhi. Anche la stessa congiuntivite», che era già stata posta sotto l’attenzione dei ricercatori per il suo legame con il nuovo coronavirus, «deriva dal fatto che Sars-Cov-2 può entrare anche dagli occhi. Oggi con questo nuovo tassello che si aggiunge alla conoscenza del virus emerge che si può moltiplicare anche nell’epitelio congiuntivale». Così Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), commenta all’Adnkronos Salute il nuovo studio dell’Inmi Spallanzani di Roma. «È molto importante – aggiunge – che si continui a studiare e ad approfondire la conoscenza di questo virus».

OCULISTI: INDOSSARE OCCHIALI – L’unica protezione per tenere in sicurezza gli occhi dal rischio di essere la ‘portà del virus è mettersi gli occhiali di protezione, che creano una ‘camerà chiusa intorno agli occhi, insieme alle mascherine. Chi porta già quelli da vista ha una minima difesa, ma attenzione dipende dalla grandezza della montatura. Perché parliamo di goccioline che possono essere dirette o fluttuare nell’aria. Lo studio dello Spallanzani quindi ci dice che occorre portare tutti gli occhiali di protezione se vogliamo avviare la Fase II». Così Matteo Piovella, presidente della Società oftalmologica italiana (Soi).

Piovella ricorda che «la prima persona a dare conto della gravità del coronavirus è stato un medico oftalmologo di Wuhan. Questo perché uno dei sintomi evidenziato era la congiuntivite virale da coronavirus che ha, purtroppo, caratteristiche molto simili a quelle della tradizionale congiuntivite. Ovvero – chiarisce il presidente degli oculisti – prende un occhio solo, che rimane più rosa che rosso, da dei fastidi limitati come se ci fosse la presenza di un ciglio. Infine c’è il rigonfiamento del linfonodo recettore all’attaccatura della mandibola. Cose che tutti gli oculisti sanno».

da il messaggero

Il Messaggero Digital

VIA LIBERA DEL MINISTERO DELLA SALUTE PER 150.000 TEST SIEROLOGICI

da ministero della salute salute.gov.it

immagine laboratorio

Il Commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, ha indetto la gara “in procedura semplificata e di massima urgenza” per l’acquisto di Kit, reagenti e consumabili destinati all’effettuazione di 150mila test sierologici che serviranno per l’indagine campione sulla diffusione dell’infezione da SarsCoV2 nella popolazione italiana.

La gara – pubblicata sui siti istituzionali del Ministero della Salute e della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Commissario Straordinario e del Dipartimento della protezione civile – sarà conclusa in tempi strettissimi: entro il 22 aprile dovrà infatti avvenire la presentazione delle offerte, ed entro il 29 aprile ci sarà la sottoscrizione del contratto di fornitura.

Per garantire la massima attendibilità dei test, la valutazione delle proposte sarà fondata su un insieme di requisiti essenziali di qualità puntualmente elencati nel bando, che saranno “verificati nella coerenza delle offerte rispetto all’oggetto della gara” da una Commissione esaminatrice, all’interno della quale ci saranno, tra gli altri, due componenti “designati dal Comitato Tecnico Scientifico”, istituito a supporto delle decisioni per il contrasto all’emergenza, di cui anche il Commissario si avvale.

L’obiettivo fondamentale è quello di determinare l’estensione dell’infezione nella popolazione italiana, utile a una riduzione graduale delle misure di contenimento del contagio.

50° COMPLEANNO PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA

da il sole24ore.it

Take Action | Earth Day

Oggi, 22 aprile, si celebra la giornata mondiale della Terra, ricorrenza arrivata ormai a festeggiare il cinquantesimo anno da che, nel 1970 appunto (per la precisione il 18 gennaio), il New York Times pubblicò a tutta pagina un annuncio per sottolineare come fosse giunto il momento di dedicare un giorno del calendario al nostro pianeta.

Nata prevalentemente come lotta contro l’inquinamento (nell’annuncio sul NY Times si faceva infatti riferimento allo smog arrivato allo Yosemite Park ed ai rifiuti scaricati nelle acque del fiume Hudson), l’iniziativa ebbe una risonanza piuttosto elevata che riuscì a coinvolgere oltre venti milioni di persone e che portò alla seguente emanazioni di diversi leggi per l’ambiente come il Clean Water Act per la qualità dell’acqua e l’Endangered Species Act, volta a preservare le specie in pericolo di estinzione.

A distanza di cinquant’anni, e con una situazione decisamente peggiorata rispetto ad allora, vale la pena ricordare di avere maggiore consapevolezza del pianeta su cui tutti siamo ospiti di passaggio, visto che, molto spesso, sembriamo dimenticarcene con troppa facilità.

Earth Day 2020 | Earth day facts, World earth day

Per contribuire, anche noi di Infodata abbiamo pensato di rendere omaggio alla Terra a nostro modo, ovvero avvalendoci dei dati, sia riproponendo un paio di spunti di riflessione pubblicati in passato sia con alcuni contenuti inediti dedicati appunto all’ambiente.

Considerando che il tema centrale di quest’anno per l’Earth Day sarà il clima, abbiamo deciso di proporvi un esempio di come si possono utilizzare i numeri per monitorare i rischi collegati al cambiamento climatico e a tutte le conseguenze ad esso associate.

Nello specifico, abbiamo graficato una delle passate edizioni del Cimate Risk Index – sviluppato annualmente da GermanWatch – e per il quale, relativamente alla pubblicazione del 2017, su Data World sono stati resi disponibili nella loro versione integrale.

 L’indice in questione è infatti uno strumento che serve a stimare il livello di rischio a cui un paese è sottoposto in virtù dei cambiamenti climatici, declinato secondo quattro fattori che, combinati e pesati opportunamente, contribuiscono ad un valore con cui è possibile osservare quali siano le nazioni maggiormente esposte..( )

articolo originale di Fabio Fantoni

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L’UNIVERSITA’ DI OXFORD TESTA IL VACCINO COVID19 ANGLO-ITALIANO

L'Università di Oxford è stata fondata prima dell'impero azteco ...

Il Regno Unito si lancia a testa bassa sullo sviluppo di un vaccino contro il nuovo coronavirus. I ricercatori dell’Università di Oxford inizieranno a testare un vaccino per il Covid-19 negli esseri umani già giovedì: le prime dosi saranno date a volontari. “In tempi normali, raggiungere questo stadio avrebbe richiesto anni”, ha sottolineato il ministro della Sanità, Matt Hancock.
Il vaccino è frutto di una partnership anglo-italiana nato dalla collaborazione tra la Advent-IRBM, una piccola azienda di bioingegneria, situata a Pomezia, alle porte di Roma e il Jenner Institute dell’università di Oxford. Il team ha accelerato le ricerche nelle ultime settimane sull’onda del crescente numero di morti e contagi da nuovo coronavirus. L’obiettivo del governo britannico è avere un vaccino pronto per l’autunno, per poter vaccinare con milioni di dosi il personale sanitario e le forze dell’ordine già a settembre. Nei giorni scorsi, la responsabile del team, la virologa Sarah Gilbert, si è detta ottimista sul risultato degli studi e sul fatto che funzionerà: “Personalmente sono molto fiduciosa. Penso, con un buon grado di ottimismo, che ci sono ottime possibilità che funzioni”.

Vaccino Covid-19, sprint di azienda italiana: a fine aprile i test ...
Sarebbero anche in corso trattative con diversi governi per un investimento rilevante che accelererebbe ulteriormente la sua produzione industriale.
Il ministro della sanità britannica ha comunque annunciato di aver messo a disposizione 20 milioni di sterline (22,60 milioni di euro) per il team di Oxford e altri 22 milioni di sterline (24,90 milioni di euro) per un altro progetto di vaccino sviluppato all’Imperial College di Londra. “Daremo loro tutte le risorse di cui hanno bisogno per massimizzare le loro possibilità di successo al più presto”, ha sottolineato Hancock. Pur ricordando che il processo di sviluppo di un vaccino è fatto “tentativi ed errori”, nonostante le incertezze, “i vantaggi di essere il primo Paese al mondo a sviluppare un vaccino -ha spiegato- sono così enormi che ci mettiamo tutte le risorse possibili”. In questo modo, “se uno di questi due vaccini funziona ed è sicuro, possiamo renderlo disponibile ai britannici non appena umanamente possibile”.

DA huffpost.it

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VADEMECUM DELLA SANIFICAZIONE AI TEMPI DEL COVID-19

Da asarva.org

Nel Decreto Legge “Cura Italia” pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è stato inserito anche un credito di imposta per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro come misura di contenimento del contagio del virus Covid-19. In particolare, ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione è riconosciuto, per il periodo d’imposta 2020, un credito d’imposta, nella misura del 50% delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro, fino ad un massimo di 20mila euro. Il credito d’imposta è riconosciuto fino all’esaurimento dell’importo massimo di 50 milioni di euro per l’anno 2020. Le disposizioni applicative della misura, saranno definite in un prossimo decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del Decreto “Cura Italia”. Entriamo però nel merito di cosa è e di cosa si intende con il termine di “sanificazione”, per offrire alle imprese un’informazione dettagliata.

La “sanificazione” è l’attuazione simultanea o, meglio, i due momenti distinti della pulizia e della disinfezione di qualunque superficie.

Il classico processo di sanificazione è costituito da 4 fasi:
 – la pulizia o detersione (il prodotto detergente)
– il risciacquo
– la disinfezione (il prodotto disinfettante)
– il risciacquo

Una superficie si considera sanificata quando:
 – non c’è presenza visiva di sporco;
– non è unta al tatto;
– non emana odori sgradevoli;
– l’acqua versata sulla superficie lavata cola uniformemente (se si formano goccioline, la superficie non è completamente sgrassata);
– un fazzoletto di carta passato sulla superficie lavata non deve risultare annerito o alterato nel suo colore originale;
– non c’è presenza di germi patogeni;
– c’è una ridotta presenza di altri germi.


FASE 1 – La pulizia o detersione

Lo sporco si può suddividere in 2 grandi categorie:

  1. di tipo organico, rappresentato da residui di carne, grassi pesce, residui amidacei, zuccheri, latte e da colonie di lieviti, batteri e muffe;
  2. di tipo inorganico, rappresentato soprattutto da residui di calcare e dalla pietra di latte.

La scelta del detergente deve essere funzionale al tipo di sporco che si incontra. Le caratteristiche di un buon detergente, sia esso alcalino, neutro, o acido, dovrebbe essere:

  • grande effetto detergente;
  • elevato potere bagnante, penetrante ed inibente;
  • potere emulsionante e disperdente;
  • capacità di operare con acque di diversa durezza;
  • facilità di risciacquo.

FASE 2 – Il risciacquo
Un accurato risciacquo dopo la fase di detersione, consente di:

  • eliminare eventuali residui di sporco;
  • eliminare residui di detergente;
  • preparare al meglio le superfici per la fase di disinfezione.


FASE 3 – La disinfezione

Disinfettare significa ridurre la quantità di microrganismi presenti eliminando completamente i germi patogeni. I fattori che possono influenzare il risultato finale dell’operazione sono:

  • efficacia dell’azione di detersione;
  • completezza dell’azione di risciacquo;
  • tipo di disinfettante;
  • la concentrazione del disinfettante;
  • il tempo di contatto.

I prodotti che vengono utilizzati per la disinfezione sono molteplici, con caratteristiche ed efficacia diverse. Un buon disinfettante dovrebbe:

  • distruggere i microrganismi patogeni;
  • non macchiare le superfici trattate;
  • avere uno spettro d’azione il più ampio possibile;
  • non essere corrosivo verso i materiali a contatto;
  • agire anche in presenza di acque dure;
  • essere attivato a basse temperature.


FASE 4 – il risciacquo finale

Un altrettanto, attento risciacquo finale (dopo la fase di disinfezione), consente l’eliminazione di eventuali residui di soluzione disinfettante evitando la possibilità di contatto diretto fra prodotto chimico ed alimentare.

Esempi di periodicità per attività non soggette ad HACCP (ovviamente sono legati al tipo di attività svolta):

  • Sanificazione pavimento: frequenza giornaliera o più volte al giorno;
  • Sanificazione pareti e porte reparto: frequenza settimanale;
  • Sanificazione piani di lavoro: frequenza giornaliera;
  • Sanificazione macchinari e attrezzature: frequenza giornaliera;
  • Sanificazione armadi e ripiani reparto: frequenza mensile;
  • Sanificazione servizi igienici reparto: frequenza giornaliera o, se necessario, più volte al giorno;
  • Sanificazione contenitori per rifiuti reparto: frequenza giornaliera.
  • Piano di disinfestazione per insetti più comuni quali scarafaggi, formiche, mosche, punteruoli, ragni, zanzare, vespe, farfalline e insetti dei magazzini: frequenza degli interventi ogni 3 mesi;
  • Piano di derattizzazione per specie più comuni quali topolino e ratto. Frequenza degli interventi: controllare e reintegrare le esche ogni settimana, all’inizio del trattamento; successivamente ogni 3 mesi.
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PROTOCOLLO CONDIVISO FEDERCALCIO AL VAGLIO DEI MINISTERI

Il protocollo contenente tutte le disposizioni per la ripresa in sicurezza degli allenamenti delle squadre di calcio, studiato dalla commissione medico scientifica della Federcalcio con l’aiuto di esperti del settore, è stato inviato nel primo pomeriggio dal presidente federale, Gabriele Gravina, ai ministri dello Sport e della Salute, Vincenzo Spadafora e Roberto Speranza. Il documento, frutto del gruppo di lavoro presieduto dal prof. Paolo Zeppilli, sarà adesso valutato dai due ministeri. Al momento la ripresa degli allenamenti è prevista per il 4 maggio. Le linee guida tracciate dal protocollo sanitario di garanzia prevedono che le squadre potranno tornare al lavoro ma con rigidi criteri di sicurezza: i giocatori verranno costantemente monitorati e i contatti con l’esterno dovranno di fatto essere azzerati. Alcune squadre risolveranno la questione isolamento nel proprio centro sportivo, altre avranno invece bisogno di appoggiarsi a una struttura esterna sanificata.

Da ansa. It

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PROTOCOLLO CONDIVISO SETTORE MODA

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Con il Protocollo, Confindustria Moda, le Associazioni di categoria in essa federate e le organizzazioni sindacali nazionali di categoria Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec-Uil intendono offrire alle imprese ed ai lavoratori del settore Moda un complesso di misure da implementare in un adeguato contesto organizzativo, per perseguire in un clima di collaborazione e di condivisione l’obiettivo di coniugare il valore primario della salute e della sicurezza del lavoro con la ripresa dell’attività produttiva e di tutte le attività economiche connesse, dopo il blocco previsto dal DPCM 10 aprile 2020.

In allegato trasmettiamo il comunicato stampa ed il Protocollo del 15 aprile 2020.

Da confindustria.vicenza.it

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AUMENTO RISCHIO CANCRO NEGLI ASSISTENTI DI VOLO

Le persone che lavorano a bordo di un aereo hanno più probabilità di sviluppare un tumore.

Pericolo di cancro per tutti gli individui che di professione fanno le hostess o gli steward. Secondo una ricerca condotta presso l’università Harvard T.H. Chan School of Public Health, infatti, il rischio di sviluppare una qualsiasi forma di tumore aumenta a causa di vari fattori tra cui le radiazioni dovute all’altitudine e l’irregolarità dell’orologio biologico per via dei turni di lavoro.

«Il nostro studio è tra i più vasti che siano mai stati effettuati in relazione agli assistenti di volo ed una vasta gamma di tumori», ha dichiarato la dottoressa Irina Mordukhovich. «I nostri risultati confermano ciò che già sapevamo da ricerche passate, ovvero che la prevalenza di tumori al seno e della pelle tra le hostess e gli steward è maggiore rispetto a quella della popolazione generale. Sono risultati molto sorprendenti, dato il basso tasso di sovrappeso e di fumatori in questa categoria professionale».

Per lo studio sono stati presi in esame oltre 5mila assistenti di volo impiegati in America: ad uno su 7 è stato diagnosticato un tumore.

Il rischio per loro è del 3.4% per il cancro al seno, rispetto al 2.3% per la popolazione generale; lo 0.15% contro lo 0.13% per un carcinoma dell’utero, l’1% contro lo 0.7% per i carcinomi della cervice; lo 0.47% contro lo 0.27% per i tumori all’intestino, e alla tiroide lo 0.67% contro lo 0.56%.

Tra gli altri fattori presi in considerazione, la cattiva qualità dell’aria all’interno della cabina, le radiazioni ad elevata altitudine, lo squilibrio dell’orologio biologico, i pattern di lavoro irregolari e anti-sociali.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Environmental Health.

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REGIONI: COUNTDOWN AI TEST SIEROLOGICI

Da Dottnet. It

Potrebbe essere pronta entro 2-3 settimane. Pressing delle Regioni sul ministero della salute perchè fornisca linee guida chiare. Ma la curva non scende