UNA GUIDA PER LEADERSHIP IN SAFETY
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In occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali, l’Autorità Garante ha organizzato un convegno intitolato “Spazio cibernetico bene comune: protezione dei dati, sicurezza nazionale” che si svolgerà il 30 gennaio a Roma presso la sede del Garante, in Piazza Venezia 11, dalle ore 10:00 alle ore 12:30. Obiettivo del convegno è quello di tracciare un quadro sui nuovi scenari di “cyberwar”, sulle azioni di prevenzione da mettere in campo contro gli attacchi informatici, sulle problematiche poste dalle reti di quinta generazione, sulle misure per tutelare i diritti fondamentali delle persone di fronte alle forme sempre più evolute di sorveglianza massiva da parte dei governi.
I lavori saranno aperti dal Presidente dell’Autorità Garante, Antonello Soro e vedrà gli interventi di Raffaele Volpi, Presidente del Copasir, di Gabriele Faggioli, Presidente del Clusit, di Stefano Zanero del Politecnico di Milano. Modererà l’incontro Arturo Di Corinto, giornalista esperto di cybersecurity. Si potrà seguire il convegno in diretta streaming collegandosi al sito dell’Autorità www.gpdp.it.
La Giornata Europea della protezione dei dati personali
La “Giornata europea della protezione dei dati personali”, promossa dal Consiglio d’Europa con il sostegno della Commissione europea e di tutte le Autorità europee per la privacy viene celebrata a partire dal 2007 e ha come obiettivo quello di sensibilizzare i cittadini sui diritti legati alla tutela della vita privata e delle libertà fondamentali.
da dottnet.it
E’ stato individuato il legame tra inquinamento da Pfas, le sostanze chimiche che possono essere presenti in vernici, farmaci e presidi medici, e malattie cardiovascolari.
Una ricerca italiana su 78 persone con diversi livelli di esposizione a queste sostanze ha scoperto che questi inquinanti possono attivare le piastrine, rendendole più suscettibili alla coagulazione e predisponendo a un aumento del rischio cardiovascolare. Pubblicata sull’International Journal of Molecular Sciences, la ricerca è stata condotta dall’università di Padova sotto la guida di Carlo Foresta, ordinario di endocrinologia, in collaborazione con i gruppi di Luca De Toni e Andrea Di Nisio.
La ricerca nasce dalle osservazioni riportate sia in studi internazionali che dal Servizio Epidemiologico Regionale del Veneto che indicano un aumento del rischio cardiovascolare associato all’inquinamento da Pfas, i composti che vengono utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all’acqua molti prodotti, dai tessuti ai rivestimenti per contenitori di alimenti. In particolare, i ricercatori hanno mostrato che una di queste sostanze, lo Pfoa (acido perfluoroottanoico), il principale inquinante ambientale nel territorio veneto, “sarebbe in grado di attivare le piastrine, rendendole più suscettibili alla coagulazione, anche in condizioni normali, predisponendo a un aumento del rischio cardiovascolare”, spiega Foresta. Il risultato è stato ottenuto prima in vitro e poi confermato, in collaborazione con Paolo Simioni dell’università di Padova, dai test su 78 persone con diversi livelli di esposizione a Pfas.
I test “hanno confermato dei segnali di aumentata attivazione piastrinica con conseguente incremento della propensione all’aggregazione delle stesse”, rileva Foresta. “Questi dati – aggiunge – potrebbero spiegare l’osservazione epidemiologica tra Pfas e patologie cardiovascolari, soprattutto se sussistono altri fattori di rischio noti per queste patologie, come diabete, obesità, fumo e alcol“. La normale fluidità del sangue è mantenuta infatti dall’equilibrio tra elementi che ne bloccano la coagulazione e altri che la stimolano. In questo giocano un ruolo chiave le piastrine che, in caso di danni ai vasi sanguigni, innescano il processo della coagulazione. Ma in presenza di fattori di rischio quali fumo di sigaretta o diabete, l’equilibrio si rompe rendendo le piastrine molto più reattive e inclini a innescare la coagulazione, con il rischio di infarto cardiaco e ictus cerebrale.
La scoperta arriva a pochi giorni dall’allarme lanciato dall’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (Isde) che ha definito la situazione determinata in Veneto dalla contaminazione da Pfas, usati nei processi industriali e poi sversati per decenni nel suolo e nelle falde acquifere, “una delle più gravi emergenze ambientali mai affrontate, che richiede interventi immediati, come studi epidemiologici e una mappa dei pozzi”. Alcuni Paesi, intanto, come Olanda, Danimarca, Svezia e Norvegia, hanno manifestato la volontà di arrivare a una proposta di divieto per tutta la famiglia dei Pfas.
fonte: International Journal of Molecular Sciences
CAMO Centro Ambrosiano Oftalmico
in collaborazione con l’Ospedale San Raffaele di Milano e ASST H Fatebenefratelli-Sacco di Milano promuove dal 23 gennaio al 28 febbraio 2020 la Campagna Nazionale di Prevenzione della Maculopatia e Retinopatia Senile. Questa importante iniziativa medico-sociale ha avuto il patrocinio del Ministero della Salute, del Comune di Milano, della Società Oftalmologica Italiana e di IAPB Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità.
Partendo dalla certezza che la miglior cura è sempre la prevenzione, quest’anno sono 26 i centri in 12 regioni in cui si potrà effettuare un esame gratuito volto alla rilevazione di queste due invalidanti patologie che, se non diagnosticate per tempo, possono portare alla cecità. Gli screening saranno effettuati da equipe medico-infermieristiche altamente qualificate e dotate delle attrezzature più all’avanguardia.
La degenerazione maculare senile, legata all’invecchiamento della retina, colpisce in Italia oltre un milione di persone, soprattutto dopo i 65 anni di età. Ma i numeri sono in crescita, proprio perché sta aumentando la popolazione anziana potenzialmente candidata alla malattia. L’aspettativa di vita è in aumento nel mondo, ma vivere più a lungo è un premio senza valore se la qualità della vita è compromessa da cattive condizioni di salute e dalla perdita di autonomia, come quando si perde la capacità di vedere. Investire negli screening e in efficaci terapie per mantenere e migliorare la funzionalità dell’individuo è di cruciale importanza. “Questa è la linea da seguire e lo scopo e finalità del nostro impegno”, afferma il Dott. Lucio Buratto.
Generalmente lo screening avrà una durata massima di circa 20 minuti e non causerà alcuno stress al paziente. Durante lo screening per la maculopatia saranno eseguiti due esami.
Data la natura della patologia, gli screening della maculopatia senile sono riservati alle persone di età superiore ai 50 anni, che non abbiano già una diagnosi di maculopatia.
Agli screening gratuiti si potrà accedere tramite prenotazione online, scegliendo giorno e orario preferiti sul sito curagliocchi.it a partire dal 23 gennaio e fino ad esaurimento delle disponibilità.
Per maggiori informazioni: Tel. 02 6361 1999
E’ on line il numero 3/2019 della rivista
MEDICO COMPETENTE JOURNAL della associazione nazionale medico d’azienda ANMA . Potete leggere il nuovo numero cliccando qui sotto
MEDICO COMPETENTE JOURNAL 3/19
Questo opuscolo spiega a quali condizio
ni una persona impiegata nel settore dell’artigianato o dell’industria è autorizzata a lavorare da sola. Contiene informazioni sui requisiti che devono soddisfare le persone tenute a lavorare da sole, i posti di lavoro occupati da una persona sola e il piano di emergenza in base alle disposizioni di legge e all’esperienza.
puoi caricare la guida cliccando qui sotto
In particolare, per quanto riguarda il nuovo coronavirus identificato in Cina, si raccomanda di posticipare i viaggi non necessari a Wuhan.
Se ci si reca in Cina, nella città di Wuhan, provincia di Hubei, si raccomanda di vaccinarsi contro l’influenza stagionale almeno due settimane prima del viaggio.
È raccomandato, inoltre, di evitare di visitare i mercati di prodotti alimentari freschi di origine animale e di animali vivi, evitare il contatto con persone che hanno sintomi respiratori.
Qualora una persona sviluppi sintomi respiratori (tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie) mentre si trova a Wuhan, dovrebbe rivolgersi immediatamente a un medico.
Qualora una persona di ritorno da un viaggio a Wuhan sviluppi sintomi respiratori nei 14 giorni successivi al rientro, dovrebbe immediatamente rivolgersi ad un medico e informarlo del viaggio.
La maggior parte dei casi aveva un legame epidemiologico con il mercato di Huanan Seafood, nel sud della Cina, un mercato all’ingrosso di frutti di mare e animali vivi.
Il 9 gennaio 2020, il CDC cinese ha riferito che è stato identificato un nuovo coronavirus (2019-nCoV) come agente causale ed è stata resa pubblica la sequenza genomica.
Al 21 gennaio 2020, sono stati segnalati in totale 295 casi confermati di infezione da 2019-nCoV, inclusi 4 decessi: 291 dalla Cina di cui 270 da Wuhan, 14 a Guangdong, 5 a Pechino e 2 a Shanghai, e 4 casi in altri paesi asiatici: 2 in Thailandia, 1 in Giappone e 1 in Corea del Sud.
I paesi sono incoraggiati a continuare a rafforzare la loro preparazione alle emergenze sanitarie in linea con il regolamento sanitario internazionale (2005).
La situazione è costantemente monitorata dal Ministero, che è in continuo contatto con l’OMS e l’ECDC, e pubblica tempestivamente ogni nuovo aggiornamento sul suo Portale.
È in corso di rafforzamento la sorveglianza dei passeggeri dei voli diretti da Wuhan (e di ogni altro volo con segnalati casi sospetti di 2019 nCoV). Nei prossimi giorni i passeggeri in arrivo con questi voli saranno sottoposti in aeroporto al controllo della temperatura corporea. I casi eventualmente positivi potranno subire ulteriori controlli ed eventualmente verranno posti in isolamento, con attivazione della sorveglianza per gli altri passeggeri a rischio.
È stato predisposto materiale informativo da affiggere negli aeroporti per informare i viaggiatori internazionali.
Fonte: Direzione Generale della prevenzione sanitaria
Data di ultimo aggiornamento: 22 gennaio 2020
ALTRE INFO GOVERNATIVE:
Da dottnet.it
Il 5% dei casi di tumore alla vescica in Europa, uno su 20, sarebbe collegato a prodotti chimici presenti nell’acqua di rubinetto, per un totale di 6.561 casi l’anno in 26 paesi del continente. E’ quanto stima uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives, da cui emerge che concentrazioni massime dei contaminanti hanno superato il limite di 100 microgrammi per litro in 9 paesi, inclusa l’Italia. Ricerche precedenti hanno trovato un’associazione tra cancro alla vescica e l’esposizione a lungo termine a un gruppo di sostanze chimiche chiamate trialometani (THM), come il cloroformio, risultate cancerogene negli studi sugli animali e che si formano come sottoprodotto indesiderato quando l’acqua viene disinfettata negli impianti. Per stimare l’entità del problema, i ricercatori del Barcelona Institute for Global Health, hanno analizzato la presenza di sostanze chimiche nell’acqua potabile negli stati UE tra il 2005 e il 2018, inviando questionari agli organismi responsabili della qualità delle acque nazionali.
I dati sono stati ottenuti per 26 paesi, mancano Bulgaria e Romania. La media annua stimata dei livelli di trialometani è stata di 11,7 microgrammi per litro, o Paesi con le medie più basse sono risultati essere Danimarca e Paesi Bassi (0,2 microgrammi), i valori medi più elevati sono stati invece osservati a Cipro (66,2 microgrammi) e a Malta (49,4). Se invece delle medie si considerano i picchi massimi, in 9 Paesi sono stati rilevati dei livelli di trilometani superiori a 100 microgrammi per litro (valore limite UE): ovvero Gran Bretagna, Spagna, Cipro, Estonia, Ungheria, Irlanda, Italia, Polonia e Portogallo. I ricercatori hanno stimato il numero di casi di cancro alla vescica attribuibili utilizzando i tassi di incidenza e i livelli di trilometani. L’analisi ha suggerito che Cipro aveva la percentuale più alta, con un quarto delle diagnosi legate alle sostanze chimiche.
Le patologie professionali delle unghie sono alterazioni prodotte o aggravate dal lavoro, possono colpire lavoratori di ogni tipo, sesso ed età. Si tratta di segni frequenti anche se spesso non molto specifici.
A maggior rischio sono i lavoratori dell’industria manifatturiera, gli alimentaristi, gli edili, i metalmeccanici, i lavoratori dell’industria siderurgica, i tipografi e gli agricoltori.
Le patologie ungueali professionali possono essere schematicamente suddivise in base alle cause ossia meccaniche, chimiche, fisiche, infettive
Negli operai le malattie professionali delle unghie causate da agenti meccanici o chimici sono spesso conseguenza di traumi ripetuti a livello della matrice e/o della lamina ungueale. I sintomi solitamente sono presenti su una o più unghie.
Le patologie ungueali in cui deve essere sempre considerata una possibile eziologia professionale sono la coilonichia, perionissi, fragilità, alterazioni di colore, granulomi da corpo estraneo e fenomeno di Raynaud.
Coilonichia
La lamina ungueale si presenta a forma di cucchiaino, assottigliata, con aspetto concavo. E’ la conseguenza di microtraumi e/o contatti ripetuti con sostanze chimiche che ammorbidiscono la lamina ungueale quali oli minerali, alcali o acidi, solventi organici, cheratolitici. Più frequente al I, II e III dito della mano.
Più evidente alla
mano dominante. La coilonichia unghie dei piedi è rara, ed è causata dalla ripetuta pressione/attrito nelle persone che lavorano a piedi nudi (tiratori di rickshaw, operai che lavorano a piedi nudi nel fango alcalino – risaie)
Fragilità ungueale
Comune in lavoratori che si lavano spesso le mani (medici, infermieri, parrucchieri). Le donne sono maggiormente predisposte a sviluppare fragilità ungueale quando lavorano in ambienti umidi.
Altri lavoratori a rischio di fragilità ungueale sono: addetti alle pulizie, fotografi, imbianchini, parrucchieri, baristi e alimentaristi
Onicolisi
Una porzione più o meno estesa di lamina ungueale appare distaccata dai tessuti sottostanti. A livello delle mani le cause più frequenti sono meccaniche e irritanti. Puó essere complicata dalla penetrazione di corpi estranei sotto la lamina ungueale (parrucchieri e macellai).
Emorragie a scheggia/ematomi
Gli ematomi subungueali e le emorragie del I dito del piede colpiscono in particolar modo ballerini, tennisti, calciatori, giocatori di squash. Il Primo dito è coinvolto più frequentemente nei giocatori di tennis. Il secondo e il terzo nei calciatori, Il Quarto e il quinto nei maratoneti o nei corridori
Perionissi o Girodito
Affezione infiammatoria della piega ungueale ad andamento cronico recidivante che colpisce soprattutto donne adulte ed alimentaristi. Lo sviluppo della malattia è preceduto dalla distruzione della cuticola da parte di cause meccaniche o chimiche. Questo determina la penetrazione di microorganismi e particelle ambientali al di sotto della piega provocando una reazione infiammatoria.
Cause infettive
Batteriche/micotiche e Virali
Le unghie artificiali sono serbatoio di infezione infatti l’impiego di smalti ungueali scoraggia un energica detersione delle mani. Determinati batteri come la Serratia o l’Acinobacter si ritrovano unicamente nelle infermiere che indossano unghie artificiali.
Le onicomicosi sono favorite da scarpe occlusive e ambiente umido. E‘ aumentata la frequenza delle onicomicosi da dermatofiti delle unghie dei piedi nei nuotatori.
Le verruche periungueali si verificano particolarmente in macellai e pescivendoli. I noduli del mungitore ***si ritrovano in agricoltori e veterinari. Le infezioni erpetiche in medici e paramedici.
articolo di Antonella Tosti
Centro di Allergologia, Clinica dermatologica Alma Mater Studiorum, Università di Bologna
da SIDAPA
*** NODULI DEI MUNGITORI
Questi noduli sono causati dal virus paravaccinico, un parapoxvirus responsabile di lesioni mammarie nei bovini. L’infezione richiede un contatto diretto e causa macule che evolvono attraverso gli stadi di papule, flittene e noduli. Questa infezione ha 6 stadi, che sono simili a quelli dell’ectima contagioso. Febbre e linfoadenopatia sono rare.
La diagnosi dei noduli del mungitore si basa sull’anamnesi del contatto e sui reperti cutanei. La diagnosi differenziale varia in base alla morfologia, tuttavia può comprendere tubercolosi (un sifiloma che può svilupparsi nel sito dell’inoculazione della tubercolosi), sporotricosi, carbonchio e tularemia.
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Significa anche che i viaggiatori hanno a portata di mano informazioni critiche per viaggi in paesi in cui ogni ulteriore informazione potrebbe rendere il viaggio più sicuro prevenendo l’esposizione ai rischi per la salute.
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Ricordiamo anche la consultazione sullo stesso argomento la GUIDA NIOSH disponibile al link indicato nel nostro post al seguente
LINK http://www.tecomilano.it/tag/guida-viaggio-lavoro-estero-niosh/