News

GDPR : FOCUS IN TECO MILANO IL 13 FEBBRAIO 2020

TECO MILANO dedica un incontro di approfondimento, e confronto ad uno dei temi che ancora oggi le organizzazioni non conoscono nel dettaglio e del quale troppo poco ne percepiscono l’importanza: IL GDPR.

Il regolamento generale sulla protezione dei dati, noto anche come GDPR è diventato operativo il 25 maggio 2018, ha richiesto alle aziende un cambiamento nell’approccio alla gestione dei dati, nella sicurezza dei software e nella formazione del personale.

E’ necessario attuare misure tecniche e procedurali per proteggere le componenti dei sistemi informatici e per garantire la riservatezza delle informazioni, evitandone gli usi illeciti, la divulgazione, la modifica e la distruzione.

Parliamo insieme, GDPR dalla teoria alla pratica, il 13 Febbraio 2020 presso la nostra sede di Via Pompeo Neri 13, a Milano dalle 16.00 alle 18.00, il work shop è gratuito, al temine sarà servito un aperitivo, tutti i dettagli nella locandina allegata.

Per informazioni e prenotazioni contattate Teco Milano:   

tel. 02 4895 8304 – mail info@tecomilano.it , entro il 10 Febbraio 2020.

(altro…)

CONCENTRARSI SUL LAVORO E RIDURRE LO STRESS CON LE ONDE A BASSA FREQUENZA

Centro nevralgico del corpo umano in tutti i sensi, il cervello e le relative onde cerebrali sono un’ottima fonte di studio per la tecnologia applicata alla salute.

Attività alla quale si dedica con risultati interessanti Omnipemf sotto forma di NeoRythm, fascia smart solo all’apparenza simile a tante altre proposte in questi anni.

In condivisione resta infatti lo spunto iniziale di studio, realizzare uno strumento in grado di stimolare l’attività cerebrale attraverso l’emissione di onde a bassa intensità,capaci di interagire con quelle umane.

La ricerca orientata a sfruttare le capacità di reazione del cervello a fronte di frequenze esterne, ha prodotto NeoRythm, con una serie di potenziali benefici.

L’idea è indurre il cervello a lavorare su determinate frequenze, quelle individuate dalla ricerca NeoRythm come fonte di benessere in senso lato. Combinate con la posizione con cui la fascia smart viene indossata, si ottengono diversi benefici.

Cinque strade NeoRythm verso il benessere

Dalle sembianze simili all’arco di un paio di cuffie senza padiglioni, il dispositivo Omnipemf si indossa direttamente sulla fronte, sulla testa, sulla nuca o sul collo a seconda dell’obiettivo desiderato. Una volta attivato via tap e impostato il programma desiderato via app, non resta altro da fare se non rilassarsi e aspettare i benefici.

Prima di tutto, per una seduta all’insegna del relax guidata delle onde Alfa. Tipicamente, dopo una giornata impegnativa e ritrovare di conseguenza serenità ed energie per sfruttare a dovere il resto della giornata.

Per agevolare il sonno invece, sono più utili onde cerebrali Theta e Delta, esattamente quelle prodotte dal cervello quando si dorme. In pratica, l’emissione esterna induce l’organo ad allinearsi e assopirsi in modo naturale.

NeoRythm però vuole essere d’aiuto anche nel corso della giornata. Grazie alle onde Beta, si può contare su uno stimolo all’attività mentale. Utile per migliorare l’efficienza sul lavoro, come alternativa a farmaci o altri stimolanti per via orale.

Le onde Theta da sole sono invece protagoniste della meditazione. Nel caso specifico, con due programmi dedicati, a seconda del livello di sintonia con il proprio corpo e il proprio spirito che si vuole raggiungere.

L’ultima funzione riguarda il supporto al dolore. Importante precisare, non si tratta di una potenziale cura. Le sensazioni però, dipendono in parte proprio dal cervello e qui NeoRythm può rivelarsi prezioso alleato a sopportare la situazione di disagio.

Il progetto Omnipemf è fondato su basi scientifiche. A sostegno della propria tesi, l’azienda mostra infatti i risultati dei relativi studi. Dal punto di vista ingegneristico, tutto ruota intorno alla giusta energia dosata a cinque bobine in grado di generare e gestire il relativo campo magnetico e risonanza.

da 01health.it

ANALISI BIOLOGICA A PORTATA DI SMARTPHONE

È stata progettata in Italia, nei laboratori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, una lente per telefono cellulare che si può attaccare alla fotocamera dello smartphone e trasformarla in un microscopio, al costo di solo un centesimo.

Si tratta di una piccola lente adesiva in materiale siliconico che, se fatta aderire alla fotocamera di uno smartphone, può funzionare come un microscopio e ingrandire fino a 100 volte. Lo straordinario risultato è stato pubblicato in uno studio apparso su Advanced Functional Materials ed è frutto della collaborazione degli scienziati dell’Università di Pisa con l’Università della California S. Diego.

microscopio lente cellulare

Nei microscopi tradizionali, hanno spiegato i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, le lenti servono principalmente come elemento di raccolta della luce, che poi viene manipolata grazie a filtri ottici. Questo richiede una progettazione e una lavorazione piuttosto complesse, che si traducono in costi elevati dei dispositivi.

Lo studio degli scienziati dell’Università di Pisa introduce invece un deciso cambio di paradigma: i ricercatori hanno sfruttato le proprietà di cristalli fotonici in silicio nanostrutturato, che fungono da filtri ottici, per costruire un dispositivo in cui lente e filtro diventano una cosa sola.

La lente così ottenuta è autoadesiva e può trasformare in modo molto semplice un comune smartphone in un microscopio a fluorescenzaaltamente affidabile. Le applicazioni in campo medico, sottolineano ancora i ricercatori, sono estremamente rilevanti, sia per la medicina ospedaliera che per quella praticata in Paesi dove il trasporto di apparecchiature è difficile.

Giuseppe Barillaro, docente di elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, nel presentare lo studio ha dichiarato: “Nella nostra società c’è una crescente richiesta di strumenti analitici semplici, rapidi e affidabili, per esempio per valutare rapidamente la presenza di batteri in cibi o su ferite. Non sempre è possibile farlo in laboratorio con un microscopio, che ha costi elevati ed è difficile da trasportare. Il nostro sistema permette di compiere la stessa operazione ovunque, e al costo di un centesimo. Questo grazie a un cambiamento radicale nel modo di pensare e progettare dispositivi ottici”.

Ha spiegato ancora Giuseppe Barillaro: “Il materiale siliconico che compone la lente viene deposto in forma di goccia sul filtro ottico, che ha una particolare nanostrutturazione che ricorda le ‘ali di una farfalla’. Il filtro, semi-poroso, si integra con il materiale siliconico deposto sopra, e la sua struttura fa in modo che questo assuma spontaneamente forma e funzione di una lente, evitando lavorazioni complesse e semplificando tutto il dispositivo, dal momento che raccolta, filtraggio della luce e ingrandimento avvengono nel medesimo sistema ottico.

D’ora in poi per le analisi di campioni biologici che necessitano di microscopia cellulare sarà sufficiente una lente e un semplice apparecchio di lettura, come può essere uno smartphone, rendendole più facili e meno costose. Il sistema è di particolare interesse specie in quei campi in cui la velocità di analisi, e quindi di azione, diventa cruciale, come il rilevamento della presenza di batteri nelle ferite, un tipo di analisi che con  i metodi tradizionali richiede circa 24 ore, con conseguenti ritardi nel trattamento, che si traducono in tempi e costi maggiori. Con il nostro sistema, applicando allo smartphone una lente apposita, è possibile determinare la presenza di batteri direttamente sul posto”.

da 01health.it

POLVERI SOTTILI E OSTEOPOROSI

Da dottnet.it

L’inquinamento indebolisce le ossa e aumenta il rischio di osteoporosi. Lo rivela uno studio condotto da epidemiologi del Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal) su oltre 3700 persone in India.   La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Jama Network Open: gli epidemiologi hanno confrontato la qualità di massa e densità ossea dei partecipanti con i livelli di inquinamento medi delle rispettive aree di residenza, in particolare i livelli di polveri sottili (il particolato fine di diametro di 2,4 nanometri o minore). E’ emerso un collegamento tra livelli di inquinamento e massa ossea, che appariva ridotta al crescere delle concentrazioni di polveri sottili nell’area di residenza dei partecipanti.

“Questo studio contribuisce a colmare un vuoto della ricerca su inquinamento e salute delle ossa – sostiene Otavio Ranzani, primo autore del lavoro – L’inalazione delle particelle inquinanti potrebbe portare alla perdita di massa ossea per stress ossidativo e infiammazione causati dallo smog”. 

“I nostri risultati indicano che le polveri sottili sono rilevanti per la salute delle ossa a diversi livelli di inquinamento, incluse le concentrazioni che si trovano normalmente nei paesi occidentali”, ha aggiunto Cathryn Tonne, coordinatore dello studio.

MEDICI COMPETENTI ED AUTOCERTIFICAZIONE TRIENNIO ECM

La comunicazione del possesso dei titoli e requisiti richiesti dalla legge per lo svolgimento dell’attività di “medico competente” ai fini dell’iscrizione nell’Elenco Nazionale dei Medici Competenti rappresenta un obbligo sancito dalla legge (art. 38 del D.Lgs. 81/2008, D.M. 04.03.2009, D.M. 26.11.2015, note esplicative e circolari ministeriali e della FNOMCeO) e, sebbene l’elenco abbia funzione riepilogativa e non abilitativa come chiarito dal Ministero, l’eventuale motivata esclusione impedisce il legittimo svolgimento delle funzioni di medico competente.

Come disposto dall’art. 38 del citato D.Lgs. 81/08, per i medici competenti i crediti ECM vanno acquisiti per almeno il 70% nella disciplina “Medicina del Lavoro e Sicurezza negli ambienti di lavoro” per un totale indicativo di 105 crediti, in relazione al debito formativo standard di 150 crediti. Tale valore può, però, essere inferiore in relazione a esoneri, esenzioni e altre riduzioni. In particolare, la Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina (CNFC) ha stabilito per il triennio 2017-2019 per tutti i medici una detrazione di 15 crediti se si erano conseguiti fino a 120 crediti nel triennio precedente e di 30 crediti nel caso del conseguimento dei 150 crediti programmati; in altri termini, chi aveva raggiunto nel triennio 2014-2016 il totale di 150 crediti partiva già da un debito formativo di soli 120 crediti, pari a 150 meno 30 di riduzione. Inoltre, per l’attuale triennio, è stata riconosciuta a medici e odontoiatri iscritti alla FNOMCeO una ulteriore riduzione di 30 crediti, che scaturisce dal dossier formativo di gruppo della stessa Federazione. Per il controllo e la verifica della propria situazione personale si consiglia di accedere alla sezione “Partecipazioni ECM” del sito web Co.Ge.A.P.S., ente preposto alla certificazione ECM (www.cogeaps.it). Allo stesso portale possono essere comunicate eventuali inesattezze nel computo dei crediti, con le modalità indicate nel sito, tenendo conto che comunque i crediti ECM regolarmente acquisiti nel triennio, anche se non correttamente riportati nella banca dati, rimangono del tutto validi e quindi si può procedere serenamente alla comunicazione ministeriale prevista.

Per il triennio formativo ECM 2017-2019, in conseguenza della recente delibera della Commissione Nazionale per la Formazione Continua (CNFC) del 18/12/2019 che consente il conseguimento dei crediti del triennio ancora per tutto l’anno 2020 per eventi con “data fine evento” al 31/12/2020, l’autocertificazione può essere inviata a mezzo PEC dal 1° gennaio 2020 fino al 31 gennaio 2021. Si allega, al riguardo, un modello in formato Ms-Word, utilizzabile per la comunicazione all’ufficio II del Ministero della Salute, che si suggerisce inviare in copia p.c. anche al proprio Ordine provinciale di appartenenza. Si consiglia che il testo del modulo venga trascritto su carta intestata del professionista, con timbro e firma autografa o apponendo al file la propria firma digitale.

Si confida che la maggioranza dei medici competenti abbia conseguito e addirittura, in molti casi, superato il numero minimo di crediti ECM previsto dalla normativa in relazione al debito formativo di ciascuno per cui, anche al fine di evitare possibili confusioni ed errori nel relativo computo, si invita a inviare l’autocertificazione per il triennio formativo 2017-2019 all’inizio dell’anno 2020. Chi dovesse ancora acquisire qualche credito residuo potrà inviare la comunicazione nel corso dell’anno, preferibilmente a conseguimento avvenuto e senza attendere la data ultima. Resta inteso che i crediti conseguiti nell’anno 2020 e “riportati” per il triennio formativo precedente non saranno validi per il nuovo triennio 2020-2022, per il quale la CNFC ha già deliberato l’identico obbligo formativo standard complessivodi 150 crediti, fatte salve eventuali esenzioni, esoneri e altre riduzioni come già richiamato in precedenza.

in allegato il modello di autocertificazione

SICUREZZA SUL LAVORO -BANDO ISI : ATTENZIONE ALLE PROCEDURE

 

Da il Sole 24ore di Mauro Pizzin

Stavolta i soldi sul tavolo ammontano a 251 milioni, meno dei 370 dello scorso anno, ma più che sufficienti per fare ancora una volta del Bando Isi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, varato dall’Inail e giunto alla decima edizione, un importante canale di finanziamento alle imprese. A ingolosire sono i contributi in conto capitale fino a 130mila euro che possono coprire fino al 65% delle spese sostenute per ogni progetto ammesso, ma grande attenzione va messa nel rispettare le procedure di accesso al Bando, caratterizzate da più step.

Gli Assi di finanziamento
Anche per il Bando Isi 2019 sono cinque gli assi di finanziamento: l’Asse 1 (Isi Generalista) con poco più di 96 milioni, di cui 94 per i progetti di investimento e 2 per i progetti di adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale; l’Asse 2 (Isi Tematica), con 45 milioni per la riduzione del rischio da movimentazione manuale dei carichi; l’Asse 3 (Isi Amianto) da 60 milioni per bonifica da materiali contenenti amianto; l’Asse 4 (Isi Micro e Piccole Imprese) con 10 milioni per micro e piccole imprese operanti nella fabbricazione mobili e nella pesca; l’Asse 5 (Isi Agricoltura) da 40 milioni per le micro e piccole imprese agricole, di cui 7 per gli agricoltori under 40 organizzati anche in forma societaria.

I soggetti interessati
Destinatari degli incentivi sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di commercio, nonché gli enti del terzo settore, anche non iscritti al registro delle imprese ma censiti negli albi e registri nazionali, regionali e delle Province autonome per i progetti di riduzione del rischio da movimentazione dei carichi.

L’iter procedurale
Nel caso del Bando Isi si applica la procedura valutativa a sportello, articolata in tre fasi, le cui date saranno pubblicate sul portale Inail entro il 31 gennaio 2020 . Le domande vengono registrate e valutate sulla base dell’ordine cronologico di presentazione, con risorse erogate fino all’esaurimento dei fondi disponibili. Perché la domanda sia valutabile va preliminarmente superata una soglia minima di ammissibilità, pari a 120 punti, definiti sulla base di una serie di elementi – fra cui le dimensioni aziendali, la lavorazione svolta, la tipologia d’intervento e la condivisione con le parti sociali – da evidenziare in un modulo informativo a cui il richiedente accederà via web e in cui saranno inseriti dati relativi all’azienda e al progetto.

Punteggio minimo e caricamento
Le imprese che abbiano raggiunto o superato la soglia minima di ammissibilità e abbiano salvato la propria domanda potranno effettuare il download del codice identificato rilasciato tramite una specifica procedura informatica e che andrà utilizzato il giorno dell’invio telematico. L’utilizzo del codice, limitando l’inoltro solo agli elementi identificativi della domanda, secondo l’Inail riduce significativamente l’utilizzo delle risorse elaborative e il rischio di sovraccarico dei sistemi.

Il Click day e la «domanda sfida»
Il momento topico e che in passato è stato più volte oggetto di critiche è quello del cosiddetto Click day, solitamente programmato per la seconda metà di giugno. Il giorno dell’operazione ogni azienda dovrà inserire il proprio codice, caratterizzato da una lunga stringa di caratteri, e cliccare la conferma in un sito web che verrà aperto solo all’orario prestabilito.
L’ordine cronologico di inserimento del codice deciderà la graduatoria quindi sarà fondamentale essere più veloci degli altri altrimenti si perderà ogni accesso ai finanziamenti: un’eventualità particolarmente probabile soprattutto per l’Isi generalista (Asse 1) e l’Isi agricoltura (Asse 5), in cui il rapporto tra domande presentate e risorse a disposizione è più sbilanciato.

Attacchi informatici e robot
Come detto, l’Inail per questa operazione non si serve del suo portale, ma di una piattaforma esterna, e condiziona l’inserimento della stringa al superamento di uno o più semplici quesiti, della medesima difficoltà per tutti i concorrenti, con l’obiettivo è prevenire attacchi informatici e bloccare l’uso di strumenti automatizzati per l’invio multiplo del codice identificativo. Una cautela necessaria, considerato che la posta in gioco ha portato anche alla creazioni di siti a pagamento per formare “cliccatori” in grado di chiudere l’operazione a tempo record.

I controlli successivi
Le imprese che avranno superato il Click day dovranno stare attente a rispettare le tempistiche previste per gli adempimenti successivi, fra cui l’invio della documentazione a completamento della domanda online entro e non oltre 30 giorni dal quello successivo alla pubblicazione degli elenchi provvisori, pena la decadenza della domanda stessa, con subentro di altra impresa prima non ammessa per mancanza di risorse disponibili. Questi controlli portano mediamente alla bocciatura di circa un decimo dei progetti presentati, con la creazione di residui reimmessi nel circuito del Bando interessato o in quelli successivi.

I tempi di realizzazione del progetto
Una volta pubblicati gli elenchi definitivi, infine, in caso di accoglimento della domanda l’intervento finanziato andrà realizzato e rendicontato entro 12 mesi dalla data di ricezione della comunicazione di esito positivo della verifica, ma è possibile chiedere uno spostamento motivato del termine fino a un massimo di 6 mesi

STRESS E SINDROME DELL’OCCHIO SECCO

Questo studio è stato condotto per valutare la prevalenza e i fattori di rischio della sindrome dell’occhio secco (DED) tra i lavoratori paramedici in un ospedale universitario in Corea. Per questo motivo lo studio trasversale ha incluso 566 paramedici in un ospedale universitario in Corea.

I sintomi dell’occhio secco sono stati valutati usando un questionario con 9 domande e “DED” è stato definito come avere uno o più sintomi dell’occhio secco spesso o continuamente. Sono stati inoltre valutati i  dati demografici ed eventuali altri potenziali fattori di rischio di DED. Lo stress psicologico è stato misurato utilizzando VAS e questionari sulla scala di stress 4 (PSS-4). Dei 566 paramedici, 232 (35 maschi e 197 femmine) hanno completato il sondaggio. La prevalenza di DED era del 42,7% (99/232). L’analisi univariata ha rivelato che i punteggi di sesso femminile (P <0,001), uso prolungato del computer (P = 0,003) e stress VAS (P <0,001) e PSS-4 (P = 0,009) più elevati avevano una significativa associazione con DED.

Nell’analisi multivariata, la DED aveva un’associazione significativa con il sesso femminile (P = 0,003) e lo stress VAS (P = 0,013) dopo aggiustamento per il sesso, la durata dell’uso del computer e lo stress VAS, e aveva un’associazione significativa con il sesso femminile (P = 0,003) e durate dell’uso del computer (P = 0,029) dopo aggiustamento per sesso, durata dell’uso del computer e punteggio PSS-4. In conclusione, DED era prevalente tra i paramedici in Corea. Il suo rischio è aumentato tra donne e lavoratori con aumentato stress psicologico. L’uso prolungato del computer era probabilmente associato a DED.

per leggere l’articolo originale tratto da nature.com cliccare qui sotto su

LINK ARTICOLO

Da nature.com

Liberamente tradotto ed adattato da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro

EFFETTI OTOLESIVI COMBINATI DI RUMORE E FUMO DI SIGARETTA

L’effetto combinato del fumo di sigaretta e dell’esposizione al rumore professionale sulla perdita dell’udito è stato raramente valutato tra la popolazione cinese, in particolare tra le donne. Questo studio trasversale è stato condotto su 11196 partecipanti allo studio di coorte Dongfeng-Tongji. Il consumo di sigarette  è stato valutato  attraverso la  auto-compilazione di un questionario e l’esposizione al rumore professionale è stata valutata attraverso la valutazione del livello di rumore Lep sul luogo di lavoro .

La perdita dell’udito è stata definita come una media di tono puro di 25 dB o superiore a 0,5, 1, 2 e 4 kHz in entrambe le orecchie. Rispetto ai partecipanti senza esposizione a rumore professionale, il rischio di perdita dell’udito era significativamente maggiore per la durata dell’esposizione al rumore ≥20 (OR = 1,45, IC 95% = 1,28–1,65). L’associazione era particolarmente evidente tra gli individui maschi (OR = 1,74, IC 95% = 1,45–2,08) e di età ≥ 70 (OR = 1,74, IC 95% = 1,30-2,33). Allo stesso modo, i rischi sono aumentati con l’aumentare dei pacchetti di sigarette per anni di esposizione a rumore nei maschi e in tutte le fasce d’età, ad eccezione di quelli di età <60 anni.

Per quanto riguarda l’effetto combinato, il rischio di perdita dell’udito è stato più elevato per la durata dell’esposizione al rumore ≥20 e per il numero dei pacchetti-anni ≥25 (OR = 2,41, IC 95% = 1,78–3,28), specialmente tra i maschi (OR = 2,42, IC 95% = 1,74–3,37) e quelli di età ≥70 (OR = 2,76, IC 95% = 1,36–5,60). Il fumo può essere un fattore di rischio indipendente per la perdita dell’udito. E può influenzare sinergicamente l’udito quando combinato con l’esposizione al rumore professionale, specialmente tra maschi e partecipanti più anziani.

dalla rivista nature.com

Liberamente tradotto e adattato da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro

articolo completo scaricabile qui cliccando su LINK

POSSIBILE BASE NEURALE NELLO STRESS LAVORO CORRELATO

 

ABSTRACT:Nonostante un numero crescente di relazioni sulle associazioni tra stress professionale cronico e cambiamenti strutturali e funzionali del cervello, i correlati neurali sottostanti dello stress professionale percepito non sono ancora chiari. Lo stress percepito riflette la misura in cui le situazioni vengono valutate come stressanti in un determinato momento della vita. Usando la spettroscopia nella sfera ad infrarossi, abbiamo studiato le associazioni tra lo stress professionale percepito e l’attività corticale sulle regioni frontotemporali bilaterali durante un test di fluidità verbale. Sono stati reclutati sessantotto partecipanti (17 uomini, 51 donne), dai 20 ai 62 anni. Lo stress professionale percepito è stato misurato utilizzando la versione cinese del questionario sul contenuto del lavoro e la versione cinese dell’inventario del burnout di Copenaghen. Abbiamo trovato associazioni statisticamente significative negative tra burnout occupazionale e attività corticale cerebrale sulla corteccia prefrontale fronto-polare e dorsolaterale durante la VFT (r = da -0,343 a -0,464). In conclusione, la nostra ricerca ha dimostrato una possibile base neurale dello stress professionale percepito che è distribuito attraverso la corteccia prefrontale.

Articolo originale completo in pdf clicca qui su LINK

dalla rivista Nature.com

liberamente tradotto ed adattato da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro