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STUDIO SULLO STRESS LAVORO CORRELATO NEL SETTORE ODONTOIATRICO

ABSTACT
Introduzione I dentisti sono spesso esposti a fattori di stress professionali, che comprendono le reazioni empatiche  con pazienti che avvertono dolore, ansia e paura. Non sorprende che i dentisti siano quindi un gruppo lavorativo che sperimenta livelli particolarmente elevati di esaurimento professionale. Il presente studio fornisce il primo test empirico per stabilire se il burnout professionale è più elevato e il benessere generale è più basso, per i dentisti e gli studenti che hanno maggiori difficoltà a gestire le proprie emozioni (disregolazione delle emozioni) e individuare e interpretare segnali sociali dagli altri (difficoltà cognitive sociali ).

Materiali e metodi Novantasei professionisti (dentisti e odontoiatri) e 54 studenti di odontoiatria hanno completato tests per la misurazione della regolazione delle emozioni, della funzione cognitiva sociale del born out  professionale e  della misurazione del benessere.

Risultati Coerentemente con altri dati di letteratura , i tassi di burnout erano significativamente più elevati sia nei professionisti odontoiatri  che negli studenti, rispetto ai normali standard . È importante sottolineare che i risultati hanno anche identificato associazioni significative tra i tassi di esaurimento sia con la disregolazione delle emozioni, sia con una delle misure della funzione cognitiva sociale ovvero la disposizione empatica a provare disagio in risposta all’angoscia degli altri (angoscia personale). Anche la valutazione della disregolazione emotiva e del disagio personale era significativamente più alta per gli studenti di odontoiatria rispetto ai professionisti.

Conclusione Questi dati evidenziano l’importanza di essere in grado di gestire efficacemente le emozioni negative ed i fattori stressogeni  negli studi dentistici

liberamente tradotto ed adattato da dott Guerri

PER LA SICUREZZA 251 MILIONI DALL ‘INAIL

L’Inail continua a incentivare la ricerca di sicurezza sui luoghi di lavoro, in maniera concreta e continuativa. Sulla Gazzetta Ufficiale n.297 è stato pubblicato l’estratto dell’avviso dell’Istituto relativo al Bando ISI 2019 con cui appunto si prevedono finanziamenti alle imprese interessate a migliorare i livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che ammontano a 251 milioni di euro, suddivisi in 5 assi di finanziamento. Ecco i primi 3, simili a quelli previsti negli anni precedenti:

 

  1. progetti di investimento e progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale, tra cui, a titolo di esempio, le attivitù dirette alla riduzione dei rischi chimico, da vibrazioni meccaniche e da caduta dall’alto oppure quelle relative all’adozione di modelli organizzativi e gestionali ai sensi dell’art. 30 del d.lgs 81/2008;
  2. progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale di carichi, come quelli relativi alla riduzione dei rischi legati ad attività di sollevamento, abbassamento e trasporto dei carichi.
  3. progetti di bonifica da materiali contenenti amianto.

Il finanziamento è erogabile nel rispetto della normativa sugli aiuti de minimis e l’importo massimo non può superare 60.000 euro, mentre quello minimo ammonta a 1.000 euro. Per accedervi è richiesto un punteggio minimo pari a 120 punti.

Per i progetti che comportano un contributo superiore a 30.000 euro, è possibile chiedere un anticipo pari al 50% del contributo stesso, previa costituzione di garanzia fideiussoria a favore dell’INAIL.

È confermato l’incentivo crescente (10 punti) per i progetti effettuati con il coinvolgimento di due parti (una in rappresentanza delle aziende e l’altra dei lavoratori), oppure nell’ambito della bilateralità (13 punti). Ciascuna impresa può presentare una sola domanda, per un solo asse di finanziamento e per una sola tipologia di progetto. La presentazione deve avvenire in modalità telematica, con successiva conferma tramite l’inoltro della documentazione a completamento, da effettuarsi con le modalità e secondo le tempistiche che saranno diffuse sul sito internet dell’Istituto, entro il 31 gennaio 2020.

In caso di ammissione al finanziamento, il progetto deve essere realizzato (e rendicontato) entro 365 giornidecorrenti dalla data di ricezione della comunicazione di esito positivo della verifica; tale termine è tuttavia prorogabile su richiesta motivata dell’impresa/ente, per un periodo non superiore a sei mesi.

Tutti i dettagli li trovate nell’apposita sezione del sito internet dell’Istituto

Da Uomini e Trasporti

IPOACUSIA E RISCHIO CARDIOVASCOLARE

OBIETTIVO: le relazioni tra “Il metodo  di valutazione della salute cardiovascolare, Life’s Simple 7 (LS7) e l’udito in una coorte di studio cardiovascolare afro-americana.

METODI: Utilizzando la coorte di afroamericani del Jackson Heart Study, sono state valutate le relazioni tra la metrica del punteggio LS7 e l’udito di 1314 individui. Sono stati raccolti dati audiometrici standard e la perdita dell’udito è stata definita come una media a quattro frequenze di 500, 1000, 2000 e 4000 Hz maggiore di 25 dBHL (PTA4). Sono stati anche misurati gli acufeni e  le vertigini riportate. Lo strumento di punteggio LS7,  che consiste in sette singole categorie (astinenza dal fumo, indice di massa corporea, attività fisica, dieta sana, colesterolo totale <200 mg / dL, normotensione e assenza di diabete mellito), è stato usato come misura del rischio cardiovascolare generale . Ogni categoria dell’LS7 era suddivisa in sottogruppi  per reddito poveri, intermedi e con reddito ideale, in conformità con la Task Force e il Comitato statistico dell’American Heart Association. Sono stati costruiti modelli di regressione gamma e di regressione logistica non aggiustati e adeguati per determinare le relazioni tra LS7 e perdita dell’udito.

RISULTATI: punteggi totali LS7 più elevati (per aumento di 1 unità) sono stati associati a PTA4 inferiore nelle analisi di regressione gamma (RR = 0,942, IC al 95%, 0,926-0,958, P <0,001). Ciò è risultato vero anche dopo aggiustamenti per età, sesso, istruzione e storia di esposizione al rumore. Utilizzando analisi di regressione logistica per confrontare i punteggi LS7 con la presenza di perdita dell’udito, acufene e vertigini; solo la perdita dell’udito ha mostrato una relazione staticamente significativa dopo aggiustamenti per età, sesso, istruzione e storia di esposizione al rumore.

CONCLUSIONI: Questo studio mostra un’associazione significativa e graduale tra i sette indicatori di salute cardiovascolare  e la minore incidenza di perdita dell’udito minore è il rischio cardiovascolare minore è la perdita di udito.

© 2019 The American Laryngological, Rhinological and Otological Society, Inc.

Liberamente tradotto ed adattato da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro

LIMITI DELLA FORMAZIONE ON LINE SECONDO OSHA

L utilizzo di sistemi multimediali  ha rappresentato un valido sistema di informazione e formazione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro sin dagli anni 90. Tuttavia OSHA e diversi organismi internazionali hanno segnalato anche i  limiti della formazione online che non sarebbe da se sufficiente  a meno che “non contenga componenti interattivi e pratici”.

Cosa manca alla formazione esclusivamente on Line  ?

La formazione dovrebbe consentire domande e risposte tempestive, nonché l’interattività.

L’OSHA prevede che la formazione includa “[t] l opportunità per i lavoratori di essere in grado di porre domande e ricevere risposte da un istruttore qualificato, in modo tempestivo”.
Per garantire che i dipendenti possano apprendere efficacemente il materiale, l’interazione non dovrebbe essere “ritardata o limitata”.
Per una soluzione, OSHA ha suggerito di fornire un numero telefonico  ai lavoratori che seguono corsi online in modo che possano chiamare  un istruttore durante la formazione.

In sintesi:
La formazione dovrebbe includere  una esperienza pratica.

I dipendenti dovrebbero essere in grado di “interagire con attrezzature e strumenti in presenza di un istruttore “.
I lavoratori dovrebbero essere in grado di “apprendere o aggiornare le proprie capacità attraverso l’esperienza”.

I formatori poi dovrebbero essere in grado di “valutare se i tirocinanti hanno imparato le tecniche appropriate”.

OSHA ha messo in rilievo i requisiti per i programmi di formazione  OSHA 10 ore e OSHA 30 ore. Tali corsi devono “essere partecipativi” e includere “attività interattive”, come “seminari, case study, esercitazioni e dimostrazioni che comportano la partecipazione e l’interazione degli studenti”. In tali programmi, l’OSHA generalmente limita la quantità di materiale consegnato tramite video, richiede un numero minimo di persone per classe per una maggiore interazione e controlla strettamente la consegna online dei corsi. Si aspetta una comunicazione a due vie con i formatori e risposte rapide alle domande degli studenti.

I dipendenti devono essere in grado di porre domande.
I lavoratori hanno bisogno di opportunità per acquisire “familiarità con le attrezzature e le pratiche sicure in un ambiente non pericoloso”, ad esempio attraverso esercitazioni pratiche.

I formatori devono essere in grado di confermare che gli studenti “hanno acquisito le competenze necessarie”.
Da allora, l’OSHA ha ripetuto queste preoccupazioni e ha affermato che la formazione online da sola non è sufficiente  senza interazioni ma al contempo sta studiando nuovi modelli di formazione tramite L impiego di sistemi informatici con una prevalente componente interattiva

OSHA propone quattro possibili livelli di interattività: da puramente passivo (visualizzazione di testo e grafica sullo schermo e clic sulla schermata successiva) a “limitato” (aggiungendo alcune domande a scelta multipla), “complesso” (aggiungendo compilando campi vuoti con risposte) e “tempo reale” (simulazione realistica con segnali e risposte simili alla realtà virtuale o ai simulatori di volo).

La rivoluzione del 3D e della realtà virtuale.

Possono la nuova tecnologia informatica ed il 3d ovviare a questo gap ?: Nella formazione 3 d di ultima generazione forse si perchè questa  consente  a un tirocinante di entrare virtualmente in un sito di lavoro immersivo e praticare tecniche di sicurezza. Nel video ad esempio proposti da 3M, un lavoratore può esercitarsi a indossare protezioni anticaduta e lavorare in sicurezza in un cantiere virtuale .Nel simulatore, tutto sembra molto “pratico” e interattivo, proprio quello che l’OSHA dice che vuole. Può inoltre consentire  la formazione pratica a più lavoratori e, ironia della sorte, fornire ambienti più “realistici” per la pratica di abilità che assomigliano maggiormente alle aree pericolose.

Forse con la giusta tecnologia, la formazione online sarà presto pronta a soddisfare praticamente tutti gli standard di formazione OSHA.

Articolo da oshaonline.com di
Avi Meyerstein partner di Washington, DC con lo studio legale Husch Blackwell LLP. Dirige il gruppo Safety & Health

liberamente tradotto ed adattato da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro

INFORTUNI SUL LAVORO E MEDICO COMPETENTE

 

MONTEGROTTO TERME

7-8 FEBBRAIO 2020

Il D.Lgs. 81/2008 prevede due particolari momenti in cui i componenti del sistema prevenzionistico aziendale si confrontano, collaborando ciascuno con le proprie competenze e professionalità alla valutazione dei rischi: il sopralluogo del medico competente (articolo 25, D.Lgs. 81/2008: obblighi del medico competente) e la riunione periodica (Articolo 35, D.Lgs. 81/2008: riunione periodica). Il sopralluogo è l’attività specifica che permette al medico competente di contribuire alla redazione e/o all’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi e alla promozione di iniziative di miglioramento in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.

Questi sono anche i due momenti in cui, a livello preventivo, prima (sopralluogo), e su un piano eventualmente critico/analitico poi (Relazione Periodica) il Medico Competente si confronta con il tema infortunistico. Nella Riunione Periodica, il legislatore stesso prevede che “nelle aziende, (…), il datore di lavoro, direttamente o tramite il servizio di prevenzione e protezione dai rischi, indice almeno una volta all’anno una riunione cui partecipano il datore di lavoro o un suo rappresentante, il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi, il medico competente, ove nominato e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza”. In tale riunione uno dei punti da discutere, che riguarda appieno l’attività del Medico Competente è “l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali e della sorveglianza sanitaria;” In tal senso nel testo si consiglia di approfondire, infatti si cita “possono essere individuati: codici di comportamento e buone prassi per prevenire i rischi di infortuni e di malattie professionali. l consumo di alcol e droga sta diventando un fenomeno sempre più diffuso in tutte le fasce di età e in ogni ambiente di vita.

La problematica è di particolare complessità e va dunque affrontata con determinazione. I rischi per la salute legati all’abuso di sostanze psicotrope sono numerosi, tanto più se si considerano luoghi di aggregazione, in cui il pericolo si estende a molte persone.
Negli ambienti di lavoro, dove le condizioni psico-fisiche del lavoratore sono un presupposto fondamentale per garantire la propria sicurezza e quella degli altri, sia l’assunzione di bevande alcoliche che il consumo di sostanze stupefacenti sono tra i fattori che influenzano negativamente il comportamento dei lavoratori, creando situazioni di forte rischio e condizionando il benessere durante le ore lavoro. Nella seconda sessione parleremo proprio di questi aspetti, attraverso il contributo dello specialista Psichiatra, dell’ Asl, del Medico Competente, Sert e della Commissione Patenti. Il corso è improntato su una didattica fortemente interattiva, con esercitazioni pratiche e largo spazio alla discussione moderata dagli esperti.

 

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MEDICINA DI GENERE E DI PRECISIONE CONVEGNO A PISTOIA

17-18 GENNAIO 2020 MONTECATINI E PISTOIA

 

genereeprecisioneLa Medicina di genere si basa sulle diverse caratteristiche biologiche, ma anche fattori ambientali, socio-relazionali, economici e culturali, che influenzano lo stato di salute, la diagnosi, la cura oltre che l’attitudine alla prevenzione di uomini e donne e non va intesa come una branca della Medicina, ma come un approccio da applicare a tutte le discipline mediche, tra le quali anche la Medicina del lavoro. Oggi si tende alla medicina di precisione con l’obiettivo di una sempre maggior personalizzazione delle cure e centralità del paziente che deve essere studiato e curato non solo considerando le sue caratteristiche biologiche, ma anche le variabili ambientali, socio-relazionali, economiche e culturali. Equità di accesso alle cure e sostenibilità del sistema sanitario richiedono che donna e uomo siano entrambi considerati nella loro specificità.
Oggi il 42% dei medicinali in sviluppo è indirizzato alla medicina di precisione, percentuale che sale al 73% considerando solo quelli antineoplastici. Ecco perché è importante partire dallo studio delle differenze di genere per arrivare a risposte cucite su misura sulla specifica persona. E l’impegno delle aziende è rivolto anche al Diversity Management, che non va inteso solo come diversità di genere ma anche come diversità di esigenze, di situazioni familiari, di patologie, di cure e terapie nell’approccio sempre più attuale di un’idoneità gestita attraverso una mansione studiata sull’individuo, con il duplice effetto che le caratteristiche dell’individuo (eventuali limitazioni o prescrizioni) non incidano nella produttività e in una concezione di nuova generazione della prevenzione, che tuteli le fisiologiche degenerazioni del lavoratore esposto al rischio, nell’ottica anche di un sano invecchiamento negli ambienti di lavoro.
Nel corso si affronteranno, per l’appunto quelle che si rivelano essere le più innovative sfide del Medico Competente, nella tutela della salute del lavoratore, che vede, in questo spaccato temporale, aumentata la sua età pensionabile a fronte di un indebolimento sistemico e di genere. Con un po’ di autoironia, ci cimenteremo in un trekking/ciaspolata, per arrivare ad un rifugio in cui parleremo di promozione della salute e di ricadute dell’attività fisica nel benessere psico fisico, non dopo esserci giustamente premiati con una cena degna di un rifugio di montagna Naturalmente l’attività, quest’ultima è facoltativa, perché si pernotterà in un rifugio spartano e solo la mattina dopo, con calma si tornerà a Pistoia per la seconda sessione del corso. Un modo divertente di pensare la formazione come un modo per applicare tutte le forme di acquisizione, anche quelle dirette e pragmatiche. La raccomandazione è sempre quella di iscriversi al più presto, i posti sono limitati.

 

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Organizzato da :

Med.Lav.ECM S.r.l.
Via Wirsung 6, Padova (PD) CAP 35126

BRUXISMO E IPERTENSIONE ARTERIOSA

ABSTRACT
Contesto e obiettivi: la renalasi, una nuova ammina ossidasi, è coinvolta nello sviluppo dell’ipertensione. Il bruxismo del sonno (SB) è un comportamento correlato al sonno caratterizzato da attività ritmica o non ritmica dei muscoli masticatori, che porta all’usura meccanica dei denti, al dolore dei muscoli masticatori oltre a problematiche correlate a disturbi del  sonno .

Studi recenti indicano che SB svolge un ruolo nella patogenesi dell ‘ipertensione. Pertanto, questo studio mirava a determinare la relazione tra intensità del bruxismo nel sonno e concentrazione di renalasi, che potrebbe aiutare in futuro a chiarire la patogenesi dell’ipertensione e altri disturbi cardiovascolari.

Materiale e metodi: SB è stato valutato in 87 pazienti adulti utilizzando la polisonnografia con misurazione notturna  integrata da registrazioni audio e video .Gli episodi di bruxismo sono stati valutati secondo gli standard dell’American Academy of Sleep Medicine. I livelli di renalasi sierica sono stati misurati nei pazienti utilizzando kit di analisi degli immunosorbenti enzimatici. Risultati: SB (Bruxism Episode Index (BEI) ≥2) è stato diagnosticato nel 54% (n = 47) della popolazione studiata e la concentrazione media di renalasi è risultata ridotta nel gruppo ipertensivo rispetto al gruppo normotensivo (133.33 ± 160,71 vs 219,23 ± 220,58, p = 0,047). Inoltre, è stata osservata una correlazione lineare negativa tra la concentrazione di renalasi e l’indice di massa corporea (BMI) nel gruppo SB (r = 0,38, p <0,05) ma non nei controlli. Pertanto, un BEI più elevato e un BMI più elevato sono stati identificati come fattori associati indipendentemente alla più bassa concentrazione di renalasi, ma solo nel gruppo di pazienti che avevano una concentrazione di renalasi ematica> 212,5 ng / mL.

Conclusione: esiste un’associazione tra concentrazione di renalasi e intensità SB e sono necessari ulteriori studi per chiarire il ruolo della renalasi nella patogenesi dell’ipertensione e di altri disturbi cardiovascolari.

Parole chiave: renalasi; dormire; bruxismo del sonno; ipertensione

Liberamente tradotto e adattato

da dott Guerri

I CINQUE SETTORI A MAGGIOR RISCHIO DI MESOTELIOMA NEGLI STATES

L articolo evidenzia  le  cinque attività lavorative più colpite negli USA dal mesotelioma – una malattia che si sviluppa da 20 a 40 anni dopo l’esposizione a una sostanza tossica nota come amianto. Autore :Nicole Winch, Liberamente tradotto ed adattato da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro

13 dicembre 2019
Il mesotelioma è ,come noto, una malattia che si sviluppa da 20 a 40 anni dopo l’esposizione ad amianto. Questo minerale è stato per molto tempo impiegato in ambito industriale  fino agli anni ’80.

Tuttavia, molte industrie hanno continuato a utilizzare questa sostanza per gran parte del 20 ° secolo, nonostante la conoscenza dei pericoli che rappresentavano per i loro dipendenti. Sfortunatamente, la maggior parte dei lavoratori non era a conoscenza degli effetti che l’esposizione all’amianto avrebbe avuto sui loro corpi decenni dopo.

Oggi, nonostante le normative, l’uso commerciale dell’amianto non è vietato negli Stati Uniti ( mentre lo è in Europa). Purtroppo ci sono molti casi di potenziali esposizioni perché  i lavoratori oggi interagiscono con edifici e altre strutture che sono state costruite con amianto in passato

Qui di seguito le cinque attività lavorative con il maggior numero di casi di mesotelioma in Usa.

1. Lavoratori ferroviari

I lavoratori  del settore ferroviario lavoravano quotidianamente con l’amianto poiché veniva utilizzato per l’isolamento, in particolare per le attrezzature ferroviarie e le parti della locomotiva. Caldaie, motori, tubi e quadri elettrici erano coperti con questa sostanza tossica. Questo utilizzo ha esposto meccanici ,operatori di treni, conduttori o capicantiere  al pericolo di inalazione di fibre di amianto per periodi di tempo prolungati.

Nonostante l’Amministrazione per la sicurezza e la salute sul lavoro (OSHA) ha limitato l’uso di prodotti fabbricati con l’amianto, alcune compagnie ferroviarie hanno continuato a utilizzare l’amianto e hanno nascosto i pericoli dei propri dipendenti.

2. Costruttori navali


Grandi navi commerciali e navali furono costruite  in passato con l’amianto a causa delle sue proprietà ignifughe e isolanti. La Marina degli Stati Uniti, in particolare, ha usato questa sostanza per costruire molte delle sue navi fino alla seconda metà del 20 ° secolo. L’amianto è stato principalmente utilizzato per aumentare la durata in materiali come guarnizioni, isolamento e alcuni filtri. I costruttori navali hanno anche usato l’amianto per isolare i tubi di queste navi. Anche le imbarcazioni costruite per uso turistico potrebbero aver incluso questa sostanza tossica. L’amianto è stato utilizzato per l’isolamento di cavi elettrici, sigillanti e sigillanti. I costruttori navali sono  a rischio di inalazione di queste fibre quando vi è un deterioramento dei materiali con possibile aerodispersione.

3. Operai

L ‘ industria ha prodotto una infinità di macchinari  realizzati con l’amianto nel corso del 20 ° secolo. Le macchine di produzione e i nastri trasportatori sono stati realizzati con parti contenenti questa sostanza tossica. Quando queste macchine si usurano per il costante uso , le particelle di amianto possono ovviamente disperdersi nell’aria. Le persone che lavoravano all’interno di queste fabbriche sono potenzialmente esposte  ad alte concentrazioni di polvere di amianto.

Piccoli spazi di lavoro e pochissima ventilazione hanno contribuito ad aggravare il rischio  . Sebbene le condizioni siano migliorate nel corso degli anni ,tutt’oggi  gli operai affrontano ancora la minaccia dell’esposizione all’amianto.

4. Operai edili

Oltre agli evidenti pericoli fisici associati alla costruzione, l’esposizione all’amianto è stata un pericolo nascosto per decenni. Falegnami, imbianchini, carpentieri e manovali erano tutti ad alto rischio di esposizione. Questa sostanza è stata aggiunta infatti a cartongesso, scandole, tegole, piastrelle e miscele di calcestruzzo. Quando le persone installano, rimuovono o sostituiscono questi materiali, le fibre vengono rilasciate nell’aria e inalate dagli operai vicini.

Il governo consente ancora l’uso di prodotti di amianto purché rispettino alcune linee guida federali. Oggi, la demolizione di case costruite prima del 1970 comporta il rischio di rilasciare fibre nell’aria. Pertanto, chiunque lavori in demolizioni o ristrutturazione di case è a rischio di esposizione.

5. Minatori


L’amianto, che è un minerale che è stato estratto negli Stati Uniti per molti anni. L’amianto crisotilo, che è spesso legato all’esposizione professionale e al mesotelioma, è stato estratto negli Stati Uniti fino al 2002. Nel 2019 è stata chiusa l’ultima miniera di amianto crisotilo. I minatori erano spesso esposti alle minuscole particelle mentre questo veniva estratto e trasformato in materie prime.

L’estrazione sotterranea è ad altissimo rischio a causa della scarsa ventilazione, che rendeva inevitabile l’inalazione di particelle libere.

REFERENCES
1. Past exposure to asbestos among active railroad workers. National Center for Biotechnology Information. Retrieved:  https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3674028  Accessed: 12/09/19
2. Kara Franke & Dennis Paustenbach (2011) Government and Navy knowledge regarding health hazards of asbestos: A state of the science evaluation (1900 to 1970), Inhalation Toxicology, 23:sup3, 1-20, DOI: 10.3109/08958378.2011.643417 Retrieved: https://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.3109/08958378.2011.643417Accessed: 12/09/19
3.U.S. Geological Survey. (2005). Reported Historic Asbestos Mines, Historic Asbestos Prospects, and Natural Asbestos Occurrences in the Eastern United States. Retrieved from: https://pubs.usgs.gov/of/2005/1189/pdf/Plate.pdfAccessed: 12/10/19
4. Asbestos: mining exposure, health effects and policy implications. The National Center for Biotechnology Information.Retrieved: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2323486/Accessed: 12/10/19

OCCHIO SECCO NELL’AREA METROPOLITANA MILANESE

Da Adnkronos

Occhio secco epidemia metropolitana, o meglio ancora padana. L’overdose digitale – con una tecno-dipendenza da computer, tablet e smartphone che supera le 6 ore al giorno – l’abuso di aria condizionata o riscaldamentoe lo smog ‘asciugano la vista’ al 75% degli italiani, con punte dell’83% fra chi abita in Pianura padana. E’ quanto emerge da uno screening nazionale che ha coinvolto 745 persone di 11 regioni della Penisola, sottoposte a controlli gratuiti nei 16 centri che lungo lo Stivale hanno aderito alla quarta campagna di prevenzione e diagnosi promossa dal Cios (Centro italiano occhio secco) di Milano diretto da Lucio Buratto, in collaborazione con la clinica Oculistica dell’università dell’Insubria di Varese diretta da Claudio Azzolini.

Risultati immagini per occhio secco

I risultati dell’iniziativa, patrocinata da ministero della Salute e Soi (Società oftalmologica italiana) vengono diffusi nel capoluogo lombardo insieme a quelli della prima campagna di prevenzione e diagnosi del cheratocono, che sempre con il patrocinio di ministero e Soi ha permesso di valutare 317 persone in 21 centri, ancora sotto l’egida di Buratto quale direttore del Camo (Centro ambrosiano oftalmico), con Neovision e in collaborazione con le università di Verona e di Chieti-Pescara. Ne è emerso che quasi 2 italiani su 10 soffrono o potrebbero ammalarsi di questa patologia progressiva della cornea, tipica dell’adolescenza e associata – se non trattata – a un crollo della capacità visiva.

“Quest’anno abbiamo organizzato tre campagne di diagnosi e prevenzione contro maculopatia diabetica (gennaio), occhio secco (maggio-giugno) e cheratocono (settembre-ottobre)”, ricorda Buratto, direttore scientifico di Cios e Camo. “E’ stato impegnativo, ma grazie alla collaborazione con università e centri d ricerca e con il sostegno delle istituzioni, in primis il ministero della Salute, abbiamo raggiunto ottimi risultati ed è stato centrato l’obiettivo: aiutare le persone a vivere meglio, diffondendo la cultura della prevenzione. Tutti gli esami sono stati completamente gratuiti – precisa l’esperto – e le tecnologie a disposizione all’avanguardia nel mondo della diagnostica”, anche con l’impiego di test genetici (test Avellino) e intelligenza artificiale per stanare il cheratocono.

Tra i fattori di rischio per l’occhio secco si confermano età (gli over 50 sono più colpiti), sesso (donne più esposte), alterazioni ormonali, malattie sistemiche, fumo e alcol. “Ma insieme a questi, e con un’incidenza sempre maggiore nell’insorgenza della sindrome – sottolineano gli specialisti – ci sono l’inquinamento atmosferico, il lavoro in ambienti con aria condizionata oppure molto ventilati o secchi, e l’uso prolungato di dispositivi dotati di schermo luminoso“. Condizioni che alterano la funzionalità lacrimale e che sono “riscontrabili nelle grandi città metropolitane, soprattutto del Nord, in percentuale doppia rispetto alle altre zone d’Italia”.

Per l’analisi dei dati raccolti grazie alla campagna sull’occhio secco, considerando anche la distribuzione dell’inquinamento sul territorio nazionale sono state individuate due categorie: informazioni provenienti dai centri situati in Pianura padana (gruppo A – Milano, Varese, Torino e Padova), o da altri territori (gruppo B – Napoli, Arezzo, Pisa, Bari, Catania, Sassari e Lecce). Si quindi calcolato che nel gruppo A più del 20% dei pazienti trascorre oltre 6 ore al giorno in un ambiente condizionato, contro meno del 10% nel gruppo B. Anche l’uso della tecnologia per più di 6 ore al giorno è maggiore nel gruppo A (47%) rispetto al B (33%). “Di fronte agli schermi luminosi – avvertono gli esperti – si tende a sbattere le palpebre (ammiccamento) molto meno frequentemente, con una ridotta produzione di lacrime e un’eccessiva evaporazione” che ‘desertificano’ l’occhio.

“L’aumento dei casi di secchezza oculare che si è registrato negli ultimi anni – aggiungono gli specialisti – è correlato anche alla crescita esponenziale dei casi di allergia“, riscontrata nel 18% dei pazienti di entrambi i gruppi A e B. Quanto infine alle patologie sistemiche, dagli screening condotti, solo per le tiroiditi il campione B conta più pazienti (20%) rispetto all’A (11%).

Immagine correlata

Dalla campagna dedicata al cheratocono è emerso invece che l’82% delle persone visitate non presenta alterazioni riconducibili alla patologia, il 10% mostra alterazioni sospette e l’8% modifiche corneali spia di un cheratocono già evidente e mai diagnosticato in precedenza. Un 18% che, riguardando una malattia di giovani e giovanissimi, desta negli addetti ai lavori “una certa preoccupazione”.

Nell’occhio affetto da cheratocono la cornea si assottiglia e cambia foggia. Spesso diventa miope, ma è l’astigmatismo irregolare a disturbare maggiormente la visione restituendo immagini sfocate e deformate. La patologia può esordire fin dalla pubertà e, se non viene immediatamente diagnosticata, diventa difficile da curare. Individuare precocemente il problema permette invece di trattarlo con il Cross linking, una tecnica para-chirurgica che si è dimostrata efficace nel rallentare e in molti casi fermare l’evoluzione del cheratocono. Si tratta di applicare sulla cornea un farmaco chiamato riboflavina, successivamente attivato da una luce ultravioletta Uva. L’azione combinata stimola la cornea a rinforzare i legami fra i tessuti che la compongono.

Commenta Buratto: “Gli screening hanno evidenziato come la sindrome dell’occhio secco sia una patologia in continuo aumento nella nostra società, in particolare nei grossi centri urbani e in maniera molto evidente nella Pianura padana, mentre il cheratocono è una grave patologia che colpisce in prevalenza gli adolescenti. Non ha un’incidenza altissima, ma se non diagnosticata può diventare un serio problema risolvibile solo con il trapianto di cornea. Per queste e altre patologie dell’occhio, e non solo – ammonisce l’esperto – la via maestra è quella della prevenzione. Una sempre più stretta collaborazione tra medici, ricercatori e istituzioni, in un’ottica di Welfare Community, è il modo migliore per garantire una diagnostica di alta qualità alle persone e per evitare impegni più gravosi in futuro”.

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MEDICO COMPETENTE ECM E TRIENNIO FORMATIVO

da

Area MC CoSiPS
Coordinamento Sindacale Professionisti della Salute
 

Il 31/12/2019 si conclude il triennio formativo relativo al programma di Educazione Continua in Medicina (ECM) cui tutti i professionisti sanitari sono chiamati ad adempiere per l’indispensabile aggiornamento professionale richiesto dalle nuove emergenze in materia, sia dal punto di vista della Sanità, in generale, sia soprattutto dal punto di vista specialistico e normativo. In particolare tutti i Medici Competenti, in virtù del dispositivo di cui all’art. 38 comma 3 del D.lgs. 81/08 (“Per lo svolgimento delle funzioni di medico competente è altresì necessario partecipare al programma di educazione continua in medicina ai sensi del decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229 e successive modificazioni e integrazioni, a partire dal programma triennale successivo all’entrata in vigore del presente decreto legislativo. I crediti previsti dal programma triennale dovranno essere conseguiti nella misura non inferiore al 70 per centodel totale nella disciplina Medicina del Lavoro e sicurezza degli ambienti di Lavoro”), sono obbligati, pena il mancato inserimento nell’Elenco Nazionale tenuto presso il Ministero della Salute e la conseguente mancata possibilità di continuare a svolgere la propria attività professionale, a completare la formazione triennale mantenendo le percentuali di aggiornamento con le indicazioni previste nell’articolo prima richiamato. Questa disposizione prescinde dalla specializzazione posseduta dal singolo professionista, per cui anche chi non è specialista in Medicina del Lavoro deve aggiornarsi attraverso eventi specifici di questa Disciplina per quanto riguarda la percentuale obbligatoria del 70%.

Il raggiungimento dell’obiettivo formativo dovrà successivamente, entro il mese di Gennaio 2020, essere comunicato all’ufficio competente del Ministero della Salute – e per conoscenza all’Ordine dei Medici di appartenenza – con modalità che saranno note a breve, presumibilmente con l’identica procedura seguita nello scorso Gennaio 2017 a conclusione del precedente triennio ECM e di cui informeremo tempestivamente tutti i colleghi interessati non appena ne verremo a conoscenza diretta.

A fine anno, quindi, conclusi tutti gli eventi cui si è partecipato, si invitano i colleghi Medici Competenti a verificare la propria situazione tramite le banche dati disponibili sul web, cioè Age.Na.S. e Co.Ge.A.P.S, ove la registrazione dei crediti viene eseguita in maniera automatica all’atto della comunicazione da parte del provider, entro 90 giorni dalla data di termine di ciascun evento formativo. Si precisa che per la Formazione a Distanza (FAD) i novanta giorni vanno calcolati dalla fine dell’evento e non alla data in cui il singolo professionista ha completato il corso, per cui è possibile che passi parecchio tempo prima che i crediti relativi siano inseriti nel portfolioformativo del singolo medico.

Sul portale Age.Na.S. myECM (Libra ESVA ha rilevato un possibile tentativo di phishing da “app.mailvox.it” https://ape.agenas.it/professionisti/myecm.aspx) viene messa a disposizione una “pagina personalizzata” nella quale viene indicata la situazione formativa dei crediti acquisiti tramite gli eventi organizzati dai provider nazionali (attenzione: non sono visualizzati gli eventi di provider accreditati a livello regionale). In tale pagina si può così verificare l’ammontare dei crediti ECM acquisiti, suddivisi per anno e tipologia (formazione residenziale, FAD etc.) e consultare l’elenco degli eventi formativi cui si è preso parte con le rispettive informazioni. Come già detto, però, il portale myECM nonriporta la situazione formativa completa del singolo medico in quanto evidenzia solamente i crediti acquisiti da provider nazionali e non contempla eventuali esoneri ed esenzioni o crediti acquisiti da provider regionali o esteri etc.

La posizione formativa completa di ogni medico, compresi dunque i Medici Competenti, è invece quella contenuta nella sezione “Partecipazioni ECM” dell’anagrafe gestita da Co.Ge.A.P.S., Ente nazionale pubblico preposto alla certificazione ECM, cui si può accedere (previa registrazione) tramite il portale Libra ESVA ha rilevato un possibile tentativo di phishing da “app.mailvox.it” www.cogeaps.it. A partire dal dicembre 2013 su tale pagina web è possibile consultare e costruire il proprio dossier formativo individuale. Ad avvenuto accesso nel sito, la situazione di ciascun medico viene riassunta come evidenziato nella figura sottostante (per comodità viene illustrato solo il triennio formativo 2017-2019).

Come si può vedere nell’immagine riportata, viene individuato il debito formativo di ogni singolo professionista, costituito dalla quota obbligatoria di 150 crediti alla quale va sottratta la riduzione derivante dal completamento del precedente triennio 2015-2017, che può variare fino a 50 crediti (nel caso prospettato è di 30 crediti). Inoltre, per l’attuale triennio, è stata riconosciuta a tutti i medici e odontoiatri iscritti alla FNOMCeO una ulteriore riduzione, pari a 30 crediti, per la costruzione del dossier formativo di gruppo dello stesso ciclo triennale. Tale dossier definisce un insieme di tematiche professionali trasversali a supporto dei professionisti iscritti agli Albi per lo svolgimento della propria pratica professionale, contribuendo a costruire il portfolio delle competenze del medico/odontoiatra (https://portale.fnoMedici Competentieo.it/comunicazione-n-24-delibera-della-commissione-nazionale-ecm-sul-dossier- formativo-per-il-triennio-2017-2019/). Da segnalare, inoltre, alcuni casi particolari: una determina della Commissione Nazionale Formazione Continua (CNFC) ha ridotto da 150 a 75 il numero di crediti formativi per il triennio per i medici dei territori colpiti dai terremoti del 2016 e 2017 mentre a Bari l’Ordine ha consentito ai propri iscritti di accorpare i due precedenti trienni formativi, “spalmando” i crediti acquisiti secondo convenienza a partire dal 2015 fino al 2019.

Ritornando alla tabella generale valida per tutti, si può constatare che l’obbligo formativo del triennio si riduce, quindi, proporzionalmente in relazione ai vari casi personali. La pagina web di Co.Ge.A.P.S. indica quindi il totale dei crediti derivanti dalla partecipazione a tutti gli eventi formativi degli anni 2017, 2018 e 2019, per cui si può verificare il raggiungimento della quota prevista dal debito formativo individuale.

Nel riquadro sottostante, che riguarda in modo peculiare i Medici Competenti, viene evidenziato l’obbligo formativo in Medicina del Lavoro, richiamando la relativa percentuale prevista dalla normativa, e subito dopo i crediti maturati per gli eventi specifici di Medicina del Lavoro e Sicurezza negli ambienti di lavoro, aggiungendo alla fine se l’obbligo è stato assolto in modo affermativo.

Invitiamo tutti i colleghi Medici Competenti e, comunque, tutti i medici delle altre categorie sanitarie a controllare per tempo la propria situazione, anche al fine di segnalare al consorzio Co.Ge.A.P.S. eventuali discrasie o errori nel riporto dei crediti acquisiti nel triennio.

Nonostante la farraginosità del sistema e alcune evidenti anomalie riscontrate negli anni scorsi, si ribadisce infine la grande importanza dell’aggiornamento professionale costante per tutti gli operatori sanitari e si ricorda che il mancato assolvimento di questo obbligo comporta la possibilità di sanzioni ordinistiche per chi non risulti in regola (avvertimento, censura, sospensione, radiazione in ordine crescente di gravità) e che nel decreto attuativo della Legge Gelli è previsto che, a partire dal 2023, ai fini della eventuale condanna nei casi di responsabilità professionale il  Giudice dovrà valutare anche l’eventuale mancato aggiornamento attestato dai crediti ECM conseguiti al 31/12/2019