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ESERCIZI AL PC SUL LAVORO: I CONSIGLI DELL ‘OSPEDALE NIGUARDA

 

Da https://www.ospedaleniguarda.it/news/leggi/tutta-la-giornata-al-pc-ecco-il-fitness-in-ufficio

Passate la vostra giornata in ufficio, davanti al pc? Sapete che alla scrivania si può fare molto per tenersi in esercizio?  Ecco quattro semplici esercizi da fare in ufficio per tonificare la muscolatura da eseguire durante la giornata. Abbiamo raccolto i consigli della fisioterapistadella Medicina Riabilitativa e Neuroriabilitazione. Questi esercizi, di ginnastica posturale, ci aiutano a mantenere una buona mobilità della colonna cervicale e quindi a prevenire cervicale, cefalee, emicraniee altri fastidiosi acciacchi alle spalle e dolorialle braccia. La posizione seduta troppo rilassata, è responsabile, infatti, di una posturanon corretta che nel corso degli anni può esporci a diversi problemi. Ecco perché è meglio sviluppare la muscolatura della colonna con questi semplici esercizi.

1. Dipingere con il naso-esercizio per cefalea e cervicale

Immaginate di avere un pennello che esce dalla vostra testa e dipingete sul soffitto una
spirale che si ingrandisce e si rimpicciolisce. Ora la stessa spirale disegnatela sulla parete
che vi sta di fronte col pennello fissato sulla punta del naso. Questo esercizio è utile per prevenire dolore cervicale e cefalee.

2. Lo spostamento invisibile-esercizi per le spalle

Appoggiate mani e avambracci sulla scrivania con i gomiti flessi a 90 gradi. Premendo
contro il tavolo spingete per 10 secondi le braccia in avanti e per 10 secondi le braccia all’indietro. Nessuno noterà i movimenti, ma sentirete lavorare la muscolatura intorno alle spalle. E’ un buon esercizio per rinforzare le spalle.

3. Stretching da scrivania- esercizi per la schiena

Seduti alla scrivania con avambracci flessi e appoggiati alla scrivania, appoggiate la fronte sul
dorso delle mani e allontanatevi con la sedia (ottimo se ha le rotelle) e stirate la schiena per 10-20
secondi. Questo esercizio di stretching allunga la muscolatura della schiena dandovi sollievo.

4. La camminata seduta- esercizi per le caviglie e le gambe

Muovete semplicemente i piedi appoggiando tacco-punta per alcuni minuti più volte durante la giornata. Questo esercizio mantiene la caviglia libera, tonifica il polpaccio e migliora la circolazione. Non dimenticate: ogni ora, con qualche scusa, alzatevi e fate qualche passo.

I VANTAGGI DI UN UFFICIO “GREEN”

È cosa ben nota che l’avere intorno a noi piante in vaso apporti benefici per la purificazione degli ambienti e la qualità della vita. Esse interagiscono regolarmente con l’ambiente che le circonda e con i suoi frequentatori, con ottimi influssi sull’equilibrio biologico e sul reciproco stato di salute.L’aggiunta di piante negli spazi interni, che sia a casa o in ufficio, non serve solo alla funzione estetica tipica delle piante da appartamento, ma contribuisce a purificare l’aria da una serie di agenti  inquinanti, ad ossigenare l’ambiente ed a ripristinare il giusto equilibrio d’umidità.

Si è notato come la presenza di piante nelle stanze d’ospedale acceleri i tempi di recupero dei pazienti chirurgici, e di come questi ultimi richiedano minor uso di antidolorifici, abbiano frequenze cardiache più basse ed una migliore pressione sanguigna, rispetto ai malati alloggiati nelle camere prive di verde.Altri studi confermano i benefici su psiche e sistema immunitario dati dalla presenza di vegetali in ambienti di lavoro o studio: si parla di una diminuzione delle assenze per malattia degli impiegati degli uffici e di un aumento significativo della produttività e della capacità di concentrazione.

Le piante da interni contribuiscono a:

  1. ridurre i livelli di biossido di carbonio nell’aria (ossigenazione)
  2. ridurre i livelli di alcuni inquinanti volatili (purificazione)
  3. ridurre i livelli di polveri nell’aria (purificazione)
  4. aumentare l’umidità degli ambienti(umidificazione)
  5. attutire il rumore di fondo (insonorizzazione)
  6. ridurre la pressione sanguigna e gli stati ansiosi e di stress (azione sulla fisiologia e sulla psiche umana).

 

Ossigenazione dell’aria

L’uomo prende ossigeno e rilascia anidride carbonica nell’ambiente, le piante di giorno col processo di fotosintesi fanno l’esatto contrario. Assorbono biossido di carbonio e aumentando i livelli d’ossigeno nell’aria. Alcune specie – come le orchidee e le succulente –rilasciano ossigeno durante la notte e sono le uniche consigliabili per le stanze da letto.

 

Umidificazione degli ambienti

Con il rilascio fisiologico di vapore acqueo le piante aumentano l’umidità degli ambienti ed abbattono le particelle di polvere presenti nell’aria. Ciò aiuta a prevenire allergie e mali di stagione, facilita la respirazione ed aiuta a mantenere sgombre le prime vie respiratorie.

Purificazione dell’aria

Lo sapevate che secondo una ricerca della NASA le piante possono eliminare fino all’87% dei composti organici volatili (COV) nelle 24 ore?  Sostanze inquinanti come formaldeide, benzene, tricloroetilene e xilene, comunemente rilasciate negli ambienti da mobili, vernici e suppellettili, vengono assorbite, riciclate e “digerite” dai microrganismi del terriccio dei vasi.

Riduzione del rumore di fondo

Già utilizzate per ridurre l’inquinamento acustico nelle vie trafficate, le piante d’appartamento possono abbassare i livelli di rumore all’interno degli edifici, assorbendo, riflettendo o diffrangendo soprattutto le alte frequenze.Tra le specie amiche del nostro benessere citiamo il Chlorophytum comosum, le Dracaena marginata, fragrans e deremensis, molte varietà di Chamaedorea (palme minori), di Pothos, di Ficus; l’Hedera helix, la Nephrolepis exaltata Bostoniensis, la Sansevieria trifasciata, il Philodendron, lo Spathiphyllume l’albero di giada (Crassula Ovata).

da biopianeta.t

TELE-RIABILITAZIONE OCCUPAZIONALE: REVISIONE DEGLI STUDI

Da Hong Kong journal of Occupational therapy

Volume 32(1);  2019 June

Questo studio mirava a verificare le prove attuali sull’applicazione della teleriabilitazione nella pratica della terapia riabilitatoria occupazionale e sui suoi risultati clinici negli ultimi 10 anni.

metodi

Si è proceduto ad una revisione sistematica  degli studi pubblicati in lingua inglese nel decennio 2008-2017, estratti da sette database elettronici (MEDLINE, Cochrane Library, CINAHL, Web of Science, SAGE, Science Direct ed EMBASE). Sono stati inclusi solo gli articoli che valutano l’uso della teleriabilitazione per fornire servizi di terapia occupazionale a distanza, senza restrizioni su patologia, menomazione, età o natura dell’intervento di terapia occupazionale.

risultati

Sono stati esaminati quindici articoli (tre studi randomizzati controllati, otto studi quasi sperimentali, uno studio con post-intervento a gruppo singolo e tre casi studio). Nonostante la varietà degli studi e dei metodi di valutazione dei risultati , la maggior parte degli studi ha indicato effetti terapeutici positivi grazie all’uso della teleriabilitazione nella pratica della terapia occupazionale. Non ci sono prove sufficienti, tuttavia, per confermare che la teleriabilitazione è più efficace del modello tradizionale Poche prove ci sono in particolare sugli effetti a lungo termine e sull’efficacia dei costi.

Conclusione

La teleriabilitazione offre un modello di erogazione di servizi alternativi a quello tradizionale per la terapia delle patologie di origine occupazionale, non solo colmando la distanza, riducendo i tempi e probabilmente i costi  ma offrendo anche un trattamento più semplice ed intuitivo per i pazienti a casa. Sono necessarie ulteriori ricerche, in particolare sull’uso della tecnologia mobile dell ‘ultima generazione, per determinare l’efficacia riabilitatoria  di questi nuovi sistemi informatici  nel trattamento di varie malattie correlate al lavoro.

liberamente tradotto da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro

Parole chiave: teleriabilitazione, terapia occupazionale, revisione sistematica

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Sempre sulla teleriabilitazione riportiamo un breve report della fondazione Don Gnocchi

TELERIABILITAZIONE

Un modello innovativo di presa in carico

Il crescente numero di persone con patologie croniche impone di trovare modelli socio-assistenziali innovativi che assicurino una reale continuità di cura, mantenendo il paziente e la sua famiglia al centro del percorso. L’innovativo modello di teleriabilitazione domiciliare della Fondazione Don Gnocchi integra le attività assistenziali e riabilitative domiciliari tradizionali con quelle erogate tramite soluzioni tecnologiche, combinando esercizi di realtà virtuale con la telepresenza del terapista.

La riabilitazione da casa

Il terapista dalla postazione al Centro di riabilitazione…

  • video-chiama il paziente;
  • controlla e corregge i suoi movimenti grazie al collegamento audio-video;
  • visualizza i parametri vitali
  • conclude la sessione e spegne il pc del paziente da remoto.

Il paziente da casa propria…

  • accende la tv e il pc all’ora prestabilita;
  • esegue il programma riabilitativo seguendo le indicazioni in telepresenza del terapista;
  • comunica con il terapista attraverso il collegamento audio-video.

I vantaggi del servizio

  • Deospedalizzazione e continuità di cura.
  • Maggior numero di pazienti raggiunti con diminuzione delle liste attesa.
  • Ottimizzazione delle risorse(maggior numero di trattamenti, distanze annullate, trattamento simultaneo di due pazienti…).
  • Misurazione oggettiva e quantitativa dell’efficacia del trattamento.
  • Stimolazione motoria e cognitiva.
  • Pazienti più motivati e coinvolti.
  • Esercizi clinicamente validati.

 

LE 10 SOFT SKILLS CHE LE AZIENDE RICERCANO

Ormai, si sa, un curriculum vincente non punta più soltanto sulla laurea e sulle esperienze lavorative pregresse. Se vogliamo risultare dei candidati perfetti da assumere dobbiamo puntare anche sulle cosiddette soft skills.

Ma cosa sono esattamente queste skills?

Le soft skills sono forse le competenze più importanti per iniziare una carriera di successo. Costituiscono la controparte delle più note hard skills, ovvero quelle competenze quantificabili e misurabili in maniera oggettiva, quali la conoscenza di un software o di un linguaggio di programmazione.

Le soft skills includono capacità relative ai tratti della personalità, alle attitudini, agli stili di comunicazione e a tutte quelle doti empatiche ed espressive, che difficilmente abbiamo appreso durante il nostro percorso universitario.

Ecco un elenco di quelle che entro il 2020 saranno le soft skills più richieste dal mondo del lavoro:

1. Problem Solving

Abbiamo sempre pensato al problem solving come un processo rigoroso e razionale. Nulla di più sbagliato. Oggigiorno tutti gli esperti di problem solving mirano all’integrazione delle risorse logiche con quelle creative, ampliando il significato del termine, per comprendere quelle abilità implicate nella ricerca di una soluzione, meglio ancora se originale e totalmente fuori dagli schemi.

2. Creatività

L’abilità di innovare è quella che fa davvero la differenza. Pensiamo al boom delle start-ups: la creatività viene valorizzata ed è sempre più richiesta in un contesto ricco di cambiamenti e in continua evoluzione. Ecco perché è bene farla emergere, sin dal primo colloquio di lavoro.

3. Negoziazione

La negoziazione è forse una delle capacità strategiche più complesse da apprendere. Essere disponibili all’ascolto, comprendere le ragioni altrui e saper trovare dei compromessi sono requisiti fondamentali per un buon negoziatore, insieme a un pizzico di improvvisazione.

4. Lateral Thinking

Il cosiddetto pensiero laterale rappresenta una modalità di risoluzione di problemi logici che prevede un approccio particolare, ovvero l’osservazione del problema da diverse angolazioni, contrapposta alla tradizionale modalità che prevede concentrazione su una soluzione diretta al problema.

5. Capacità decisionale

Saper prendere decisioni efficaci e senza procrastinare, serve ad analizzare la situazione o il problema, per identificare il possibile corso delle azioni (senza il nostro intervento). Valutare ognuna di queste azioni e il peso che hanno all’interno del singolo processo, e definire le azioni che vogliamo effettivamente adottare, in modo che gli eventi si svolgano come desideriamo.

6. Team Management

Essere un buon leader significa sapersi esprimere, saper ascoltare e costruire dei rapporti solidi con il proprio team. Significa anche essere in grado di riconoscere che in ogni squadra che funzioni, per raggiunge gli obiettivi, ciascun membro ha bisogno di supporto e motivazione diversi.

7. Intelligenza emotiva

Essere in grado di riconoscere, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni è un fattore fondamentale per chiunque debba lavorare in un team. Questa capacità ci permette di raggiungere più facilmente gli obiettivi, capire i sentimenti altrui, saper controllare l’umore e i propri stati d’animo.

8. Pensiero Critico

Un candidato perfetto sa dimostrare la propria capacità di utilizzare l’immaginazione e gli insegnamenti tratti da esperienze passate. Ciò è fondamentale per distinguersi da altri possibili candidati e, soprattutto, per differenziarsi nella propria carriera lavorativa.

9. Gestione Dello Stress

In situazioni stressanti è fondamentale riconoscere quali siano le cause che ci provocano tensione e agire in maniera tale, da minimizzare le possibili conseguenze nelle nostre azioni quotidiane. Saper gestire il proprio stress significa anche, acquisire consapevolezza dei propri limiti e dei propri bisogni.

10. Proattività

Prendere iniziative in misura maggiore di quanto richiesto dalle mansioni e dalle attività standard affidateci è sicuramente un grande punto a favore. Il pro attivo non subisce passivamente l’iniziativa altrui e, soprattutto, non aspetta che altri decidano o agiscano prima di lui.

Articolo di Alice Nesich da https://magazine.aiesec.it

OPUSCOLI INFORMATIVI IN CINESE DELLA REGIONE TOSCANA

La regione Toscana in considerazione del la presenza nel distretto di Prato di un gran numero di imprese cinesi , ha redatto degli interessanti libretti informativi utili nel ridurre la barriera linguistica e agevolare le attività dei formatori , degli addetti alla sicurezza ed agli imprenditori che operano a contatto con questa realtà. Riproponiamo il testo ed i collegamenti che potete trovare nel sito della regione Toscana

Dopo la prima esperienza del progetto Lavoro sicuro in Area vasta Centro, la Regione Toscana ha deciso di sviluppare ulteriormente l’intervento mirato di prevenzione fino a dicembre 2020.

Oltre ai controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, rivolti a un numero consistente di imprese rispetto ai rischi maggiormente rilevanti, è stata realizzata una campagna di comunicazione con la produzione di materiale informativo rivolto a imprenditori e lavoratori, per la messa in atto delle necessarie misure preventive e la promozione a tutti i livelli di una maggiore cultura della salute e della sicurezza sul lavoro.
Questa seconda fase del progetto ha visto la proficua collaborazione con il Consolato in Firenze della Repubblica popolare di Cina e con i rappresentanti della comunità cinese.

In queste pagine sono disponibili i materiali informativi in lingua per datori di lavoro e lavoratori.

 

leggi traduzione

 

 

Confezioni e Pronto moda
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Pelletterie
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Carrelli elevatori
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Maglierie
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Tintorie, stamperie e gruccifici
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Magazzini
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Tomaifici
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Come prevenire i rischi
per la salute e sicurezza
nella mia azienda

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LETTERA CIIP ALLE ISITUZIONI

La Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP), cui fanno riferimento 15 Associazioni tecnico scientifiche in materia di prevenzione e sicurezza del lavoro, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio, ai Ministri della Salute, Lavoro, Istruzione, Agricoltura e al Presidente della Conferenza delle Regioni, ha richiamato l’attenzione sulle delicate questioni di questo importante settore con delle istantanee che fotografano in maniera esaustiva ciò che occorre avviare e mettere in campo senza attendere altro tempo.

Ecco il link alla LETTERA

In sintesi per Susanna Cantoni, presidente della CIIP, occorre non abbassare la guardia soprattutto per il dilagarsi della elevata frammentazione delle imprese, con frequente ricorso ad appalti e subappalti, anche per attività lavorative estremamente pericolose.

Tale scenario, precisa la Cantoni, rende molto più difficoltosa l’azione di prevenzione e vigilanza da parte dei servizi dedicati dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, in quanto proprio nelle piccole imprese, nel  variegato mondo delle cooperative, gli stessi  lavoratori autonomi, a cui  in un  tessuto produttivo sfilacciato, vengono sempre più affidati lavori in appalto ad elevato rischio (un esempio per tutti sono le attività di manutenzione).

Occorre ripulire dall’illegalità il mercato delle consulenze e della formazione, promuovere e controllare più seriamente i processi di formazione, anche semplificando e razionalizzando gli obblighi, troppo spesso considerati ancora meri adempimenti formali da evadere se possibile o adempiere falsamente con falsi attestati e corsi fasulli. Un altro elemento su cui indagare, ha continuato, è il recente incremento di infortuni da rischio chimico in aziende e in attività diverse dal comparto dell’industria chimica.

Ecco i punti salienti della lettera.
Rafforzare i Servizi delle ASL, definendone gli standard di fabbisogno di personale, per aumentaregli interventi di controllo e di prevenzione delle ASL  per favorire l’adozione da parte delle imprese di una maggior cultura e di un maggior impegno per la sicurezza;

Potenziare le strutture dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro per la lotta al caporalato, alla irregolarità dei rapporti di lavoro; Rafforzare gli organici dei Vigili del Fuoco dedicati alla prevenzione; Rafforzare il coordinamento tra le strutture del SSN e dell’I.N.L. in quanto sicurezza e salute dei lavoratori e regolarità dei rapporti di lavoro sono temi strettamente legati ma che richiedono competenze professionali assai diverse tra loro;

Valorizzare le esperienze di 40 anni di lavoro del sistema sanitario pubblico, sostenute nel Piano Nazionale Prevenzione 2014—2019 e nel prossimo 2020—2025 attualmente in elaborazione;

Le esperienze dei Servizi ASL, pur nelle differenze regionali e di risorse dedicate, sono oramai consolidate nella programmazione dei controlli per priorità, (agricoltura, edilizia, amianto, rischio chimico e cancerogeno, rischio muscolo—scheletrico, stress lavoro—correlato, etc.), nel lavoro per piani mirati territoriali, nella ricerca attiva delle patologie professionali che mietono più vittime degli infortuni, nel coordinamento e controllo dell’operato delle figure aziendali, nel sostegno alla partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori ( RLS), ma anche nel sostegno alle iniziative di formazione scolastica.

Occorre, tuttavia, investire ancor di più nella prevenzione primaria, nella rimozione, cioè, deifattori che, nell’organizzazione del lavoro, possono costituire rischio per la sicurezza e la salute di chi lavora. Anche le azioni di promozione della salute devono essere rivolte a questo fine e non solo ad interventi individuali.

tratto da quotidianosanità.it

INTERVENTO CATARATTA E GUIDA SICURA

Da quotidianosanità.it

14 ottobre – Gli interventi di cataratta contribuiscono a rendere le strade più sicure perché dimezzano incidenti stradali e situazioni a rischio incidente (i cosiddetti ‘near miss’). Lo stabilisce una ricerca australiana appena presentata a San Francisco al congresso dell’American Academy of Opthalmogy. E secondo gli esperti, per definire l’idoneità alla guida dei pazienti più avanti negli anni, andrebbe introdotta, accanto alla tradizionale valutazione dell’acuità visiva, anche una valutazione ‘qualitativa’.

Che la chirurgia della cataratta fosse in grado di restituire ai pazienti il piacere di vedere i colori in tutto il loro splendore e di migliorare la visione notturna è cosa nota da tempo, ma che potesse avere delle ricadute sulla sicurezza stradale non era stato finora dimostrato.

La cataratta è un pegno comune da pagare all’invecchiamento: un 80enne su due presenta questo problema. I colori perdono le loro note vibranti, di notte si vede peggio perché le luci si sfrangiano in mille raggi che disturbano la visione, si fa più fatica a vedere gli oggetti da vicino. Tutto perché il cristallino, che dovrebbe essere limpido come suggerisce il suo nome, si opaca. Il rimedio c’è ed è (almeno per ora) affidato alla chirurgia: il cristallino opacato viene sostituito da una lente artificiale e si torna a vedere. Spesso anche senza occhiali.
Un intervento dai tempi contenuti, che viene effettuato quasi sempre in day hospital, in anestesia locale. Rapido e risolutivo. Ma non tutte le persone con cataratta decidono di affrontarlo.  Qualcuno ritiene che non interferendo troppo con le attività del vivere quotidiano, si possa vivere bene anche senza correggere la cataratta. Ma è davvero così?

Jonathon Nge colleghi della University of Western Australia hanno deciso di oggettivare l’impatto della cataratta sulla qualità di vita, in un contesto particolare: guidare la macchina. A tale proposito hanno arruolato 44 pazienti candidati all’intervento di cataratta e li hanno sottoposti ad un test di guida con un simulatore che proponeva loro varie situazioni:  limiti di velocità, traffico, incroci non controllati e attraversamenti pedonali.
I pazienti venivano nuovamente sottoposti al test di guida simulato dopo l’intervento di cataratta al primo occhio, poi dopo il secondo intervento (in genere viene operato prima un occhio, iniziando con quello con la cataratta più ‘densa’, poi l’altro occhio).
I risultati ottenuti si commentano da soli. Dopo il primo intervento, incidenti e situazioni al limite dell’incidente (i cosiddetti ‘near miss’) sono risultati ridotti del 35%; dopo il secondo intervento si arriva  a ridurli del 48%.

Secondo gli autori dello studio, l’acuità visiva (quella misurata con le tavole optometriche per la patente) rappresenta un importante esame per definire l’idoneità alla guida di una persona , ma dà comunque una valutazione incompleta. Un indicatore altrettanto importante è la qualità della visione. Una migliore sensibilità al contrasto e una migliore visione crepuscolare possono avere ricadute importanti sulla sicurezza alla guida.

“In Australia e in altri Paesi – commenta il dottor Ng – i pazienti spesso aspettano mesi prima di essere operati, dopo la diagnosi di cataratta. I risultati di questo studio sottolineano invece l’importanza di sottoporsi tempestivamente all’intervento, per garantire la sicurezza e l’indipendenza negli spostamenti in auto anche nei guidatori più avanti con gli anni”.

Maria Rita Montebelli

ANCHE FUMARE POCO FA MALE ALLA SPIROMETRIA

Da dottnet.it fonte: The Lancet Respiratory Medicine

Non è così vero che fumare poche sigarette al giorno non fa male. Causa comunque un danno a lungo termine ai polmoni. Questo l’avvertimento che arriva da una ricerca del Columbia University Irving Medical Center, pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine. I ricercatori hanno esaminato in particolare la quantità di aria che si può inspirare ed espirare in fumatori, ex-fumatori e non fumatori.

La funzione polmonare diminuisce naturalmente con l’età (a partire dai 20 anni) ed è noto che il fumo accelera questo processo. Sono stati presi in esame i dati relativi a 25352 persone, tra i 18 e i 93 anni, e proprio grazie a questo campione abbastanza ampio gli studiosi hanno potuto osservare le differenze nella funzione polmonare tra chi fumava meno di cinque sigarette al giorno e chi si attestava a più di 30.  L’analisi ha rivelato che la funzione polmonare in chi fuma seppur poco diminuisce a un ritmo molto più vicino a quello dei fumatori pesanti piuttosto che dei non fumatori.

Rispetto al tasso di declino di questa funzione in un non fumatore, impostato a zero, quello aggiuntivo per i fumatori cosiddetti leggeri è di 7,65 ml/anno, mentre arriva a 11,24 ml/anno per i fumatori pesanti. Ciò significa che un fumatore leggero potrebbe perdere circa la stessa quantità di funzionalità polmonare in un anno di un fumatore pesante in nove mesi. “Fumare un paio di sigarette al giorno – evidenzia Elizabeth Oelsner, che ha guidato lo studio – è molto più rischioso di quanto si pensi.  Tutti dovrebbero essere incoraggiati a smettere, indipendentemente dal numero di sigarette al giorno fumate”. Lostudio ha anche testato un’ipotesi, basata su uno studio di 40 anni fa, secondo cui il tasso di declino della capacità polmonare “si normalizza” entro pochi anni dalla cessazione del fumo, mostrando invece che sebbene la capacità polmonare diminuisca a un tasso molto più basso negli ex fumatori rispetto a chi attualmente fuma, tale tasso non si normalizza per almeno 30 anni.

FOCUS OSHA SUI DISTURBI MUSCOLOSCHELETRICI

Da osha.europa.eu

I disturbi muscoloscheletrici rappresentano uno dei disturbi più comuni legati al lavoro e affliggono milioni di lavoratori europei per un costo quantificato in miliardi di euro a carico dei datori di lavoro. La lotta ai DMS non solo contribuisce a migliorare la vita dei lavoratori, ma è anche una scelta molto sensata per le imprese.

In genere i disturbi muscoloscheletrici (DMS) interessano la schiena, il collo, le spalle e gli arti superiori, ma possono anche colpire gli arti inferiori. Indicano qualsiasi lesione o patologia alle articolazioni o ad altri tessuti.  I problemi di salute vanno da malesseri e dolori di lieve entità sino a problemi più seri che costringono ad assentarsi dal lavoro e possono richiedere cure mediche. Nei casi cronici più gravi, possono addirittura portare alla disabilità e all’abbandono forzato del posto di lavoro.

I due gruppi principali di DMS sono costituiti dai dolori/disturbi alla schiena e dai disturbi degli arti superiori legati all’attività lavorativa(conosciuti comunemente “disturbi da stress fisici ripetuti”).

LA CAUSA DEI DMS

La maggior parte dei DMS legati all’attività lavorativa si sviluppano nel tempo. Di norma non hanno una sola causa: spesso sono provocati da una combinazione di diversi fattori. Tra le cause fisiche e i fattori di rischio riconducibili all’organizzazione del lavoro si annoverano:

  • la movimentazione di carichi, specialmente quando si ruota o si piega la schiena;
  • movimenti ripetitivi o che richiedono uno sforzo;
  • l’assunzione di posture scorrette o statiche;
  • vibrazioni, scarsa illuminazione o lavoro in ambienti freddi;
  • ritmi intensi di lavoro;
  • il mantenimento prolungato della stessa posizione in piedi o seduta.

Crescono le prove che dimostrano un collegamento dei DMS con i fattori di rischio psicosociali (soprattutto se individuati in concomitanza con i rischi fisici), tra cui:

  • una domanda di lavoro elevata o una scarsa autonomia;
  • una scarsa soddisfazione sul lavoro.

PREVENZIONE

Non c’è una soluzione unica; talvolta può essere necessario rivolgersi a un esperto in caso di problemi gravi o inconsueti. Tuttavia, molte soluzioni sono semplici e poco costose (per esempio si possono fornire i lavoratori di un carrello di supporto per movimentare le merci o spostare oggetti su una scrivania).

Per contrastare i DMS, i datori di lavoro dovrebbero servirsi di una combinazione dei seguenti fattori:

  • la valutazione dei rischi:adottare un approccio olistico, valutando e affrontando l’insieme delle cause (vedi sopra);
  • la partecipazione dei dipendenti: coinvolgere il personale e i suoi rappresentanti nelle discussioni sui problemi e sulle soluzioni possibili.

Per saperne di più, leggi la scheda informativa “prevenire le patologie muscoloscheletriche legate all’attività lavorativa“.

AZIONI

Le azioni di prevenzioni potrebbero includere modifiche riguardanti:

  • gli spazi di lavoro,adeguandoli al fine di migliorare le posture lavorative;
  • le attrezzature, assicurando che siano ergonomiche e adatte ai compiti da svolgere;
  • i lavoratori, migliorando la loro consapevolezza dei rischi e impartendo una formazione su buoni metodi di lavoro;
  • i compiti, cambiando metodi o strumenti di lavoro;
  • la gestione, pianificando il lavoro in modo da evitare mansioni ripetitive o prolungate con posture scorrette, programmando pause, la rotazione delle funzioni o la riassegnazione del lavoro;
  • i fattori organizzativi,sviluppando una politica in materia di DMS.

Anche il monitoraggio e la promozione della salute, il riadattamento e il reinserimento dei lavoratori che ancora soffrono di DMS vanno considerate nell’approccio di gestione di tali disturbi.

LA NORMATIVA EUROPEA

Le direttive europee, i regolamenti degli Stati membri e gli orientamenti sulle buone prassi già riconoscono quanto sia importante prevenire i DMS. Tra le direttive pertinenti figurano la “direttiva quadro” generale sulla SSL e le direttive sulle tematiche seguenti: la movimentazione manuale di carichi, le attrezzature di lavoro, gli standard minimi per i luoghi di lavoro e le attività lavorative svolte con videoterminali (schermi di computer).

Nel 2007 la Commissione europea ha avviato una consultazione  su possibili interventi comunitari, tra cui una nuova normativa. I possibili piani sono stati sospesi in pendenza di un riesame delle direttive dell’UE nel 2014-2015. I DMS sono riconosciuti come una priorità degli Stati membri dell’UE e delle parti sociali europee.

 

SCHEDA INAIL RISCHIO TRANSPALLET

Transpallet

 

Da INAIL

Il prodotto si propone di approfondire le principali misure di prevenzione atte ad impedire il verificarsi di infortuni e/o incidenti che vedano il coinvolgimento di transpallet manuali.

Immagine I transpallet manuali

L’analisi è stata svolta partendo dai casi di infortuni mortali e gravi che hanno visto la presenza attiva di un transpallet e contenuti nella banca dati Infor.Mo

Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2019
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it