Uno sguardo in anteprima al numero 3/2022: l’articolo in primo piano del presidente Patanè individua i punti strategici su cui concentrarci oggi per costruire i Medici Competenti di domani: il dialogo con le Istituzioni, l’ambito professionale, la sorveglianza sanitaria, la cornice contrattuale, il rapporto con il sistema generale di prevenzione. Il numero è arricchito da due interessanti articoli sulla parità di genere e da una sintesi scientifica sul vaiolo delle scimmie. Ai contributi degli Autori si aggiungono alcune importanti notizie di attualità, le iniziative di comunicazione di ANMA e l’immancabile rubrica “Da leggere in poltrona”.
I lavoratori domestici svolgono servizi essenziali nell’ambito degli aspetti più intimi della casa fornendo spazi puliti e sicuri di cui le famiglie possano godere . Si prendono cura di bambini, anziani e persone con malattie o disabilità. I lavoratori sono spesso integrati ai ritmi quotidiani e alla routine delle famiglia consentendo alle famiglie di funzionare e prosperare poiché il lavoro domestico “è il lavoro che rende possibile ogni altro lavoro” [Poo, 2015].
Nel 2017, il programma per la sicurezza e la salute sul lavoro dell’Università della California (UCLA LOSH), in collaborazione con la National Domestic Workers Alliance (NDWA) e la California Domestic Workers Coalition (CDWC) ha pubblicato uno studio, Hidden Work, Hidden Pain: Injury Experiences dei lavoratori domestici in California . Il rapporto ha offerto informazioni sui vari infortuni e malattie professionali subiti dalla forza lavoro domestica come governanti, fornitori di assistenza all’infanzia e badanti. Il rapporto ha evidenziato la necessità che tutti i lavoratori domestici siano inclusi nella protezione della California’s Occupational Safety and Health Administration (CalOSHA).
I risultati chiave del rapporto evidenziano come il 51% di tutti gli intervistati ha affermato di aver subito pressioni da parte del proprio datore di lavoro per lavorare in condizioni pericolose e la stragrande maggioranza degli intervistati (85%) ha riferito dolore cronico alla schiena, alle spalle, alle braccia o alle gambe. Inoltre, più della metà degli intervistati ha continuato a lavorare, nonostante il dolore cronico, per necessità finanziarie e per paura di perdere il lavoro. Inoltre, il rapporto ha evidenziato la necessità di estendere la protezione della sicurezza e della salute sul lavoro ai lavoratori domestici.
I lavoratori domestici che lavorano presso abitazioni private vanno incontro a rischi per la salute e la sicurezza simili a quelli riscontrati in altri lavori nel settore sanitario o dei servizi. Gli intervistati dell’indagine UCAL-LOSH hanno indicato che il loro lavoro comportava comunemente movimenti ripetitivi (81%), sollevamento di oggetti pesanti (76%), sollevamento di bambini o di persone assistite (70%) ed esposizione a prodotti chimici per la pulizia (62%) e rischi biologici (79 per cento). Un certo numero di intervistati è stato anche molestato o aggredito sessualmente (23%) mentre lavorava. Molti di questi rischi sono i medesimi affrontati dai lavoratori che svolgono compiti simili in ambienti di lavoro più convenzionali, come gli infermieri negli ospedali o gli addetti alle pulizie negli hotel o negli uffici.
Il tipo di infortunio più comune tra i lavoratori domestici è rappresentato dai disturbi muscoloscheletrici. La maggior parte (85%) degli intervistati ha descritto lesioni che hanno provocato dolore cronico alla schiena, alle spalle, alle braccia o alle gambe. Le lesioni muscoloscheletriche non si risolvono facilmente e oltre la metà (55%) ha riferito di aver continuato a lavorare per necessità finanziarie o per paura di perdere il lavoro nonostante il dolore continuo. Gli infortuni sul lavoro tra addetti alle pulizie residenziali, badanti e fornitori di assistenza all’infanzia hanno comportato costi sostanziali per se stessi e le loro famiglie. Quasi la metà (45%) degli intervistati ha perso almeno una giornata lavorativa non retribuita a causa delle ferite riportate e il 71% ha cercato assistenza medica. Oltre due terzi degli intervistati (68%) ha riferito di aver dovuto sostenere spese mediche e la stragrande maggioranza di coloro che hanno perso il lavoro (92%) non sono stati pagati per il tempo di lavoro perso.
Il lavoro domestico può essere suddiviso in tre grandi categorie – pulizie domestiche, assistenza domiciliare per anziani o persone con disabilità e assistenza all’infanzia‚ – ed include un’ampia gamma di compiti e responsabilità lavorative. Le pulizie domestiche, ad esempio, possono includere spolverare e passare l’aspirapolvere, strofinare e strofinare le superfici, lavare le finestre, spostare mobili pesanti, fare il bucato, piegare i vestiti, rifare i letti e organizzare gli armadi o altri spazi di stoccaggio [Waheed et al., 2016]. I servizi di assistenza per anziani o persone con disabilità in genere comportano l’assistenza nelle attività della vita quotidiana come lavarsi, pulirsi, andare in bagno, nutrirsi, assistenza per la deambulazione, cure mediche autorizzate, sollevare pazienti e compagnia di base [Burnham & Theodore, 2012; Lavoratori domestici uniti e datacenter, 2006; Cacca, 2015]. I fornitori di assistenza all’infanzia controllano attentamente i bambini in casa e si occupano dei loro bisogni primari, come vestirsi, fare il bagno, nutrire e sorvegliare il gioco [Bureau of Labor Statistics (BLS), 2018; Waheed et al., 2016]. I compiti di assistenza includono un elemento determinante ma spesso trascurato come quello di costruire relazioni e fornire supporto emotivo. Queste relazioni sono spesso legate alla soddisfazione sul lavoro del lavoratore e allo stress correlato al lavoro [Delp et al., 2010 ].
Come riportato dal San Francisco Chronicle, lo Stato della California ha pubblicato le prime linee guida per la salute e la sicurezza sul lavoro del paese per i lavoratori domestici. In California, circa 350.000 persone in 200.000 case (quasi il 16% delle famiglie) sono impiegate come lavoratrici domestiche. La stragrande maggioranza dei lavoratori domestici in California sono donne immigrate di colore; Il 95 per cento sono donne e l’84 per cento sono immigrati. Queste cifre contrastano con le statistiche nazionali raccolte dal BLS, dove si stima che solo il 46% dei lavoratori domestici sia nato all’estero [ Burnham e Theodore, 2012 ]. Liberamente tradotto ed adattato da dott. Alessandro Guerri specialista in Medicina del lavoro.
Il ricorso a sistemi di monitoraggio digitale ai fini della salute e della sicurezza sul lavoro (SSL), quali applicazioni, telecamere e dispositivi indossabili, può rendere i luoghi di lavoro più sicuri. Indipendentemente dal fatto che siano usati a fine proattivo (di prevenzione) o reattivo (di mitigazione), il buon funzionamento di tali sistemi dipende spesso dall’accuratezza dei dati che acquisiscono e analizzano. È altrettanto importante che datori di lavoro e dipendenti dispongano delle informazioni necessarie per soppesare vantaggi e svantaggi nonché agevolare un’adozione efficace dei suddetti sistemi.
Le problematiche e le opportunità insite nei sistemi intelligenti di monitoraggio digitale della SSL sono state analizzate in due nuove relazioni, delle quali una indaga su quali siano i tipi, gli scopi e gli utilizzi di tali sistemi, mentre l’altra presenta esempi di migliori prassi relative all’integrazione dei nuovi sistemi di monitoraggio sul luogo di lavoro.
Le presenti “Linee di indirizzo per l’applicazione di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro per l’industria chimica” rappresentano uno strumento utile per la diffusione della cultura della salute e della sicurezza e la conoscenza delle buone pratiche organizzative, tecniche e gestionali già esistenti.
Le Linee di indirizzo vogliono fornire alle imprese, in particolar modo a quelle di piccole e medie dimensioni, un supporto operativo funzionale all’adozione dei sistemi di gestione, finalizzato ad aumentare il livello di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Le imprese avranno in tal modo la possibilità di sviluppare un approccio compatibile con il percorso necessario per conseguire la certificazione secondo lo schema previsto dallo standard UNI ISO 45001:2018 e, grazie al contributo presente nell’appendice A, di adottare un modello organizzativo e gestionale relativo alla responsabilità amministrativa degli Enti, di cui al decreto legislativo n. 231 del 2001 s.m.i., che rispetti i requisiti previsti all’art. 30 del d.lgs. 81/08 e s.m.i..
La scheda presenta l’approfondimento delle dinamiche infortunistiche avvenute nei settori della fabbricazione di articoli in gomma, materie plastiche e prodotti chimici e registrate nella banca dati del sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi Informo.
Nel dettaglio oltre a presentare l’andamento infortunistico dei dati di fonte assicurativa, in termini di frequenza ed indice di incidenza, vengono esaminate le caratteristiche delle modalità di accadimento e dei fattori causali degli infortuni analizzati. Sono poi indicate alcune delle principali misure di prevenzione e protezione da attuare per il contenimento e la riduzione del rischio infortunistico.
Portare gli animali al lavoro, in Italia, è ancora una pratica poco diffusa, soprattutto per il fatto che non esistono delle normative precise. Si conta che nel nostro Paese solo il 9 % delle aziende concede ai pet parents di portare i propri animali al lavoro. Tra gli esempi più virtuosi, in Italia, c’è la stilista Elisabetta Franchi, che ha addirittura creato un dog hospitality dotato di mensa per gli amici a quattro zampe dei suoi dipendenti.
Le altre aziende pet friendly sono perlopiù multinazionali americane come Purina, Amazon, Google, Zynza, Unicredit, Mars e Nintendo Italia. Purina ha costruito, in azienda, un’area dedicata agli animali. Mars una volta al mese festeggia il “Pet friendly day”, giornata in cui i dipendenti possono portare i propri amici a quattro zampe al lavoro. La Nintendo, invece, apre le porte agli animali di venerdì, nel cosiddetto “pet Friday”.
Anche il Comune di Genova – assessorato alla cultura – ha concesso ai propri impiegati di portare in ufficio gli animali domestici.
Le aziende pet friendly nel resto del mondo
Quella di portare gli animali al lavoro è una consuetudine negli Stati Uniti, dove un’azienda su cinque è pet friendly. Inoltre, è già da anni che si festeggia la Giornata Mondiale del cane il 25 giugno. Ma non soltanto i cani sono ben accolti in ufficio. A Tokio la Ferray Corporation ha accolto nove gatti abbandonati nei suoi uffici per ridurre lo stress dei dipendenti.
Portare i propri animali al lavoro, quindi, è un’idea che sta prendendo sempre più piede in Italia e all’esterno. Questo significa che i benefici della compagnia di cani e gatti sul luogo di lavoro sono tangibili e coinvolgono tutti.
Stretta su sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato e divieto di fumo in luoghi all’aperto se ci sono nelle vicinanze minori e donne incinte. È quanto ha annunciato il ministro della Salute Orazio Schillaci in audizione in Commissione Affari sociali della Camera. L’intenzione di Schillaci è «affrontare la prevenzione e il contrasto del tabagismo, tuttora la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile in Italia, per conseguire l’obiettivo sfidante del Piano Europeo contro il cancro 2021». Schillaci vuole «creare una ‘generazione libera dal tabacco’, nella quale meno del 5% della popolazione consumi tabacco entro il 2040». A 20 anni dalla legge Sirchia, che sancì per la prima volta in Italia il divieto di fumare nei locali chiusi aperti al pubblico, potrebbe arrivare nel nostro Paese una nuova svolta sul fumo. La norma del 2003 aveva contribuito a ridurre significativamente il numero di fumatori in Italia, m, di recente, la tendenza si è invertita. Complice anche l’avvento delle sigarette elettroniche.
Ecco perché Schillaci intende proporre: «L’aggiornamento e l’ampliamento dell’articolo 51 della legge 3/2003 per: estendere il divieto di fumo in altri luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza; eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori nei locali chiusi; estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti non da fumo (sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato); estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina e ai device dei prodotti del tabacco riscaldato». Come ricorda l’Istituto superiore di sanità (Iss), infatti, «il fumo non è responsabile del solo tumore del polmone, ma è anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie e cardiovascolari» tanto che, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), entro il 2030 provocherà 8 milioni di morti l’anno nel mondo.
In quest’ottica, ha proseguito «è necessario e strategico» anche «il recepimento entro il 23 luglio 2023 della direttiva della Commissione Europea sull’eliminazione di alcune esenzioni che riguardano i prodotti del tabacco riscaldato», per «consentirne l’entrata in vigore dal 23 ottobre 2023». L’obiettivo del ministro, che è anche professore ordinario di Medicina Nucleare all’Università di Tor Vergata, è che «i molteplici interessi correlati ai prodotti del tabacco, che coinvolgono i Dicasteri economici, non prevalgano sulla tutela della salute». In 10 anni, come certificato da Istat, la legge Sirchia portò alla riduzione dei ricoveri per infarto del 5% ogni anno e alla diminuzione del 25% delle vendite dei prodotti del tabacco. La battaglia contro il tabagismo, però, era tutt’altro che conclusa. Nel 2015, veniva emanato il Decreto Legislativo che recepiva la Direttiva europea 2014/40: nel pacchetto dell’allora ministro Beatrice Lorenzin, vi erano, tra l’atro, l’obbligo di foto dei danni da fumo sui pacchetti unito al Numero Verde per aiutare a smettere (800.554.088), il divieto di additivi che rendono più attrattivo il tabacco e l’abolizione dei pacchetti da 10. Eppure, che si tratti di bionde o di tabacco sfuso, ancora nel 2022, secondo i dati dell’Iss, quasi un italiano su 4 (il 24% della popolazione) era un fumatore, e il trend è in ripresa dopo anni di calo. Mentre l’aumento è costante per le persone, in genere giovanissimi, che fumano sigarette a tabacco riscaldato: 3,3% del 2022 rispetto al 1,1% del 2019.
Obiettivo del progetto è stato quello di rendere disponibili una serie di manuali operativi su tematiche inerenti la sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono stati predisposti sei fascicoli. Il presente rappresenta il secondo e si riferisce alla tematica “valutare il rischio architettonico negli ambienti di lavoro”. Prodotto: VolumeEdizioni: Inail – 2022Disponibilità: Consultabile solo in reteInfo: dcpianificazione-comunicazione@inail.it
GdL coordinato da Antonia Ballottin ha prodotto un primo documento di consenso: “Dallo stress lavoro-correlato alla prevenzione dei rischi psicosociali“. La pandemia ma anche la guerra, la precarietà, le condizioni economiche, la crisi climatica, hanno contribuito ad elevare l’attenzione nei confronti dei cambiamenti organizzativi e sociali anche sul lavoro e ad attivare interventi di supporto in azienda per singoli e gruppi di lavoratori, opportunità e necessità che deve essere mantenuta come integrazione della gestione dello stress lavoro correlato.
BielGlasses e Panasonic hanno presentato per la prima volta gli occhiali intelligenti: un ausilio ottico per le persone ipovedenti, frutto di una collaborazione nata nel 2021.
Startup con sede a Barcellona, Biel Glasses è stata fondata da un medico e un ingegnere nel tentativo di migliorare la vita del figlio Biel, ipovedente dalla nascita, e progetta occhiali intelligenti per risolvere i problemi di mobilità delle persone ipovedenti, con l’obiettivo di renderle maggiormente autonome.
La tecnologia di Biel Glasses sfrutta l’intelligenza artificiale e la robotica per comprendere l’ambiente circostante e la realtà mista per adattarlo alla visione residua degli utenti.
Unendo gli occhiali leggeri per realtà virtuale compatibili con HDR 5.2K di Panasonic con le tecnologie per ipovisione di Biel Glasses è nato un prodotto che riduce le difficoltà motorie causate da gravi disturbi della vista, come la perdita della vista periferica o visione a tunnel, che colpisce chi soffre di condizioni tra cui glaucoma, retinite pigmentosa e altri problemi e permette agli utenti di muoversi in modo sicuro e indipendente grazie a feedback su ostacoli e altri pericoli.
Principali caratteristiche degli occhiali intelligenti
Tra le principali caratteristiche, Biel Glasses e Panasonic sottolineano innanzitutto il supporto al movimento autonomo.
L’intelligenza artificiale e la robotica analizzano in tempo reale i contenuti della scena catturati dalle fotocamere e dai sensori individuando potenziali pericoli per la mobilità, come ostacoli, gradini, buche e così via, che vengono percepiti dagli utenti grazie alle indicazioni grafiche fornite dalla realtà mista e adattate alla loro visione residua.
Come secondo punto, c’è il supporto alla visione in base alle caratteristiche visive.
Le funzioni degli occhiali intelligenti vengono adattate alle condizioni e alle esigenze specifiche dei pazienti dagli optometristi che intervengono su zoom, adattamento all’illuminazione e miglioramento del contrasto, per ottenere un’elaborazione dell’immagine ottimale.
Terzo punto è il comfort visivo.
Grazie ai pannelli μOLED e alle lenti pancake per la visualizzazione delle immagini, gli occhiali intelligenti hanno un consumo energetico ridotto e risultano estremamente compatti e leggeri per favorire l’indipendenza e il comfort di chi li indossa.
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