DERMATITE DA MASCHERINE NEGLI OPERATORI SANITARI
Da DentalAcademy.it
In tempo di pandemia, i dispositivi di protezione individuale (Dpi), in particolare le mascherine, sono quanto mai essenziali per la sicurezza degli operatori sanitari. È stato però dimostrato che l’uso prolungato dei Dpi aumenta il rischio di dermatosi professionali. Tra le dermatiti professionali figurano la dermatite da contatto irritativa – a cui sono dovuti quattro casi su cinque – e la dermatite allergica da contatto.
Una revisione sistematica delle dermatosi professionali derivate dall’uso prolungato delle mascherine chirurgiche e dei respiratori FFP3 (N95) è stata recentemente pubblicata sul Journal of the American Academy of Dermatology a cura di un variegato team di studiosi di diversi ospedali e università statunitensi. «Abbiamo identificato – riassumono gli autori – 344 articoli, di cui 16 erano adatti per essere inclusi nella nostra revisione. Gli articoli selezionati erano incentrati sulle dermatosi professionali del viso negli operatori sanitari. È stata segnalata l’insorgenza di dermatite allergica in diversi soggetti, mentre la dermatite da contatto irritativa è risultata comune sulle guance e sul dorso del naso a causa della pressione e dell’attrito».
La dermatite da contatto irritativa, la forma più comune tra le malattie della pelle professionale, deriva da lesioni citotossiche dovute al contatto diretto con sostanze chimiche o irritanti fisici. Le manifestazioni si presentano clinicamente come eritema, desquamazione, edema e vescicole insieme a ulcerazioni e fessure nell’area di contatto. I sintomi riportati spesso includono dolore, pizzicore o bruciore più che prurito. I pazienti con una storia di dermatite atopica sono più suscettibili agli irritanti perché hanno difetti di barriera cutanea. I ricercatori americani hanno rilevato un’associazione della dermatite irritativa con un utilizzo prolungato della mascherina (più di sei ore).
Sono stati anche segnalati casi di eruzioni acneiformi dovute probabilmente a sfregamento o a occlusione (acne meccanica) in pazienti che in passato avevano già sofferto di acne. L’orticaria da contatto è stata piuttosto rara.
La dermatite da contatto allergica è invece una reazione di ipersensibilità di tipo IV ritardata che può svilupparsi in risposta agli allergeni nell’ambiente. In questo caso, i fattori di rischio sono i materiali di cui è composta la mascherina o che sono stati utilizzati per la sua realizzazione e sono ovviamente esacerbati dall’uso prolungato. La divulgazione incompleta e talvolta assente delle sostanze chimiche impiegate nella produzione dei Dpi rende difficile l’identificazione degli allergeni rilevanti. Gli autori hanno comunque identificato diverse fonti possibili di dermatite allergica, come i lacci elastici, la colla e la formaldeide rilasciata da questi dispositivi. Fili o cerchi metallici vengono utilizzati per modellare la mascherina sul viso; anche se è improbabile che questi fili siano a diretto contatto con la pelle, l’uso ripetuto o per lunghi periodi, lo sfregamento e la sudorazione possono provocare il rilascio e il trasferimento degli ioni metallici sulla pelle e scatenare reazioni allergiche in alcune persone predisposte.
Renato Torlaschi
Giornalista Italian Dental Journal