L’opuscolo, rivolto ad acconciatori e estetiste, è stato realizzato dall’Inail, in qualità di Focal Point Italia dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-Osha), e dal network nazionale, nell’ambito della campagna europea “Salute e sicurezza negli ambienti di lavoro in presenza di sostanze pericolose”, promossa da EU-Osha nel biennio 2018-2019.
L’opuscolo intende fornire le informazioni necessarie ai fini di una corretta valutazione e gestione del rischio da sostanze pericolose in tale settore, in cui i lavoratori sono maggiormente esposti, con un approccio comunicativo e divulgativo, nell’ottica di una sempre maggiore diffusione della cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro.
Novavax è diverso dagli altri vaccini perché è composto dalle proteine del virus SARS-CoV-2. Queste contengono la parte del virus che muta meno ed è per tale motivo che si ha la speranza che possa essere efficace con più di una variante”. Silvio Garattini, decano dei farmacologi, presidente dell’Istituto “Mario Negri” di Milano, spiega a Huffpost che il vaccino Novavax, di cui si attende l’approvazione da parte dell’Ema – l’agenzia europea per i medicinali – in questi giorni, è stato “pensato per cercare di combattere diverse varianti del virus”. “Certo questa è la teoria, poi bisogna vedere cosa succederà una volta somministrate le dosi a milioni di persone” afferma, cauto, il professore.
“Nuvaxoid”, questo il nome commerciale, è stato creato da un’azienda biotech statunitense e sfrutta la tecnica delle “proteine ricombinanti”, che viene utilizzata ormai da diversi decenni contro malattie come pertosse, epatite o meningite. L’Ema ha annunciato che l’approvazione di questo vaccino, considerato più “tradizionale”, potrebbe arrivare entro fine anno e potrà essere somministrato alle persone dai 18 anni in su.
Il professor Garattini conferma che il vaccino è stato valutato come molto efficace e sembra rispettare i parametri dell’Ema. “Dagli studi effettuati pare che l’efficacia sia molto alta, che sia ben tollerato, inoltre per conservare questo vaccino non dovrebbe esserci bisogno della catena del freddo quindi potrebbe essere adatto anche ai paesi a basso reddito. Speriamo sia davvero così” commenta Garattini.
Un vaccino che è considerato più “tradizionale” o più “antico” perché non funziona come i vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna) o a vettore virale (Astrazeneca e Johnson&Johnson). Non funziona cioè grazie alle molecole di acido ribonucleico messaggero (RNA) che contengono le istruzioni affinché le cellule della persona che si è vaccinata sintetizzino le cosiddette proteine Spike. “Non è l’RNA che produce proteine nelle cellule che poi suscitano risposta immunitaria, ma sono le stesse proteine del virus che vanno a legarsi con le proteine delle membrane cellulari, vengono considerate anche loro come estranee dall’organismo e quindi viene poi sviluppata la risposta immunitaria” spiega Garattini. Il Novavax non funziona neanche come un vaccino a vettore virale e cioè non utilizza un virus per portare all’interno della cellula la sequenza del codice genetico che codifica per la proteina Spike. Il Novavax si serve però di un adiuvante, la saponina, una sostanza chimica che, continua Garattini, “sembra che riesca a rafforzare la risposta immunitaria”.
Proprio perché basato su una una tecnologia più antica, che si serve anche di adiuvanti, secondo il professore, questo vaccino potrebbe “convincere maggiormente le persone che ancora sono reticenti a vaccinarsi”. Sono ancora 6,5 milioni le persone sopra i 12 anni d’età che non hanno cominciato il ciclo vaccinale e cioè non hanno fatto nemmeno una dose. Molte di questi sono in fascia lavorativa, fra i 30 e i 60 anni. Nella fascia tra i 40 e i 49 anni gli italiani “No Vax” sono oltre un milione e trecentomila. ”È il 10% della popolazione ed è un numero significativo, che favorisce la circolazione del virus” ha affermato Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss. “Gli adiuvanti sono presenti in molti dei vaccini tradizionali, anche in quelli influenzali. Mentre queste sostanze non sono presenti nei vaccini come Pfizer o Astrazeneca, che invece presentano un contenuto molto meno complesso” osserva Garattini. Secondo il professore è possibile che, se questo nuovo vaccino viene propagandato come più simile a quelli tradizionali, alcuni No Vax si convincano ad effettuare il vaccino. “Anche se – ribadisce il professore – non c’è nessuna ragione scientifica che possa portare a pensare che Novavax sia meglio degli altri vaccini.
L’efficacia, stando agli studi effettuati finora, è più o meno uguale”.
Di Novavax si dice anche che abbia meno effetti collaterali rispetto ai vaccini contro il covid già in commercio. Garattini, però, su questo punto è ancora una volta molto prudente. “Non si sa ancora se abbia meno effetti collaterali rispetto agli altri vaccini. Per fare confronti con gli altri vaccini bisogna avere anche la stessa base di applicazione. Novavax finora è stato somministrato e quindi studiato solo su poche migliaia di persone. Gli effetti collaterali invece si desumono dalla somministrazione a centinaia di milioni di persone” chiarisce.
Un vaccino che è arrivato non a caso molti mesi dopo quelli a mRNA o a vettore virale, “perché è stato creato proprio per essere diverso da tutti gli altri”, dice Garattini. “L’idea alla base della creazione dei vaccini è che possano avere una breve durata a causa delle varianti. Allora si cerca di studiare vaccini che siano sempre diversi. È probabile che vengano prodotti anche altri vaccini se, come si pensa al momento, le somministrazioni dovranno avvenire ogni anno” spiega ancora il professore.
Tra i nuovi anti-Covid messi in commercio ci sarà probabilmente anche il “Vla2021” sviluppato dall’azienda francese Valneva. L’Ema dovrebbe approvarlo il prossimo anno. La Commissione europea ha già prenotato 24,3 milioni di dosi, che sono aumentabili a 60. Anche Vla2021 è un vaccino che potrebbe piacere ai No Vax. ”È un vaccino ancora più tradizionale, in cui viene inattivato il virus. Quindi il virus non può più crescere, ma le proteine dello stesso destano la risposta immunitaria. Il suo funzionamento è molto più vicino al vaccino contro la poliomielite” commenta Garattini.
Nuovi vaccini dunque che potrebbero far cambiare idea ad una parte della popolazione No Vax. Su Novavax l’approvazione dell’Ema dovrebbe arrivare a breve. E non sono pochi coloro che sperano che, insieme alla campagna vaccinale sui bambini e l’effetto super Green Pass, il vaccino possa contribuire a far avvicinare al 90% di popolazione totale vaccinata. Garattini si mostra fiducioso, ma vuole attendere dati più certi. “L’effetto psicologico dato da un vaccino più tradizionale potrebbe esserci, ma bisogna vedere poi come si concretizza. Per ora la nostra è solo una speranza” conclude.
Due nuovi documenti di riflessione esaminano gli ambienti di lavoro virtuali e la valutazione dinamica del rischio. Il primo si concentra su come l’ambiente di lavoro virtuale e la sicurezza e salute sul lavoro vengono influenzati dalla trasformazione digitale. Il secondo esamina il modo in cui la valutazione dinamica del rischio, termine utilizzato per indicare la digitalizzazione e l’innovazione della valutazione del rischio, tratta i dati digitali e i rischi in rapida evoluzione. Quali sono le opportunità e le sfide? Qual è l’impatto su politica, ricerca e pratica? Quali sono i pro e i contro? Tali documenti forniscono risposte a queste e altre domande.
Bando ISI INAIL 2021, nuova tornata di finanziamenti a fondo perduto per la sicurezza sul lavoro.
Bando ISI INAIL 2021, nuova tornata di incentivi per la sicurezza sul lavoro, si parte con i primi step di presentazione della domanda dal 26 febbraio al 7 marzo 2022. Finanziamenti a fondo perduto per imprese ed Enti del Terzo Settore per progetti fino a 130.000 euro. Dettagli e calendario con le date di scadenza diffusi il 16 dicembre dall’Istituto.
Garantire incentivi per la realizzazione di progetti finalizzati a migliorare le condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori e sostenere le micro e piccole imprese del settore della produzione primaria dei prodotti agricoli nell’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature di lavoro più sicure e più rispettose dell’ambiente sono gli obiettivi del bando ISI INAIL 2021.
INAIL – Estratto dell’Avviso pubblico ISI 2021 Estratto dell’Avviso pubblico ISI pubblicato il 16 dicembre 2021
Per questi scopi le imprese e gli Enti del Terzo Settore possono richiedere finanziamenti a fondo perduto relativamente ai diversi assi previsti per progetti dai 1.000 ai 130.000 euro.
Asse di finanziamento
Percentuale massima di spese coperte dal finanziamento
Valore del progetto
Beneficiari
1.Progetti di investimento e Progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale
65 per cento
Da un minimo di 5.000 a un massimo di 130.000 euro
Tutte le imprese. Escluse micro e piccole imprese dalla produzione primaria dei prodotti agricoli e destinatari esclusivi dei progetti per specifici settori di attività
2.Progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale di carichi (MMC)
65 per cento
Da un minimo di 5.000 a un massimo di 130.000 euro
Tutte le imprese ed Enti del Terzo Settore. Escluse micro e piccole imprese dalla produzione primaria dei prodotti agricoli e destinatari esclusivi dei progetti per specifici settori di attività
3.Progetti di bonifica da materiali contenenti amianto
65 per cento
Da un minimo di 5.000 a un massimo di 130.000 euro
Tutte le imprese
4.Progetti per micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività
65 per cento
Da un minimo di 2.000 a un massimo di 50.000 euro
Solo micro e piccole imprese impegnate in attività di raccolta e smaltimento rifiuti/risanamento e altri servizi di gestione rifiuti
5.Progetti per micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione agricola primaria dei prodotti agricoli
40 per cento per le imprese agricole e 50 per cento per i giovani agricoltori
Da un minimo di 1.000 a un massimo di 50.000 euro
Micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli
Dal 15 dicembre scatta l’obbligo di vaccinarsi contro il Covid per alcune categorie e di effettuare la terza dose booster per altre
Da mercoledì 15 dicembre scatta l’obbligo di vaccinarsi per alcune categorie di lavoratori, e di effettuare la terza dose booster per altre. Una delle novità più interessanti del nuovo decreto Covid approvato il 26 novembre è proprio l’imposizione dell’obbligo della terza dose di vaccino (qui i possibili effetti collaterali) ai soggetti per i quali la legge già prevedeva l’obbligo di vaccinazione, cioè per i sanitari e gli operatori delle RSA (qui chi deve prenotare la terza dose e come fare in ogni Regione).
L’estensione ha validità a decorrere dal 15 dicembre prossimo ed esclude la possibilità di essere adibiti a mansioni diverse.
Non solo. Il governo Draghi ha deciso di estendere l’obbligo vaccinale a ulteriori categorie, sempre a decorrere dal 15 dicembre. Ecco chi dovrà necessariamente vaccinarsi entro il 15 dicembre per poter continuare a lavorare:
personale amministrativo della sanità
docenti e personale amministrativo della scuola
militari
forze di polizia, compresa la polizia penitenziaria
personale del soccorso pubblico.
In tutti i casi descritti sopra dal 15 dicembre serve dunque il super green pass ottenuto da vaccinazione (qui i dati reali su quanto dura la protezione del vaccino e quando e quanto scende). Per tutti gli altri lavoratori per cui non vige l’obbligo vaccinale continua ad essere obbligatorio il green base “base”, cioè quello ottenibile anche solo con tampone rapido o molecolare.
Gli Ordini degli esercenti le professioni sanitarie, tramite le rispettive Federazioni nazionali, che operano in qualità di responsabili del trattamento dei dati personali, avvalendosi della Piattaforma nazionale digital green certificate (Piattaforma nazionale-DGC) eseguono immediatamente la verifica automatizzata del possesso dei green pass comprovanti lo stato di avvenuta vaccinazione anti SARS-CoV-2.
Qualora dalla Piattaforma nazionale-DGC non risulti l’effettuazione della vaccinazione anti SARS-CoV-2, anche con riferimento alla dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale primario, l’Ordine professionale territorialmente competente invita l’interessato a produrre, entro 5 giorni dalla ricezione della richiesta, la documentazione comprovante l’effettuazione della vaccinazione oppure l’attestazione relativa all’omissione o al differimento, o la presentazione della richiesta di vaccinazione, da eseguirsi entro un termine non superiore a 20 giorni dalla ricezione dell’invito, o comunque l’insussistenza dei presupposti per l’obbligo vaccinale.
In caso di presentazione di documentazione attestante la richiesta di vaccinazione, l’Ordine invita l’interessato a trasmettere immediatamente e comunque non oltre 3 giorni dalla somministrazione, la certificazione attestante l’adempimento all’obbligo vaccinale.
Decorsi i termini, se l’Ordine professionale accertasse ancora il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale, anche con riguardo alla dose di richiamo, ne dà comunicazione alle Federazioni nazionali competenti e, per il personale che abbia un rapporto di lavoro dipendente, anche al datore di lavoro. L’atto di accertamento determina l‘immediata sospensione dall’esercizio delle professioni sanitarie ed è annotato nel relativo albo professionale.
La sospensione è efficace fino alla comunicazione da parte dell’interessato all’Ordine territoriale competente e, per il personale che abbia un rapporto di lavoro dipendente, anche al datore di lavoro, del completamento del ciclo vaccinale primario e, per i professionisti che hanno completato il ciclo vaccinale primario, della somministrazione della dose di richiamo e comunque non oltre il termine di 6 mesi a decorrere dal 15 dicembre 2021.
Per il periodo di sospensione non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato.
Per i professionisti sanitari che si iscrivono per la prima volta agli albi degli Ordini professionali territoriali l’adempimento dell’obbligo vaccinale è requisito ai fini dell’iscrizione fino alla scadenza del termine di 6 mesi a decorrere dal 15 dicembre 2021.
Per il periodo in cui la vaccinazione è omessa o differita, il datore di lavoro adibisce i soggetti a mansioni anche diverse, senza decurtazione della retribuzione, in modo da evitare il rischio di diffusione del contagio da SARS-CoV-2.
Obbligo almeno prima dose per nuove categorie di lavoratori
Per quanto riguarda l’obbligo di vaccinazione almeno prima dose, dal 15 scatta per:
personale scolastico del sistema nazionale di istruzione, delle scuole non paritarie, dei servizi educativi per l’infanzia, e anche dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti, dei sistemi regionali di istruzione e formazione professionale e dei sistemi regionali che realizzano i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore;
personale del comparto della difesa, sicurezza e soccorso pubblico e della polizia locale
personale che svolge a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa nelle strutture di cui all’articolo 8-ter del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, ad esclusione di quello che svolge attività lavorativa con contratti esterni
personale che svolge a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa alle dirette dipendenze del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria o del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, all’interno degli istituti penitenziari per adulti e minori.
La vaccinazione costituisce requisito essenziale per lo svolgimento delle attività lavorative dei soggetti obbligati. I dirigenti scolastici e i responsabili delle istituzioni devono assicurare il rispetto dell’obbligo.
I soggetti verificano immediatamente l’adempimento dell’obbligo vaccinale acquisendo le informazioni necessarie. Anche qui nei casi in cui non risulti l’effettuazione della vaccinazione anti SARS-CoV-2 o la presentazione della richiesta di vaccinazione, i soggetti invitano l’interessato a produrre, entro 5 giorni dalla ricezione dell’invito, la documentazione comprovante l’effettuazione della vaccinazione oppure l’attestazione relativa all’omissione o al differimento, o la presentazione della richiesta di vaccinazione da eseguirsi in un termine non superiore a 20 giorni dalla ricezione dell’invito, o comunque l’insussistenza dei presupposti per l’obbligo vaccinale.
In caso di presentazione di documentazione attestante la richiesta di vaccinazione, i soggetti invitano l’interessato a trasmettere immediatamente e comunque non oltre 3 giorni dalla somministrazione, la certificazione attestante l’adempimento all’obbligo vaccinale. In caso di mancata presentazione della documentazione i soggetti accertano l’inosservanza dell’obbligo vaccinale e ne danno immediata comunicazione scritta all’interessato.
L’atto di accertamento dell’inadempimento determina l’immediata sospensione dal diritto di svolgere l’attività lavorativa, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro.
Per il periodo di sospensione, non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati. La sospensione è efficace fino alla comunicazione da parte dell’interessato al datore di lavoro dell’avvio o del successivo completamento del ciclo vaccinale primario o della somministrazione della dose di richiamo, e comunque non oltre il termine di sei mesi a decorrere dal 15 dicembre 2021.
I dirigenti scolastici e i responsabili delle istituzioni provvedono alla sostituzione del personale docente sospeso mediante l’attribuzione di contratti a tempo determinato che si risolvono di diritto nel momento in cui i soggetti sostituiti, avendo adempiuto all’obbligo vaccinale, riacquistano il diritto di svolgere la propria attività lavorativa.
Sanzioni
Lo svolgimento dell’attività lavorativa in violazione dell’obbligo vaccinale è punito con una sanzione e restano ferme le conseguenze disciplinari secondo i rispettivi ordinamenti di appartenenza.
La sanzione è comminata dal prefetto ed è stabilita nel pagamento di una somma da 600 a 1.500 euro.
Facendo propria la strategia UE, al fine di prevenire gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, la Ssc ha intrapreso un lavoro mirato a migliorare la raccolta dei dati, sviluppare la base delle informazioni, con particolare riguardo ai rischi e ai danni da lavoro.
L’attenzione nell’anno 2021 si è focalizzata sulle patologie muscoloscheletriche del rachide che, attraverso la lettura integrata di informazioni sulle denunce, sui rischi e danni conseguenti ha portato ad elaborare mappe di danno e di rischio in specifici settori lavorativi, in territori localizzati, evidenziando fenomeni meritevoli di attenzione e per i quali si sono prospettate azioni di miglioramento in ambito preventivo e di tutela indennitaria del lavoratore.
Lo studio analizza la diffusione, la produzione e gli infortuni nonché la gestione della sicurezza nelle due grandi famiglie estrattive, pietre ornamentali e inerti e fornisce una disamina su alcune nuove tecnologie implementabili in cava come Internet of Things (IoT), la connettività mobile anche di quinta generazione, nonché i Sistemi di identificazione a radio frequenza (RFID).
Lo studio fa il punto sulle potenzialità future sottese da tali tecnologie, la cui diffusione è incentivata da recenti provvedimenti del legislatore e delle Istituzioni preposte, ai fini della prevenzione degli infortuni in cava e della modernizzazione dei prodotti e processi.
Lo rivela la metanalisi di studi osservazionali che hanno coinvolto Italia, Spagna, Israele e Stati Uniti pubblicata su Vaccines
“La vaccinazione influenzale sembra in grado di ridurre del 14% il rischio di infezione da Sars-CoV-2: lo suggerisce la metanalisi di studi osservazionali che hanno coinvolto Italia, Spagna, Israele e Stati Uniti pubblicata su Vaccines. Nel caso in cui avvenga il contagio, si avrà in altri termini un Covid meno grave”. Lo ha detto il presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) Francesco Landi (nella foto), in occasione del congresso nazionale che si tiene a Roma. Landi ha spiegato che questo risultato “probabilmente è merito della cosiddetta trained immunity, il fenomeno per cui dopo una vaccinazione di qualsiasi tipo c’è un incremento e un’accelerazione della risposta immunitaria in caso di contatto con un altro agente patogeno. L’antinfluenzale insomma ‘allena’ il sistema immunitario e in caso di contatto con il coronavirus può ridurre le possibilità di positività da Covid grazie alla maggiore azione antivirale”. Per i geriatri l’esito della metanalisi rafforza la raccomandazione della circolare del Ministero della Salute di aderire con fiducia alla somministrazione dei due vaccini offerti gratuitamente dal Ssn.
“La vaccinazione antinfluenzale lo scorso anno ha registrato un incremento dell’11% dei vaccinati e speriamo che lo stesso accada quest’anno, per raggiungere l’obiettivo del 75% di copertura negli over 65 e ridurre l’impatto dell’influenza – dice Stefania Maggi, dell’Istituto di Neuroscienze del CNR Sezione di Padova – ogni anno l’influenza colpisce dal 40 al 50% dei soggetti a rischio, fra cui gli anziani, e in media è responsabile di 8000 decessi. Il virus aumenta di 10 volte il rischio di infarto, di 8 volte quello di polmonite. Oltre il 60% dei ricoveri per influenza si concentra fra gli over 65, con costi che sono doppi rispetto alle altre classi di età. La co-somministrazione del vaccino antinfluenzale con la terza dose di anti-Covid è possibile ed è un ottimo scudo anche e soprattutto per gli anziani fragili”. Anche altri due vaccini sono fondamentali negli over 65, l’anti-pneumococcica e l’anti-Herpes Zoster: lo pneumococco infatti è la causa più comune di polmonite fra gli anziani ed è letale nel 20-40% dei casi, l’Herpes Zoster o Fuoco di Sant’Antonio è causato dalla riattivazione del virus della varicella frequente soprattutto dai 50 anni in poi ed è responsabile in un caso su 5 di una dolorosissima nevralgia post-erpetica.
Robot mietitori, macchine per diserbare, sistemi di irrigazione automatici…. sebbene le nuove tecnologie stiano rivoluzionando le pratiche dell’agricoltura e della silvicoltura, è fondamentale che la valutazione del rischio rimanga al passo con i tempi.
La digitalizzazione, pur presentando il vantaggio di diminuire il carico di lavoro manuale, e problemi di salute quali i disturbi muscolo-scheletrici (DMS), può causare difficoltà, quali un incremento nel lavoro monotono e solitario.
Un breve documento di sintesi esamina il potenziale della tecnologia digitale per migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro (SSL) in questo settore, e i rischi che potrebbero emergere qualora la sua introduzione non sia portata avanti in maniera efficace.
Il tasso stimato di sintomi post-infezione è risultato pari al 49% in Asia, 44% in Europa e 30% in Nord America
Basandosi sulla revisione di 40 precedenti studi condotti in 17 Paesi, i ricercatori dell’Università del Michigan stimano che oltre il 40% dei sopravvissuti al Covid in tutto il mondo abbia avuto o abbia effetti persistenti dopo la malattia. La prevalenza aumenta al 57% tra i sopravvissuti che sono stati ricoverati. Gli studi revisionati hanno esaminato le esperienze dei pazienti con il cosiddetto long Covid, definito così in base alla presenza di sintomi nuovi o persistenti dopo quattro o più settimane dall’infezione. Il tasso stimato di sintomi post-infezione è risultato pari al 49% in Asia, 44% in Europa e 30% in Nord America. Tra i sintomi più comuni, l’astenia è stata segnalata dal 23% delle persone, mentre dispnea, dolore articolare e problemi di memoria interessano ognuno il 13% dei soggetti. “Sulla base della stima dell’OMS di 237 milioni di infezioni da COVID-19 in tutto il mondo, possiamo dire che circa 100 milioni di individui attualmente presentano o hanno presentato conseguenze a lungo termine del COVID-19 sulla salute”, concludo gli autori dello studio.
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