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SINTOMI LIEVI DA COVID NELLA META’ DEI CONTAGIATI GUARITI

Da dottnet.it

Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine che ha riguardato pazienti isolati a casa di 16-30 anni

Long Covid per oltre metà degli under 30 che lo hanno avuto in forma lieve, senza necessità di cure in ospedale: lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine che ha riguardato pazienti isolati a casa di 16-30 anni, confrontando dopo la risoluzione dell’infezione i loro sintomi con quelli di pazienti più gravi. Oltre la metà dei giovani isolati a casa – il 52% – ha avuto per almeno sei mesi problemi di vario tipo, da perdita persistente di olfatto e gusto a problemi respiratori, da difficoltà di concentrazione a problemi di memoria e senso di fatica cronica.

Il lavoro è stato condotto da Bjorn Blomberg dell’Università di Bergen in Norvegia ed ha coinvolto in tutto 312 pazienti di cui 65 ricoverati in ospedale, isolati a casa con Covid in forma lieve. È emerso che, indipendentemente dalla gravità dell’infezione, il 61% dell’intero campione aveva a sei mesi dall’infezione una serie di sintomi persistenti. Dei pazienti isolati a casa, il 52% aveva sintomi persistenti a sei mesi dall’infezione, il 13% perdita persistente di olfatto e gusto, un altro 13% problemi cognitivi, l’11% di memoria. L’aspetto più preoccupante è la fatica persistente, sintomatologia che è già nota per essere associata ad altre infezioni virali, come nel caso della mononucleosi, ma che con il Covid sembra manifestarsi a livelli ancora più elevati.

Variante Delta in Italia, cosa succederà ad agosto

La variante Delta continua a correre in Italia e in molti altri Paesi d’Europa facendo temere il peggio, anche se al momento la situazione non sembra essere preoccupante. Ma cosa succederà ad agosto?

La variante Delta in Italia, e nel resto d’Europa, continua a correre e a fare paura, soprattutto dopo l’incremento del tasso di diffusione degli ultimi giorni, che ha raggiunto il 9% delle sequenze geniche depositate dal nostro Paese, e che il ministro Speranza aveva già preannunciato data la maggiore trasmissibilità che caratterizza questo ceppo.

Da nord a sud dello Stivale aumentano i casi e i focolai causati dal ceppo B.1.617.2 e l’obiettivo delle autorità resta quello di limitare quanto più possibile la diffusione di questa mutazione per non mettere a rischio le riaperture. Ma vediamo cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi mesi e cosa potrebbe accadere ad agosto.

Variante Delta in Italia: cosa succederà ad agosto

Cos'è la variante Delta Plus e perché se ne sta parlando

Secondo le stime del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie entro il mese di agosto la variante Delta potrebbe diventare il ceppo dominante non solo in Italia, ma addirittura in tutta Europa, causando il 90% delle nuove infezioni. Questa mutazione, come conferma uno studio della Public Health England (Phe), si caratterizza per un rischio di trasmissione superiore del 60% rispetto alla variante Alpha, al momento la più diffusa nel nostro Paese. La variante Delta inoltre è associata anche a un rischio di ospedalizzazione fino a 2,6 volte superiore rispetto a quella inglese.

Le previsioni non troppo incoraggianti, sembrano essere confermata anche dall’andamento della diffusione della variante Delta nel nostro Paese, che sta aumentando a ritmo esponenziale: il 18 maggio questo ceppo rappresentava circa l’1% dei contagi, alla metà di giugno la percentuale è salita al 3,4% e solamente pochi giorni dopo si è arrivati a un tasso di diffusione pari al 9%.

La situazione in Europa

Variante Delta, in Italia colpisce uno su cento. I dubbi dei virologi :  "Forse sono molti di più" - la Repubblica

Al momento in Europa la variante Delta sta colpendo soprattutto il Regno Unito, dove il governo si è già trovato costretto a posticipare le riaperture, nonostante una delle migliori campagne di vaccinazione a livello mondiale. Sull’isola il ceppo individuato in India per la prima volta è responsabile del 96% delle infezioni e una percentuale simile, secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, potrebbe essere raggiunta da tutti i Paesi dell’Unione ad agosto, tra cui anche l’Italia.

L’incremento esponenziale dei contagi nel Regno Unito ha messo in allerta l’Europa che adesso continua a monitorare la situazione con maggiore attenzione. Intanto dalla Germania arriva l’auspicio che chi arriva dal Regno Unito venga obbligato a sottoporsi alla quarantena in qualsiasi Paese del Vecchio Continente. La cancelliera Angela Merkel aveva infatti dichiarato che “in Germania, se vieni dalla Gran Bretagna, devi metterti in quarantena ma non è così in tutti i Paesi europei. Mentre vorrei che fosse così”.

da www.money.it

E DOPO IL VACCINO COVID?

1. QUANDO E PER QUANTO TEMPO SI È PROTETTI DOPO AVER FATTO IL VACCINO?

Non ci sono dati ancora precisi in merito in quanto la vaccinazione di massa è iniziata, a livello globale, da poco tempo e sono in corso numerosi studi internazionali e nazionali per verificare, nei prossimi mesi, sia la durata che il livello di protezione anticorpale in un grandissimo numero di persone vaccinate.

Quello che sappiamo è ciò che è emerso dagli studi pre-registrativi secondo le tipologie dei vari vaccini attualmente in uso. I vaccini ad RNA hanno dimostrato di conferire una protezione del 90-95%, quelli a vettore virale hanno una protezione che varia dal 68% al 82% .

I risultati della protezione anticorpale nei primi soggetti volontari vaccinati, ormai dopo circa 8 mesi, hanno dimostrato che persiste ancora un buona protezione verso SARS-CoV-2. Non è escluso che si dovrà fare un richiamo del vaccino introducendo nella nuova somministrazione anche le nuove varianti onde meglio proteggersi nei loro confronti.

2. SI PUÒ CONTRARRE IL VIRUS E TRASMETTERLO, ANCHE DA VACCINATI?  

Le persone vaccinate, pur non sviluppando la malattia vera e propria, in alcuni casi limitati, potrebbero essere portatori del virus e quindi trasmetterlo ad altri.

Una volta raggiunte la cosiddetta “immunità di gregge” la trasmissibilità verso terzi diventerà praticamente nulla.

3. QUAL È LA PERCENTUALE DI VACCINATI INDISPENSABILE PER RAGGIUNGERE L’IMMUNITÀ DI GREGGE?

Per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge è necessario che il 65-75% di tutta la popolazione sia vaccinata.

4. QUANTO POTREBBE DURARE L’IMMUNITÀ DOPO LA VACCINAZIONE?

La popolazione che si è già sottoposta volontariamente alla vaccinazione in via sperimentale nei mesi scorsi ha prodotto anticorpi ad un livello elevato.

Tale andamento è stato confermato anche da chi recentemente è stato vaccinato. Questo significa che, molto probabilmente, l’immunità potrebbe durare anche oltre un anno.

I governi e le aziende farmaceutiche potranno verificare l’immunità a distanza di uno o due anni.

5. DOPO AVER FATTO IL VACCINO, SI PUÒ SMETTERE DI UTILIZZARE LA MASCHERINA?

Per evitare i  rischi di potenziali trasmissioni del virus da parte di alcune persone potenzialmente ancora contagiose, si dovrà continuare ad adottare tutte le misure di prevenzione fino all’avvenuto raggiungimento dell’immunità di gregge  

6. QUALI NORME SI DEVONO COMUNQUE RISPETTARE DOPO IL VACCINO? 

Sarà necessario mantenere le stesse norme adottate fino ad ora e seguire le indicazioni che verranno periodicamente comunicate dalle istituzioni, secondo il variare delle situazioni epidemiologiche.

fonte : centro Auxologico

COME MISURARE IL CONFORT INDOOR

Il comfort indoor percepito dalle persone all’interno di un edificio dipende da diversi fattori fisici, misurabili secondo quanto previsto dalla normativa di riferimento. Un’indagine attenta sulle condizioni interne, è fondamentale per intervenire nel modo migliore.

Comfort indoor: normativa, soluzioni e strumenti per il monitoraggio

Indice degli argomenti:

Il comfort interno indica il livello di benessere delle persone all’interno di un ambiente chiuso e può essere misurato attraverso la valutazione di alcuni parametri, come la temperatura, l’umidità o il livello di illuminamento. Ogni volta che si progetta e realizza un edificio, tra gli obiettivi principali dovrebbe esserci proprio l’ottenimento del massimo comfort interno possibile.

Il comfort incide anche sull’operatività delle persone, oltre che sul benessere- . Ad esempio, se la qualità dell’aria interna non è ottimale, la concentrazione delle persone ne risente.

Non è un caso che, per ogni tipologia di funzione come scuole, uffici, case di riposo e così via, si eseguano precisi studi per definire quali siano le migliori condizioni ambientali da realizzare.

Comfort indoor: cosa dice la normativa?

La disciplina di riferimento è la fisica tecnica ambientale, chiamata anche Indoor Environmental Quality (IEQ), che consiste nel verificare i requisiti relativi principalmente a quattro aree: il microclima interno, la qualità dell’aria, l’illuminamento e le condizioni acustiche di uno spazio chiuso. Oggetto di studio sono soprattutto gli ambienti di lavoro, quelli pubblici e quelli dedicati alla salute e alla cura, nei quali il benessere delle persone assume un rilievo ancor maggiore.

Comfort indoor: cosa dice la normativa

Per ciascuna delle 4 tematiche affrontate, la normativa definisce precisi requisiti e indicazioni per eliminare il più possibile rischi per la salute e sicurezza delle persone.

Le normative tecniche, infatti, individuano terminologie, parametri e modalità di calcolo, utili a valutare il comfort interno e a progettare ambienti adeguati alla permanenza delle persone.

Le norme e le leggi sono molte, ciascuna specifica per ogni ambito. Per fare degli esempi, nel caso degli ambienti di lavoro, è il Decreto Legislativo 81/08, nell’Allegato IV “Requisiti dei luoghi di lavoro” e nell’Allegato XXXIV “Videoterminali, requisiti minimi”, che affronta il tema. Più generali, la UNI EN 16798-1 e la UNI EN 16798, pubblicate recentemente (2019 e 2020) e ora riferimento per la qualità dell’aria, il comfort termico, l’illuminazione e l’acustica.

Per il comfort termoigrometrico, invece, ci sono ulteriori norme come la UNI EN ISO 7726:2002, sui parametri e la strumentazione necessaria a valutare il livello di comfort, o la UNI EN ISO 7730:2006, relativa al comfort percepito e al calcolo del PMV (Predicted Mean Vote) e del PPD (Predicted Percentage of Dissatisfied).

Per l’illuminazione si può fare riferimento alla UNI EN 12665:2018 o alla UNI EN 12464-1:2011 nel caso degli ambienti di lavoro. Anche per l’acustica l’elenco della normativa di riferimento non è breve e, tra i vari titoli- spiccano sicuramente il DPCM 5/12/97 Requisiti acustici passivi degli edifici, la Legge Quadro sull’inquinamento acustico (L. 447/1995) o norme tecniche come la UNI EN ISO 12354:2017 sulla valutazione delle prestazioni acustiche degli edifici e la UNI 11532, la cui seconda parte è specifica per il settore scolastico.

Come si misura il comfort?

Come anticipato, il comfort interno può essere misurato valutando differenti parametri fisici che concorrono al suo ottenimento.

Per farlo, si usano degli strumenti appositi, come termometri, centraline microclimatiche, sensori per la qualità dell’aria, anemometri, luxometri e fonometri.Testo 435 è lo strumento per la valutazione della qualità dell’aria ambiente Testo 435 è un anemometro, semplice da usare, per la valutazione della qualità dell’aria ambiente (IAQ) . Misura livello di CO2, umidità e temperatura dell’aria e valuta i parametri degli impianti di condizionamento e ventilazione.

Ciascuno di questi strumenti serve per misurare uno specifico parametro, come la temperatura dell’aria, l’umidità relativa, la CO2, la velocità dell’aria, l’illuminamento e la pressione sonora- . Per ottenere un buon livello di comfort è necessario che tutte le misure rilevate risultino entro certi range e risultati, secondo quanto indicato nelle specifiche normative di riferimento.

Questi parametri sono importanti perché non richiedono una stima indicativa, ma una vera e propria misura, ossia una valutazione oggettiva. Ciò non toglie che un’indagine accurata sul comfort interno di un ambiente, non possa comunque partire da un confronto con gli occupanti dello spazio stesso, che possono riferire percezioni e sensazioni utili.

Le soluzioni per migliorare il livello di comfort interno

Una volta effettuate tutte le misure, se necessario, si deve intervenire in modo puntuale per risolvere eventuali problematiche.

Generalmente, lo studio del comfort interno e dei relativi parametri fisici che lo determinano, si sovrappongono ad un’analisi dell’apparato impiantistico presente nell’edificio, perché ha un forte impatto sulle condizioni ambientali interne. Infatti, è sugli impianti che si dovrà intervenire per migliorare le performance rilevate. Quando si parla di impianti, si intendono i sistemi HVAC, ossia gli impianti per la climatizzazione dell’edificio, incluso anche il sistema di termoregolazione, per la ventilazione e per l’illuminazione.

Le soluzioni per migliorare il livello di comfort interno

Ad esempio, se la qualità dell’aria non è ottimale, è necessario verificare il funzionamento dell’impianto di ventilazione meccanica se presente o considerare l’installazione nel caso non lo sia. Potrebbe essere necessario sostituire il sistema di termoregolazione interno, ad esempio installando termostati smart in grado di offrire un controllo più puntuale e flessibile della temperatura. Un altro intervento importante è verificare la distribuzione e l’intensità dei punti luce, adeguandoli alle reali esigenze.

Agire sugli impianti, però, potrebbe non essere l’unica soluzione. Ad esempio, se un edificio non è adeguatamente isolato potrebbe vedere inficiato il comfort termoigrometrico e acustico al suo interno. In questo caso è bene provvedere con un intervento sulle strutture, valutando la posa di isolante termico e acustico o la sostituzione dei serramenti. Si tratta solo di esempi, in quanto i possibili interventi utili per migliorare il comfort interno degli edifici sono davvero molti.

Articolo dell’ arch. Gaia Mussi tratto dal sito:

infobuild.it

NUOVI STANDARD ISO 45003 PER I RISCHI PSICOSOCIALI

Fonte: AIFOS

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NUOVO STANDARD ISO 45003 PER LA GESTIONE DEI RISCHI PSICOSOCIALI

La nuova norma fornisce linee guida per la gestione all’interno di un SGSL basato sulla ISO 45001

Il gruppo tecnico ISO 283 ha annunciato la pubblicazione della nuova norma ISO 45003:2021, denominata  “Gestione della salute e sicurezza sul lavoro – Salute psicologica e sicurezza sul lavoro – Linee guida per la gestione dei rischi psicosociali”. Lo standard fornisce raccomandazioni alle organizzazioni su come prevenire le malattie psicologiche lavoro correlate nei lavoratori, specificando le modalità per identificare le condizioni, le circostanze e le richieste del posto di lavoro che hanno il potenziale per influenzare la salute psicologica e il benessere dei lavoratori; fornendo linee guida per identificare i principali fattori di rischio e valutarli per determinare quali cambiamenti sono necessari per migliorare l’ambiente di lavoro; e dettagliando come identificare e controllare i pericoli legati al lavoro e gestire il rischio psicosociale all’interno di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro.


È applicabile alle organizzazioni di tutte le dimensioni e in tutti i settori, per lo sviluppo, l’implementazione, il mantenimento e il miglioramento continuo di luoghi di lavoro sani e sicuri.

Secondo la ISO 45003:2021:

  • I rischi psicosociali sono sempre più riconosciuti come sfide importanti per la salute, la sicurezza e il benessere sul lavoro.
  • I rischi psicosociali riguardano il modo in cui è organizzato il lavoro, i fattori sociali sul lavoro e gli aspetti dell’ambiente di lavoro, le attrezzature e le attività pericolose. I rischi psicosociali possono essere presenti in tutte le organizzazioni e settori e da tutti i tipi di attività lavorative, attrezzature e accordi di lavoro.
  • I rischi psicosociali possono verificarsi in combinazione tra loro e possono influenzare ed essere influenzati da altri pericoli. Il rischio psicosociale si riferisce al potenziale di questi tipi di pericoli di causare diversi tipi di risultati sulla salute, la sicurezza e il benessere individuali e sulle prestazioni e la sostenibilità organizzative.
  • È importante che i rischi psicosociali siano gestiti in modo coerente con altri rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro, attraverso un sistema di gestione e integrati nei più ampi processi aziendali dell’organizzazione.
  • Sebbene numerosi fattori possano determinare la natura e la gravità degli esiti dei rischi psicosociali, le organizzazioni hanno un ruolo significativo da svolgere nell’eliminazione dei pericoli o nella riduzione al minimo dei rischi. Sia l’organizzazione che i lavoratori hanno una responsabilità condivisa per il mantenimento e il miglioramento della salute, della sicurezza e del benessere sul lavoro.
  • Per l’organizzazione, l’impatto dei rischi psicosociali include l’aumento dei costi dovuti all’assenza dal lavoro, il turnover, la riduzione della qualità del prodotto o del servizio, il reclutamento e la formazione, le indagini e le controversie sul luogo di lavoro, nonché i danni alla reputazione dell’organizzazione.
  • Una gestione efficace del rischio psicosociale può portare a benefici come un migliore coinvolgimento dei lavoratori, una maggiore produttività, una maggiore innovazione e sostenibilità organizzativa.

Per le organizzazioni, l’impatto dei rischi psicosociali comporta l’aumento dei costi dovuti all’assenza dal lavoro, la ridotta capacità di lavorare in modo efficace e l’aumento del turnover del personale, nonché è possibile causa di danno reputazionale all’organizzazione. Una gestione efficace può eliminare o mitigare questi rischi e portare a benefici come un maggiore coinvolgimento, una maggiore produttività e resilienza e sostenibilità organizzative.

La nuova norma ISO 45003:2021 è acquistabile per il momento solo in lingua inglese all’indirizzo: https://www.iso.org/standard/64283.html

CANTIERI NAVALI:ANALISI INFORTUNI ED AZIONI DI PREVENZIONE

La scheda tratta specifiche tematiche di salute e sicurezza legate allo svolgimento del lavoro nella cantieristica navale.

Dopo una panoramica del fenomeno infortunistico nel settore, realizzato attraverso l’analisi dei dati di fonte assicurativa, viene sviluppato un approfondimento delle dinamiche e dei fattori di rischio specifici attraverso le informazioni registrate nella banca dati di InforMo; l’approfondimento riporta anche l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione da attuare per la corretta gestione del rischio. Il quadro informativo si completa con i risultati (soluzioni tecnologiche, miglioramenti organizzativi) ottenuti nel piano mirato di prevenzione realizzato insieme alla Asp di Messina nelle realtà lavorative caratteristiche delle Pmi del comparto.




Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Da Inail.it

BANDO ISI INAIL AI NASTRI DI PARTENZA

La procedura informatica per l’inoltro delle domande di finanziamento di interventi informativi finalizzati allo sviluppo dell’azione prevenzionale sarà aperta il 30 giugno 2021 e si chiuderà il 20 luglio 2021.

L’Inail, con l’obiettivo di realizzare una campagna informativa nazionale riguardante la promozione e lo sviluppo della cultura in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ha pubblicato un avviso per la realizzazione di interventi informativi, con particolare riguardo alle azioni di sensibilizzazione sui rischi infortunistici di tipo complesso e trasversale nei settori produttivi in cui risultano maggiormente presenti.

Le date e gli orari di apertura e di chiusura della procedura informatica per l’inoltro delle domande online relativa all’avviso pubblico per il finanziamento di interventi informativi finalizzati allo sviluppo dell’azione prevenzionale in ambito nazionale in materia di salute e sicurezza sul lavoro sono le seguenti:

  • apertura della procedura 30 giugno 2021, ore 12:00
  • chiusura della procedura 20 luglio 2021, ore 18:00.

Si rammenta che, per accedere alla procedura di compilazione della domanda, è necessario che il legale rappresentante del soggetto proponente o un suo delegato siano in possesso delle credenziali Spid, Cie o Cns, e che ciascun soggetto proponente può presentare un’unica domanda di finanziamento.

Obbiettivi del bando Inail 2020/2021

Negli anni precedenti sono moltissime le imprese che grazie ai finanziamenti a fondo perduto del bando ISI Inail hanno potuto rinnovare il proprio parco mezzi con macchine più efficienti sotto il profilo del risparmio energetico e del rispetto dell’ambiente, ed altre che hanno migliorato i propri processi produttivi rendendo l’ambiente di lavoro più sicuro e salubre per i propri dipendenti.

L’obbiettivo del bando Inail 2021, che in realtà è il bando inail 2020, perché l’anno di pubblicazione è il 2020, è quello di erogare contributi a fondo perduto con il fine di incentivare:

  • Le imprese a realizzare progetti per il miglioramento delle condizioni di salute dei dipendenti e della sicurezza dei luoghi di lavoro;
  • Le microimprese e le piccole imprese agricole ed operanti nel settore pesca e fabbricazione di mobili ad acquistare nuovi macchinari ed attrezzature allo scopo di abbattere le emissioni inquinanti, ridurre la rumorosità delle macchine, diminuire il rischio infortunistico o il pericolo legato all’esecuzione di lavori manuali;

La tutela dei lavoratori è uno dei principali aspetti su cui si fonda l’operato dell’Inail, che va dallo studio delle situazioni di rischio, agli interventi di prevenzione ai fini del miglioramento della sicurezza negli ambienti di lavoro, al finanziamento alle imprese che investono in sicurezza.

L’altro aspetto su cui si concentra l’Inail con il bando inail 2020/2021 è quello del miglioramento dell’ambiente attraverso l’ammodernamento del parco mezzi delle imprese oppure con il finanziamento di progetti per la bonifica dei luoghi di lavoro dall’amianto.

Fondi stanziati per il bando Inail

A questo scopo l’Inail ha stanziato un fondo a copertura dei contributi che raggiunge l’ammontare di euro 369.726.206 i quali saranno distribuiti fra 5 assi di investimento:

  • Bando Isi Inail Investimenti, con 182.308.344 di euro divisi in 180.308.344 di euro per i progetti di investimento e 2 milioni di euro per i progetti di responsabilità sociale;
  • Bando Isi Inail Tematica, con 45 milioni di euro stanziati per progetti volti alla riduzione del rischio da movimentazione manuale di carichi (MMC);
  • Bando Isi Inail Amianto, con lo stanziamento di 97.417.862 di euro per i progetti di rimozione di materiali contenenti amianto;
  • Bando Isi Inail Micro e Piccole Imprese,con 10 milioni di euro per i progetti per microimprese e piccole imprese operanti in alcuni specifici settori di attività;
  • Bando Isi Inail Agricoltura, ovvero 35 milioni di euro per progetti per le micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione agricola primaria dei prodotti agricoli, suddivisi in 30 milioni per la generalità delle imprese agricole e 5 milioni per i giovani agricoltori;

I contributi verranno erogati fino all’esaurimento dei fondi stanziati.

Contributi ottenibili con la partecipazione al bando

I contributi che si possono ottenere dipendono dall’asse di investimento a cui l’impresa decide di partecipare.

Nello specifico è possibile ottenere:

  • per gli Assi 1, 1.2 e 3, ovvero per gli assi generalista, tematica e amianto, un contributo a fondo perduto che copre fino al 65% dell’importo delle spese ammissibili, mentre il contributo massimo erogabile è di 130.000 euro e quello minimo di 5.000 euro. Per le aziende fino a 50 dipendenti che presentano progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale non c’è un limite minimo di finanziamento;
  • Per le richieste di contributi relativo all’asse 4, ovvero per le piccole e micro imprese operanti in specifici settori di attività, un contributo a fondo perduto che arriva fino al 65% dell’importo delle spese sostenute e che saranno ritenute ammissibili dall’Inail. Il finanziamento massimo che si può ottenere è pari a 50.000 euro ed quello minimo di 2.000 euro;
  • per i finanziamenti relativi all’asse 5, ovvero per le imprese agricole, è concesso un contributo che copre il 40% dell’investimento per la generalità delle imprese agricole e il 50% per gli investimenti di giovani agricoltori con un limite massimo finanziabile di 60.000 euro e minimo di 1.000 euro;

Possono ottenere i contributi a fondo perduto le imprese, anche le ditte individuali, che si trovano in tutta Italia purchè siano regolarmente iscritte al registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane e siano in dei requisiti previsti dal bando ( Da bandoinail.cloud)

LE NUOVE FRONTIERE DELL’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN MEDICINA

La medicina  che cambia grazie all’intelligenza artificiale. Dalla depressione alle malattie della pelle, fino a Covid-19 e tumori, l’intelligenza artificiale (AI) è e sarà sempre più a fianco della salute, aiutando i medici in diagnosi e cura delle malattie più disparate. Tanti sono, infatti, i software basati sull’AI e in particolare sul ‘machine learning’, l’apprendimento delle macchine, sviluppati a fini medici. Si tratta di algoritmi potenti, capaci di analizzare migliaia di dati per arrivare a una diagnosi accurata, come e anche più di quella che possono fare i clinici da soli, con applicazioni che possono aiutare ad accelerare il lavoro dei medici e a smaltire le liste d’attesa. Il campo è fervido, infatti, secondo dati Morgan Stanley, il mercato globale per AI in sanità è in forte crescita e ci si attende che salirà dai circa 1,3 miliardi di dollari attuali (oltre 1,1 miliardi di euro) a 10 miliardi di dollari (quasi 9 miliardi di euro) nel 202)il4 .Le applicazioni potenziali sono già numerose, ad esempio Google ha appena presentato Dermatology Assist, uno strumento che riconoscere 288 malattie di pelle, capelli e unghie, solo da una foto che il paziente potrà caricare sulla app e qualche domanda cui il paziente deve rispondere. Nel congresso della Società americana di Acustica Carol Espy-Wilson dell’Università del Maryland ha recentemente presentato un software basato sull’AI che «sente» la depressione nella parole pronunciate più lentamente e con più pause.

L’intelligenza artificiale può essere anche addestrata per imparare ad identificare anomalie nelle immagini utilizzate per le diagnosi, come ecografie e radiografie. Ad esempio Pearse Keane, del Moorfields Eye Hospital di Londra in collaborazione col centro di ricerca DeepMind di Google, sviluppato e testato su pazienti un algoritmo che diagnostica in modo attendibile malattie della vista come il glaucoma analizzando le e immagini ottenute con la tomografia ottica (OCT.

Secondo quanto riferito sulla rivista Nature Medicine, il sistema ha lo stesso livello di accuratezza di specialisti esperti, ed è in grado di identificare correttamente una malattia oculare nel 94,5% dei casi. L’AI sarà anche al servizio delle malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson: è la prospettiva dello studio multicentrico coordinato dal centro di Medicina nucleare di Massa (Massa Carrara), con la collaborazione dell’ospedale Galliera di Genova e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) di Pisa, che ha portato allo sviluppo di un software che riconosce un paziente con Parkinson anche in fase iniziale presintomatica, riscontrando piccoli deficit di metabolismo nelle strutture cerebrali interessate. Tanti anche gli algoritmi sviluppati per diagnosticare il cancro e stabilire la terapia migliore per il singolo paziente: ad esempio il ‘CompCyst’, per predire il rischio di tumore del pancreas a partire dalla analisi di cisti , di natura spesso ‘indecifrabilè nella pratica clinica, realizzato da un gruppo internazionale con un ampio contributo italiano (Università di Verona, IRCCS San Raffaele di Milano, Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria, Negrar), coordinato da scienziati del Johns Hopkins Kimmel Cancer Center a Baltimora. Piattaforme basate sull’AI sono entrate in gioco anche nella pandemia di Covid-19, per esempo per è stato sviluppato e testato su pazienti da , ad esempio per predire il rischio di malattia grave o per selezionare, tra i farmaci in uso, quelli potenzialmente utili contro il coronavirus. (da il gazzettino)

TUTTE LE INFO SULLA CERTIFICAZIONE VERDE COVID 19

Da dottnet.it

L’Italia anticipa la diffusione del documento digitale che rende più semplice l’accesso ad eventi e strutture in Italia e che faciliterà dal 1° luglio gli spostamenti in Europa.

Prende il via in Italia la Certificazione verde COVID-19 (clicca qui per scaricare il testo del Governo), il documento gratuito, in formato digitale e stampabile, che facilita nel nostro Paese la partecipazione ad eventi pubblici (come fiere, concerti, gare sportive, feste in occasione di cerimonie religiose o civili), l’accesso alle residenze sanitarie assistenziali e lo spostamento in entrata e in uscita da territori eventualmente classificati in “zona rossa” o “zona arancione”. 

Cominciamo subito col dire che medici di famiglia e farmacisti avranno un ruolo non secondario in quest’operazione: dovranno infatti, una volta ottenuto dal paziente il Codice Fiscale e la Tessera Sanitaria, o stampare la Certificazione con il QR Code o inviarlo ad un indirizzo email da indicato dall’utente. Un compito che – come spiega un medico – aggraverà ulteriormente il carico di lavoro negli studi dei medici di medicina generale.

Discorso analogo per i farmacisti.

La certificazione, frutto del lavoro congiunto di Ministero della Salute, Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, in collaborazione con la Struttura Commissariale per l’emergenza Covid-19 e con il supporto del partner tecnologico Sogei, contiene un QR Code che ne verifica autenticità e validità. Il documento attesta una delle seguenti condizioni: la vaccinazione contro il Covid-19, l’esito negativo di un tampone antigenico o molecolare effettuato nelle ultime 48 ore o la guarigione dall’infezione. A tutela dei dati personali, il QR Code della certificazione andrà mostrato soltanto al personale preposto per legge ai controlli. 

Con l’attivazione della piattaforma nazionale realizzata e gestita da Sogei, a partire da giovedì 17 giugno, i cittadini potranno iniziare a ricevere le notifiche via email o sms con l’avviso che la certificazione è disponibile e un codice per scaricarla su pc, tablet o smartphone. L’invio dei messaggi e lo sblocco delle attivazioni proseguirà per tutto il mese di giugno, e sarà pienamente operativo dal 28 giugno, in tempo per l’attivazione del pass europeo prevista per il 1° luglio.

La Certificazione verde COVID-19 si potrà visualizzare, scaricare e stampare su diversi canali digitali:

•          sul sito dedicato www.dgc.gov.it

•          sul sito del Fascicolo Sanitario Elettronico Regionale www.fascicolosanitario.gov.it/fascicoli-regionali

•          sull’App Immuni

•          e presto sull’App IO   

In caso di difficoltà, o indisponibilità, nell’uso di strumenti digitali, saranno coinvolti, come dicevamo, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e farmacisti che hanno accesso al sistema Tessera Sanitaria. Dal 1° luglio la Certificazione verde COVID-19 sarà valida come Eu digital COVID certificate e renderà più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen.

Nel dettaglio va precisato che tutte le certificazioni associate alle vaccinazioni effettuate fino al 17 giugno saranno rese disponibili entro il 28 giugno. La piattaforma informatica nazionale dedicata al rilascio delle certificazioni sarà progressivamente allineata con le nuove vaccinazioni. Per informazioni è possibile contattare il Numero Verde della App Immuni 800.91.24.91, attivo tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 20. I cittadini già dai prossimi giorni potranno ricevere notifiche via email o sms. La Certificazione sarà disponibile per la visualizzazione e la stampa su pc, tablet o smartphone. In alternativa alla versione digitale, la Certificazione potrà essere richiesta al proprio medico di base, pediatra o in farmacia utilizzando la propria tessera sanitaria.
 
Saranno tre in particolare le tipologie di certificati rilasciati dalla Piattaforma nazionale
– certificato di avvenuta vaccinazione;
– certificato di avvenuta guarigione;
– effettuazione di un tampone con esito negativo.


 
Tutte le tipologie di certificati riporteranno i seguenti dati: cognome e nome; data di nascita; malattia o agente bersaglio: Covid; struttura che ha rilasciato il certificato e identificativo univoco del certificato.
 
Quanto alla certificazione di avvenuta vaccinazione, questa dovrà riportare le seguenti informazioni: tipo di vaccino somministrato; denominazione del vaccino; produttore o titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino; numero della dose effettuata e numero totale di dosi previste per l’intestatario del certificato; data dell’ultima somministrazione effettuata e Stato membro in cui è stata effettuata la vaccinazione.
 
La certificazione  di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo riporterà invece  le seguenti informazioni: tipologia di test effettuato; denominazione del test; produttore del test; data e ora del prelievo del campione per il test; data, orario e risultato del test; Stato membro in cui è stato effettuato il test.
 
Sarà la Piattaforma nazionale digital green certificate a mettere a disposizione le certificazioni verdi ed a garantire l’interoperabilità con i sistemi informativi degli altri Stati Membri dell’Unione Europea ai fini della verifica attraverso un QRcode verificabile attraverso dei sistemi di validazione digitali, associato ad un codice identificativo univoco a livello nazionale.
 
Le certificazioni si potranno ottenere attraverso sito web dedicato; Fascicolo Sanitario Elettronico; App Immuni; App IO; Sistema tessera sanitaria. Per i minori, l’esercente la responsabilità genitoriale riceverà insieme ai dati di contatto indicati al momento della prestazione sanitaria un Authcode, nel momento in cui la certificazione verde verrà generata e sarà visibile e scaricabile con le specifiche modalità..
 
Inoltre anhe il medico e il farmacista, accedendo con le proprie credenziali al Sistema Tessera Sanitaria, potranno recuperare la Certificazione verde COVID-19. Serviranno il codice fiscale e i dati della Tessera Sanitaria. La Certificazione verde COVID-19 in questo caso sarà consegnata in formato cartaceo o digitale.

Le Faq del Governo sulla certificazione

Che cos’è la Certificazione verde COVID-19?
La Certificazione verde COVID-19 nasce per facilitare la libera circolazione in sicurezza dei cittadini nell’Unione europea durante la pandemia di COVID-19. Attesta di aver fatto la vaccinazione o di essere negativi al test o di essere guariti dal COVID-19. La Certificazione contiene un QR Code che permette di verificarne l’autenticità e la validità. La Commissione europea ha creato una piattaforma tecnica comune per garantire che i certificati emessi da uno Stato possano essere verificati nei 27 Paesi dell’UE: apre una nuova finestra più Svizzera, Islanda, Norvegia e Lichtenstein. In Italia la Certificazione viene emessa esclusivamente attraverso la Piattaforma nazionale del Ministero della Salute in formato sia digitale sia stampabile.
 
Chi può ottenere la Certificazione?
La Certificazione viene generata in automatico e messa a disposizione gratuitamente nei seguenti casi:

– aver effettuato la prima dose o il vaccino monodose da 15 giorni;

– aver completato il ciclo vaccinale;

– essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti;

– essere guariti da COVID-19 nei sei mesi precedenti.

Cosa permetterà di fare la Certificazione in Italia?
La Certificazione verde COVID-19 può essere utilizzata nel nostro Paese per partecipare a eventi pubblici, per accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in “zona rossa” o “zona arancione”. Regioni e Province autonome possono prevedere altri utilizzi della Certificazione verde COVID-19. Dal 1° luglio la Certificazione verde COVID-19 sarà valida come EU digital COVID certificate e renderà più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Unione Europea.
Prima di partire informati sulle regole del Paese che vuoi visitare.
 
Come si genera la Certificazione?
Regioni, Province autonome, medici di base, laboratori di analisi e farmacie trasmettono le informazioni relative a vaccinazioni, test e guarigioni al livello centrale. Una volta raccolte le informazioni, la Piattaforma nazionale del Ministero della Salute rilascia la Certificazione. Le tempistiche per la trasmissione dei dati, e la conseguente generazione della Certificazione, possono variare in base al tipo di prestazione sanitaria.
– Vaccinazione: i dati delle somministrazioni vengono trasmessi quotidianamente, si stima quindi un’attesa massima di un paio di giorni per generare la Certificazione. Nei casi di prima o unica dose, secondo il tipo di vaccino, l’emissione avverrà dopo 15 giorni.
– Test negativo: la trasmissione dei dati richiede poche ore, la generazione della Certificazione avverrà nella giornata.
– Guarigione da COVID-19: la trasmissione dei dati richiede poche ore, la generazione della Certificazione avverrà massimo nella giornata successiva.
 
Come si acquisisce la Certificazione?
Per andare incontro alle esigenze di tutta la popolazione, a prescindere dal livello di digitalizzazione, è possibile acquisire la Certificazione in diversi modi.Si può infatti scegliere tra canali digitali e canali fisici. La disponibilità della Certificazione viene comunicata tramite email o SMS (ai contatti indicati in fase di prestazione sanitaria: vaccinazione, test o guarigione) con un codice per scaricarla.
 
Canali digitali
Via APP
 
Immuni, è dotata di una nuova funzione che consente di scaricare la Certificazione inserendo il numero e la data di scadenza della propria Tessera sanitaria e il codice (AUTHCODE) ricevuto via email o SMS ai contatti comunicati in fase di prestazione sanitaria.
Siti web
 
Sito dedicato, è possibile utilizzare l’identità digitale (SPID/CIE) per acquisire la propria Certificazione. In alternativa è possibile inserire il numero e la data di scadenza della propria Tessera sanitaria (o in alternativa il documento d’identità per coloro che non sono iscritti al SSN) e il codice (AUTHCODE) ricevuto via email o SMS ai contatti comunicati in fase di prestazione sanitaria.
Fascicolo sanitario elettronico, accedendo al proprio Fascicolo sanitario regionale, è possibile acquisire la propria Certificazione.
 
Canali fisici
In caso di difficoltà ad accedere alla Certificazione con strumenti digitali, è possibile rivolgersi al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta, o al farmacista, che potranno recuperare la Certificazione grazie al Sistema Tessera Sanitaria. Porta con te il codice fiscale e i dati della Tessera Sanitaria che dovrai mostrare loro. La Certificazione verde COVID-19 sarà consegnata in formato cartaceo o digitale.
 
Come posso ottenere la Certificazione con Immuni?
Su Immuni per il recupero della Certificazione è stata attivata una apposita sezione “EU digital COVID certificate” visibile nella schermata iniziale della APP.
Per ottenere la Certificazione verde COVID-19 devi inserire:
• le ultime otto cifre del numero di identificazione della Tessera Sanitaria (lo trovi sul retro della tessera, l’ultimo codice in basso)
• la data di scadenza della stessa
• uno dei codici univoci ricevuti rispettivamente con:
– il tampone molecolare (CUN)
– il tampone antigenico rapido (NRFE)
– il certificato di guarigione (NUCG)
In alternativa a questi codici, puoi inserire il codice autorizzativo (AUTHCODE) ricevuto via e-mail o SMS ai recapiti che hai comunicato quando hai fatto la vaccinazione o il test antigenico/molecolare o è stato emesso il certificato di guarigione.
 
La Certificazione verde COVID–19 viene mostrata a video e il QR Code salvato nel dispositivo mobile in modo che possa essere visualizzato e mostrato anche in modalità offline. Quest’azione non avrà nessun tipo di ripercussione a livello di privacy. Lo strumento è e rimarrà assolutamente privacy preserving, nel senso che in nessuno modo le informazioni dell’utente lasceranno il dispositivo mobile né verranno messe in relazione con le informazioni di contact tracing. La Certificazione rimarrà soltanto sul cellulare dell’utente e non verrà veicolata in nessun altro luogo. Il flusso è quindi unidirezionale: dal database centrale che gestirà le Certificazioni, verso il cellulare dell’utente. Le informazioni che si dovranno inserire su Immuni (Codice e Tessera Sanitaria) serviranno solamente per permettere il recupero della propria Certificazione, e non contribuiranno in nessun modo a una profilazione degli utenti. L’App quindi rimarrà anonima.
 
Come posso ottenere la Certificazione con l’identità digitale (SPID/CIE)?
Grazie all’identità digitale (SPID/CIE) è possibile acquisire la Certificazione dal sito www.dgc.gov.it . È necessario accedere alla sezione dedicata e inserire le proprie credenziali. Non sarà necessario inserire nessun altro tipo di informazione.
 
Posso acquisire la Certificazione senza identità digitale (SPID/CIE)?
Sì, all’indirizzo email o numero di telefono fornito quando hai fatto la vaccinazione o il test antigenico/molecolare o è stato emesso il certificato di guarigione viene inviato un codice (AUTHCODE). Andando sul sito www.dgc.gov.it o su App Immuni è sufficiente inserire il codice assieme al numero e data di scadenza della propria Tessera Sanitaria per ottenere la Certificazione. Se non sei iscritto al SSN e non hai la Tessera Sanitaria puoi inserire insieme all’AUTHCODE il numero del documento di identità registrato per il test o il certificato di guarigione.
In alternativa, è possibile recarsi dal proprio medico di base o andare in farmacia fornendo il proprio Codice Fiscale e Tessera Sanitaria.
 
Posso acquisire la Certificazione se non ho un cellulare o computer?
Sì, è possibile rivolgersi al proprio medico di base o in farmacia e fornire il proprio Codice Fiscale e Tessera Sanitaria. A quel punto l’intermediario (medico o farmacista) potrà o stampare la Certificazione con il QR Code o inviarlo ad un indirizzo email da te indicato.
 
Come ottengo il codice (AUTHCODE) per acquisire la Certificazione?
Al momento della generazione della Certificazione verde COVID-19, la piattaforma nazionale invia un messaggio con il codice AUTHCODE associato alla certificazione ai recapiti email o SMS se forniti quando hai fatto la vaccinazione o il test antigenico/molecolare o è stato emesso il certificato di guarigione. Questo codice, assieme ai dati della Tessera Sanitaria, permette di ottenere la Certificazione su www.dgc.gov.it o su app Immuni.
Segui le istruzioni contenute nel messaggio e fai attenzione che il mittente sia noreply.digitalcovidcertificate@sogei.it per la email e Min Salute per gli SMS.
 
Posso ricevere il codice (AUTHCODE) per i miei familiari?
La piattaforma nazionale invia, ai recapiti comunicati per la vaccinazione, il test o il certificato di guarigione, il codice AUTHCODE per acquisire la Certificazione. Pertanto se, per esempio, i genitori hanno lasciato i propri recapiti per i figli, avranno la possibilità di acquisire la Certificazione a nome loro. Una volta ricevuto il codice basta seguire i canali a disposizione e le istruzioni nel messaggio.
 
Mi sono vaccinato prima dell’entrata in vigore della Certificazione verde COVID-19, come faccio a ottenerla?
Le Certificazioni verdi COVID-19 associate a tutte le vaccinazioni effettuate a partire dal 27 dicembre 2020 verranno generate in automatico nella prima settimana di avvio della Piattaforma nazionale. La disponibilità della Certificazione non sarà quindi immediata.
Se hai già fatto il vaccino, riceverai un messaggio via email o SMS ai contatti comunicati in occasione della vaccinazione, quando la Certificazione sarà disponibile.
 
Non ho la Tessera Sanitaria in quanto non iscritto al Sistema sanitario nazionale, è un problema?
Non è un problema, dal sito www.dgc.gov.it è comunque possibile recuperare la propria Certificazione. È sufficiente inserire il codice (AUTHCODE) ricevuto via SMS o email insieme al numero del documento, che hai comunicato quando hai fatto il tampone o è stato emesso il certificato di guarigione.
 
Per quanto tempo è valida la Certificazione?
La durata della Certificazione varia a seconda della prestazione sanitaria a cui è collegata.
 
In caso di vaccinazione: per la prima dose dei vaccini che ne richiedono due, la Certificazione sarà generata dal 15° giorno dopo la somministrazione e avrà validità fino alla dose successiva.
Nei casi di seconda dose o dose unica per pregressa infezione: la Certificazione sarà generata entro un paio di giorni e avrà validità per 270 giorni (circa nove mesi) dalla data di somministrazione.
Nei casi di vaccino monodose: la Certificazione sarà generata dal 15° giorno dopo la somministrazione e avrà validità per 270 giorni (circa nove mesi).
Nei casi di tampone negativo la Certificazione sarà generata in poche ore e avrà validità per 48 ore dall’ora del prelievo. 
Nei casi di guarigione da COVID-19 la Certificazione sarà generata entro il giorno seguente e avrà validità per 180 giorni (6 mesi).
 
In fase di verifica della Certificazione, i miei dati personali sono tutelati?
Grazie all’utilizzo di un’App di verifica, che in Italia si chiama VerificaC19, il personale addetto avrà la possibilità di verificare la validità e l’autenticità delle Certificazioni. Sarà sufficiente mostrare il QR Code della Certificazione. In caso di formato cartaceo, piegando il foglio, sarà possibile tutelare le proprie informazioni personali. Il QR Code non rivela l’evento sanitario che ha generato la Certificazione verde. Le uniche informazioni personali visualizzabili dall’operatore saranno quelle necessarie per assicurarsi che l’identità della persona corrisponda con quella dell’intestatario della Certificazione. La verifica non prevede la memorizzazione di alcuna informazione riguardante il cittadino sul dispositivo del verificatore.
 

ANALISI DEGLI INFORTUNI NELLA INDUSTRIA CHIMICA

Inail e Federchimica con questo studio ritengono di aver realizzato un importante strumento di analisi a supporto del miglioramento continuo delle prestazioni su sicurezza e salute sui luoghi di lavoro da parte delle imprese chimiche, che potrà anche essere utilizzato per future attività congiunte di informazione e formazione.

Immagine Analisi statistica sugli infortuni e sulle malattie professionali e strumenti a sostegno delle politiche di prevenzione per l’industria chimica



Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

da Inail.it