Che tipo di comunicazione deve effettuare il lavoratore dichiarato “fragile” dal medico competente e, dunque già collocato in altre mansioni o in attività lavorativa a distanza, che a seguito di effettuazione della vaccinazione ha intenzione di rientrare effettivamente in servizio in presenza?
In base al quadro normativo vigente il lavoratore può chiedere, risponde il ministero dell’Istruzione attraverso una FAQ, nell’ambito della sorveglianza sanitaria, l’effettuazione di una visita con il medico competente (art.41 d.lgs 81/2008) il quale potrà in quella sede trattare anche le informazioni relative alla vaccinazione effettuata.
Lo stesso valuterà, nel rispetto dei protocolli applicabili per il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro (v. par. 12 Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 24aprile2020) e delle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie anche in merito all’efficacia e all’affidabilità medico-scientifica del vaccino, se tenerne conto in sede di valutazione dell’idoneità alla mansione specifica.
In tal caso il medico competente si limiterà a trasmettere al datore di lavoro la sola informazione relativa al giudizio di idoneità alla mansione specifica e le eventuali prescrizioni e/o limitazioni in esso riportato.
da dottnet.it
Una persona su quattro tra quelle vaccinate con Pfizer o AstraZeneca manifesta lievi effetti collaterali, come mal di testa, debolezza e indolenzimento: solitamente i sintomi culminano nelle prime 24 ore dopo la somministrazione e spariscono nell’arco di uno o due giorni. Lo dimostra il primo studio comparativo dei due vaccini condotto nella popolazione generale su quasi 630mila cittadini britannici, dunque al di fuori delle condizioni controllate tipiche delle sperimentazioni. I risultati, migliori rispetto a quelli ottenuti durante i test clinici di fase tre, sono pubblicati sulla rivista Lancet Infectious Diseases dal King’s College di Londra. Lo studio si basa sulle segnalazioni fatte spontaneamente dai cittadini tramite una app negli otto giorni successivi alla vaccinazione, tra dicembre 2020 e marzo 2021.
Il campione di 627mila britannici include 282mila persone che hanno ricevuto la prima dose di Pfizer e 28mila che hanno ricevuto anche la seconda, oltre a 345mila cittadini a cui è stata iniettata la prima dose di AstraZeneca. Gli effetti collaterali sistemici (come mal di testa, debolezza, brividi, nausea, diarrea, febbre, dolori articolari e muscolari) sono stati segnalati dal 13,5% dei pazienti dopo la prima dose di Pfizer, dal 22% dopo la seconda di Pfizer, e dal 33,7% delle persone che avevano fatto la prima di AstraZeneca. I soggetti più colpiti sono stati gli under-55 e le donne. Per coloro che avevano già avuto la Covid-19, la probabilità di accusare effetti collaterali sistemici è risultata tre volte maggiore dopo Pfizer e due volte maggiore dopo AstraZeneca
La scheda approfondisce la tematica delle tecnopatie nel settore dell’agricoltura, realtà particolarmente complessa in cui operano grandi imprese agricole e piccole unità produttive, anche familiari.
Il settore è caratterizzato dai lavoratori stagionali italiani e stranieri, talora irregolari e non sempre adeguatamente addestrati. I fattori di rischio presenti sono, oltre ai classici rischi da agenti chimici, fisici e da agenti climatici, anche i rischi biomeccanici, gli irritanti/allergeni e la radiazione solare. Per la prevenzione, si ritiene di dover agire su due fronti: aumentare la consapevolezza dei soggetti coinvolti nel sistema di prevenzione e sviluppare tecniche di produzione e un’organizzazione del lavoro adeguate.
Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it
Le patologie respiratorie dei lavoratori possono essere direttamente o indirettamente correlate a fattori di rischio professionale di tipo fisico, chimico e biologico.
Le broncopneumopatie che riconoscono fattori e cofattori eziologici professionali sono oggetto di attenzione sia per la loro frequenza sia perché spesso rappresentano un’importante causa di invalidità. Molte sostanze, inoltre, sono irritanti e/o allergizzanti per l’apparato respiratorio, che rappresenta la loro porta di ingresso. Le patologie che più frequentemente si presentano all’osservazione sono le pnemoconiosi, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma bronchiale, le alveoliti allergiche estrinseche e i tumori polmonari. Lo studio intende fornire una panoramica dei più recenti dati statistici in Italia sulle malattie professionali dell’apparato respiratorio, definendo ampiezza e distribuzione del fenomeno tra i vari settori lavorativi, per valutare i fattori di rischio ad esse connessi al fine di contribuire nelle scelte di prevenzione.
Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it
La scheda sulle malattie della pelle segue il format della Collana Malprof che, dopo aver inquadrato il problema a livello internazionale (e specialmente europeo) e circostanziato la situazione italiana, analizza le differenze tra i settori economici o tra le professioni in termini di nessi di causa con le patologie considerate.
Risultano più colpite le lavoratrici giovani, ma ciò dipende soprattutto dalla breve latenza di queste malattie e dalle professioni più a rischio, svolte principalmente dalle donne (infermiere, parrucchiere, estetiste, addette alle pulizie), che originano vari tipi di dermatiti da contatto. L’adozione dei principi basilari della prevenzione potrebbe arginare il fenomeno.
Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it
Le prossime versioni dell’Apple Watch potrebbero essere in grado di monitorare parametri come la pressione del sangue, i livelli di glucosio e persino il tasso alcolemico. Lo afferma il sito specializzato MacRumors, sulla base della rivelazione da parte della start up inglese Rockley Photonics, che ha sviluppato dei sensori specializzati in queste misure, di avere come cliente principale proprio la casa di Cupertino. La tecnologia messa a punto da Rockley si basa su sensori di tipo ottico, che rilevano i livelli delle sostanze attraverso la pelle. L’azienda, che sta per essere quotata a New York, ha scritto nei documenti per la quotazione che “Apple è responsabile della maggior parte dei ricavi degli ultimi due anni”, in virtù di un accordo di fornitura e sviluppo che sarà attivo anche nei prossimi anni.
La prossima generazione di sensori Rockley, ipotizza il sito, dovrebbe arrivare il prossimo anno, in concomitanza con il lancio dei modelli della serie 8 degli Apple Watch.
Da dottnet.it
Da ilsole24ore
L’Italia potrebbe vivere una campagna vaccinale senza soluzione di continuità. Se tra settembre e ottobre prossimi si raggiungerà l’agognata immunità di gregge con almeno il 70% degli italiani vaccinati (42 milioni) già da novembre potrebbero partire i richiami del vaccino per chi si è immunizzato per primo.
Tra fine gennaio e fine aprile di quest’anno hanno ricevuto infatti già una doppia dose di vaccino 6 milioni di italiani: innanzitutto gli oltre 2 milioni di sanitari, i primi in assoluto a ricevere il siero contro il Covid e per i quali c’è anche un obbligo a vaccinarsi, e poi circa 4 milioni di over 80 e fragili.
Da loro potrebbe ripartire la nuova campagna vaccinale che viene considerata ormai scontata se il virus, come sembra, diventerà endemico. Meno scontato al momento è quando potrebbe scattare questa nuova immunizzazione di massa che potrebbe partire appunto privilegiando le fasce più a rischio: il tema è dibattuto a livello scientifico ed è legato alla durata della copertura del vaccino su cui si aspettano ancora dati definitivi. I più cauti parlano di una copertura di circa 9 mesi che per queste prime categorie scadrebbe appunto in autunno, ma le difese potrebbero durare anche fino a un anno.
Da ilsole24ore
Appena messi in sicurezza gli ultra 65enni, la campagna vaccinale si aprirà a tutte le classi di età, ha detto il commissario per l’emergenza Covid Francesco Figliuolo illustrando i prossimi passi dell’operazione. Ma anche nella nuova fase è prevista una corsia preferenziale per i vulnerabili: si tratta delle persone di età inferiore ai 60 anni con “comorbidità”, vale a dire la categoria prioritaria numero 4 del Piano nazionale vaccinale dopo l’elevata fragilità (categoria 1), le persone di età compresa tra 70 e 79 anni (categoria 2) e persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni. Fanno parte di questa platea le «persone affette da patologie o situazioni di compromissione immunologica che possono aumentare il rischio di sviluppare forme severe di Covid-19 seppur senza quella connotazione di gravità riportata per le persone fragili».
L’elenco delle patologie (150) è inserito nella tabella 3 delle Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-Covid. Si tratta di undici aree: malattie respiratorie, cardiocircolatorie, neurologiche, diabete/ altre endocrinopatie, Hiv, insufficienza renale, ipertensione arteriosa, malattie autoimmuni, malattie epatiche, cerebrovascolari e malattie oncologiche. Nel piano la platea è formata da persone con meno di 60 anni. Ma annunciando che «a brevissimo» saranno aperte le prenotazioni per chi ha «comorbidità legate ai codici di esenzione» Figliuolo ha fatto riferimento solo alla categoria fino ai 55 anni. Intanto, però, alcune Regioni sono già partite seguendo criteri diversi.
CODICE ESENZIONE | DESCRIZIONE |
---|---|
014.303 | SINDROME DA DIPENDENZA DA ALCOOL |
014.304 | DIPENDENZA DA DROGHE |
017.345 | EPILESSIE |
038.332 | MORBO DI PARKINSON |
051 | SOGGETTI NATI CON CONDIZIONI DI GRAVI DEFICIT FISICI, SENSORIALI E NEUROPSICHICI |
005.307.1 | ANORESSIA NERVOSA |
005.307.51 | BULIMIA |
011.290.0 | DEMENZA SENILE, NON COMPLICATA |
011.290.1 | DEMENZA PRESENILE |
011.290.2 | DEMENZA SENILE CON ASPETTI DELIRANTI O DEPRESSIVI |
011.290.4 | DEMENZA ARTERIOSCLEROTICA |
011.291.1 | SINDROME AMNESICA DA ALCOOL |
011.294.0 | SINDROME AMNESICA |
029.331.0 | MALATTIA DI ALZHEIMER |
038.333.0 | ALTRE MALATTIE DEGENERATIVE DEI NUCLEI DELLA BASE |
038.333.1 | TREMORE ESSENZIALE ED ALTRE FORME SPECIFICATE DI TREMORE |
038.333.5 | ALTRE FORME DI COREA |
044.295.0 | PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO SEMPLICE |
044.295.1 | PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO DISORGANIZZATO |
044.295.2 | PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO CATATONICO |
ESENZIONE | DESCRIZIONE |
---|---|
044.295.3 | PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO PARANOIDE |
044.295.5 | SCHIZOFRENIA LATENTE |
044.295.6 | SCHIZOFRENIA RESIDUALE |
044.295.7 | PSICOSI SCHIZOFRENICA TIPO SCHIZOAFFETTIVO |
044.295.8 | ALTRI TIPI SPECIFICATI DI SCHIZOFRENIA |
044.296.0 | MANIA, EPISODIO SINGOLO |
044.296.1 | MANIA, EPISODIO RICORRENTE |
044.296.2 | DEPRESSIONE MAGGIORE, EPISODIO SINGOLO |
044.296.3 | DEPRESSIONE MAGGIORE, EPISODIO RICORRENTE |
044.296.4 | SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, EPISODIO MANIACALE |
044.296.5 | SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, EPISODIO DEPRESSIVO |
044.296.6 | SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, EPISODIO MISTO |
044.296.7 | SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, NON SPECIFICATA |
044.296.8 | PSICOSI MANIACO-DEPRESSIVA, ALTRA E NON SPECIFICATA |
044.297.0 | STATO PARANOIDE SEMPLICE |
044.297.1 | PARANOIA |
044.297.2 | PARAFRENIA |
044.297.3 | SINDROME PARANOIDE A DUE |
044.297.8 | ALTRI STATI PARANOIDI SPECIFICATI |
044.298.0 | PSICOSI DI TIPO DEPRESSIVO |
011.290.4 | DEMENZA ARTERIOSCLEROTICA |
011.290.1 | DEMENZA PRESENILE |
011.290.2 | DEMENZA SENILE CON ASPETTI DELIRANTI O DEPRESSIVI |
011.290.0 | DEMENZA SENILE, NON COMPLICATA |
044.296.3 | DEPRESSIONE MAGGIORE, EPISODIO RICORRENTE |
044.296.2 | DEPRESSIONE MAGGIORE, EPISODIO SINGOLO |
059.694.0 | DERMATITE ERPETIFORME |
012.253.5 | DIABETE INSIPIDO |
013.250 | DIABETE MELLITO |
014.304 | DIPENDENZA DA DROGHE |
0A02.V45.0 | DISPOSITIVO CARDIACO POSTCHIRURGICO |
0A02.V45.0 | DISPOSITIVO CARDIACO POSTCHIRURGICO IN SITU |
0A02.426 | DISTURBI DELLA CONDUZIONE |
0A02.429.4 | DISTURBI FUNZIONALI CONSEGUENTI A CHIRURGIA CARDIACA |
044.299.0 | DISTURBO AUTISTICO |
0C02.444 | EMBOLIA E TROMBOSI ARTERIOSE |
0C02.453 | EMBOLIA E TROMBOSI DI ALTRE VENE |
009.555 | ENTERITE REGIONALE |
016.070.54 | EPATITE C CRONICA SENZA MENZIONE DI COMA EPATICO |
016.571.4 | EPATITE CRONICA |
016.070.33 | EPATITE VIRALE B CRONICA, SENZA MENZIONE DI COMA EPATICO, CON EPATITE DELTA |
016.070.32 | EPATITE VIRALE B CRONICA, SENZA MENZIONE DI COMA EPATICO, SENZA MENZIONE DI EPATITE DELTA |
016.070.9 | EPATITE VIRALE NON SPECIFICATA SENZA MENZIONE DI COMA EPATICO |
017.345 | EPILESSIE |
0C02.447.0 | FISTOLA ARTEROVENOSA ACQUISITA |
061.582.4 | GLOMERULONEFRITE CRONICA CON LESIONI DI GLOMERULONEFRITE RAPIDAMENTE PROGRESSIVA |
061.582.2 | GLOMERULONEFRITE CRONICA CON LESIONI DI GLOMERULONEFRITE MEMBRANOPROLIFERATIVA |
061.582.1 | GLOMERULONEFRITE CRONICA CON LESIONI DI GLOMERULONEFRITE MEMBRANOSA (COMPRESA LA GLOMERULOSCLEROSI FOCALE) |
035.242.2 | GOZZO MULTINODULARE TOSSICO |
035.242.3 | GOZZO NODULARE TOSSICO NON SPECIFICATO |
035.242.0 | GOZZO TOSSICO DIFFUSO |
035.242.1 | GOZZO TOSSICO UNINODULARE |
020.042 | INFEZIONE DA VIRUS DELLA IMMUNODEFICIENZA UMANA (HIV) |
020.079.53 | INFEZIONE DA VIRUS DELLA IMMUNODEFICIENZA UMANA, TIPO 2 [HIV2] |
023.585 | INSUFFICIENZA RENALE CRONICA |
024.518.83 | INSUFFICIENZA RESPIRATORIA (CRONICA) |
0C02.557.1 | INSUFFICIENZA VASCOLARE CRONICA DELL’INTESTINO |
026.252.0 | IPERPARATIROIDISMO |
0031.405.0 | IPERTENSIONE |
0A31.401 | IPERTENSIONE ESSENZIALE |
031.401 | IPERTENSIONE ESSENZIALE |
A031.401 | IPERTENSIONE ESSENZIALE |
0031.405 | IPERTENSIONE SECONDARIA |
026.252.1 | IPOPARATIROIDISMO |
027.244 | IPOTIROIDISMO ACQUISITO |
027.243 | IPOTIROIDISMO CONGENITO |
028.710.0 | LUPUS ERITEMATOSO SISTEMICO |
0A02.416 | MALATTIA CARDIOPOLMONARE CRONICA |
059.579.0 | MALATTIA CELIACA |
029.331.0 | MALATTIA DI ALZHEIMER |
030.710.2 | MALATTIA DI SJOGREN |
0A02.395 | MALATTIE DELLA VALVOLA AORTICA |
0A02.394 | MALATTIE DELLA VALVOLA MITRALE |
0A02.396 | MALATTIE DELLE VALVOLE MITRALE E AORTICA |
0A02.397 | MALATTIE DI ALTRE STRUTTURE ENDOCARDICHE |
067.710.9 | MALATTIE DIFFUSE DEL CONNETTIVO NON SPECIFICATE |
044.296.1 | MANIA, EPISODIO RICORRENTE |
044.296.0 | MANIA, EPISODIO SINGOLO |
034.358.0 | MIASTENIA GRAVE |
038.332 | MORBO DI PARKINSON |
039.253.3 | NANISMO IPOFISARIO |
0031.403 | NEFROPATIA IPERTENSIVA |
0B02.434 | OCCLUSIONE DELLE ARTERIE CEREBRALI |
0B02.433 | OCCLUSIONE E STENOSI DELLE ARTERIE PRECEREBRALI |
044.297.2 | PARAFRENIA |
044.297.1 | PARANOIA |
061.590.0 | PIELONEFRITE CRONICA |
044.298.0 | PSICOSI DI TIPO DEPRESSIVO |
044.299.1 | PSICOSI DISINTEGRATIVA |
044.296.8 | PSICOSI MANIACO-DEPRESSIVA, ALTRA E NON SPECIFICATA |
044.298.4 | PSICOSI PARANOIDE PSICOGENA |
044.295.7 | PSICOSI SCHIZOFRENICA TIPO SCHIZOAFFETTIVO |
044.295.2 | PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO CATATONICO |
044.295.1 | PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO DISORGANIZZATO |
044.295.3 | PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO PARANOIDE |
044.295.0 | PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO SEMPLICE |
044.298.1 | PSICOSI, TIPO AGITATO |
061.587 | RENE GRINZO GLOMERULONEFRITICO |
062.753.13 | RENE POLICISTICO AUTOSOMICO DOMINANTE |
0031.362.11 | RETINOPATIA IPERTENSIVA |
RH0011 | SARCOIDOSI |
044.295.5 | SCHIZOFRENIA LATENTE |
044.295.6 | SCHIZOFRENIA RESIDUALE |
RM0120 | SCLEROSI SISTEMICA |
047.710.1 | SCLEROSI SISTEMICA (PROGRESSIVA) |
044.296.5 | SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, EPISODIO DEPRESSIVO |
044.296.4 | SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, EPISODIO MANIACALE |
044.296.6 | SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, EPISODIO MISTO |
044.296.7 | SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, NON SPECIFICATA |
011.294.0 | SINDROME AMNESICA |
011.291.1 | SINDROME AMNESICA DA ALCOOL |
014.303 | SINDROME DA DIPENDENZA DA ALCOOL |
032.255.0 | SINDROME DI CUSHING |
006.714.1 | SINDROME DI FELTY |
061.581.2 | SINDROME NEFROSICA CON LESIONI DI GLOMERULONEFRITE MEMBRANOPROLIFERATIVA |
061.581.1 | SINDROME NEFROSICA CON LESIONI DI GLOMERULONEFRITE MEMBRANOSA |
044.297.3 | SINDROME PARANOIDE A DUE |
0C02.459.1 | SINDROME POSTFLEBITICA |
048 | SOGGETTI AFFETTI DA PATOLOGIE NEOPLASTICHE MALIGNE E DA TUMORI DI COMPORTAMENTO INCERTO |
051 | SOGGETTI NATI CON CONDIZIONI DI GRAVI DEFICIT FISICI, SENSORIALI E NEUROPSICHICI |
054.720.0 | SPONDILITE ANCHILOSANTE |
044.297.0 | STATO PARANOIDE SEMPLICE |
0C02.447.1 | STENOSI DI ARTERIA |
056.245.2 | TIROIDITE LINFOCITARIA CRONICA |
038.333.1 | TREMORE ESSENZIALE ED ALTRE FORME SPECIFICATE DI TREMORE |
036.443.1 | TROMBOANGIOITE OBLITERANTE (MORBO DI BUERGER) |
0C02.452 | TROMBOSI DELLA VENA PORTA |
0A02.V43.3 | VALVOLA CARDIACA SOSTITUITA CON ALTRI MEZZI |
0A02.V42.2 | VALVOLA CARDIACA SOSTITUITA DA TRAPIANTO |
0C02.V43.4 | VASO SANGUIGNO SOSTITUITO CON ALTRI MEZZI |
I trapiantati di organi e coloro che assumono determinati farmaci che attenuano il sistema immunitario, l’efficacia è meno garantita o addirittura assente.
Per Eva Schrezenmeier, nefrologa del Charité University Hospital di Berlino, la notizia fa riflettere: tra i 40 pazienti con reni trapiantati nel suo ospedale che erano stati vaccinati contro COVID-19, solo uno stava sfornando gli anticorpi che probabilmente lo avrebbero protetto. la malattia. Poiché i pazienti trapiantati assumono farmaci potenti per sopprimere il sistema immunitario in modo che non attacchi un organo donato, il suo team si aspettava una riduzione delle risposte a un vaccino. Ma Schrezenmeier, che ha pubblicato un preprint descrivendo il suo studio la scorsa settimana, non aveva previsto quanto il vaccino potesse vacillare nei suoi pazienti.
La sua scoperta è all’estremo sinistro della ricerca su come funzionano i vaccini COVID-19 nei molti milioni di persone il cui sistema immunitario è soppresso da farmaci o malattie. In molti, i vaccini sembrano mantenere la loro potenza. Ma in altri, in particolare i riceventi di trapianto di organi e coloro che assumono determinati farmaci che attenuano il sistema immunitario, l’efficacia è meno garantita o addirittura assente. Per saperne di più, i ricercatori stanno avviando studi più ampi, cercando maggiore chiarezza e modi per aiutare i pazienti il cui sistema immunitario indebolito rende la protezione contro COVID-19 ancora più urgente. “C’è molta confusione e paura tra i pazienti”, dice Alfred Kim, un reumatologo presso la Washington University di St. Louis che si prende cura delle persone con la malattia autoimmune lupus e sollecita fortemente la vaccinazione per loro.
Una fonte di complessità: le dozzine di diversi farmaci assunti da persone con cancro, malattie autoimmuni o altre malattie immunologiche o un trapianto di organi. Ciascuno può innestare diversi ingranaggi nell’intricato meccanismo del sistema immunitario. Anche il disturbo fa la differenza. I tumori solidi come il cancro del colon di solito non interferiscono con il sistema immunitario (sebbene la chemioterapia lo faccia). Ma malattie autoimmuni o tumori del sangue come la leucemia e il linfoma possono a loro volta esaurire o interrompere alcuni tipi di cellule immunitarie.
Ricerche passate già suggerivano che i vaccini possono vacillare in alcuni pazienti immunosoppressi. Kim dice che i vaccini contro l’influenza e lo pneumococco non sempre funzionano altrettanto bene nelle persone che assumono alcuni comuni immunosoppressori, come il metotrexato, che cura il cancro e le malattie autoimmuni. E uno studio del 2012 ha rilevato che solo il 44% dei malati di cancro in trattamento ha prodotto anticorpi contro l’influenza dopo una dose di vaccino antinfluenzale; la maggior parte è stata vaccinata per la prima volta 1 settimana dopo la chemioterapia. I ricercatori hanno raccomandato due dosi dopo aver scoperto che una seconda dose ha aumentato il numero al 73%.
Quando hanno iniziato ad analizzare i campioni di sangue dopo la vaccinazione COVID-19, gli scienziati non erano sicuri di come le persone con soppressione immunitaria avrebbero risposto ai vaccini. Anche la protezione della misurazione è una sfida: i vaccini sono progettati per stimolare la produzione di anticorpi, ma gli scienziati non sanno quali livelli sono necessari per proteggersi dal COVID-19. Gli anticorpi sono più facili da misurare rispetto alle risposte delle cellule T, ma anche questi svolgono un ruolo importante nella protezione dalle malattie.
Tuttavia, in un contesto di ricerca, la caccia agli anticorpi può fornire importanti indizi. Nel dicembre 2020, i chirurghi trapianti Dorry Segev e Jacqueline Garonzik Wang della Johns Hopkins University hanno lanciato un appello sui social media per i riceventi di organi disposti a partecipare a uno studio sul vaccino COVID-19. “Avevamo 1000 iscritti nella prima settimana”, dice Segev. A marzo, il team di ricerca ha pubblicato i dettagli su JAMA delle risposte immunitarie dei partecipanti alla prima dose dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna. I risultati prefigurano quelli di Schrezenmeier: tra 436 persone che avevano subito trapianti di fegato, cuore, reni e altri organi, solo il 17% aveva anticorpi rilevabili.
Tuttavia, i risultati variavano in base ai farmaci che i volontari stavano assumendo. Solo il 9% di quelli su una classe di farmaci che include il micofenolato immunosoppressore aveva alcuni anticorpi, rispetto a circa il 40% di quelli che non assumevano farmaci in quella categoria. Il micofenolato inibisce la produzione di entrambi i linfociti B, che generano anticorpi, e dei linfociti T, che aiutano i linfociti B a svolgere il loro lavoro.
Segev dice che lui ei suoi colleghi sono vicini alla condivisione dei risultati della seconda dose di vaccino della sua coorte, che mostrano un certo miglioramento. Però, è sorpreso che questi pazienti sottoposti a trapianto di organi sembrano rispondere ancora meno bene ai vaccini COVID-19 rispetto ai vaccini antinfluenzali. Per saperne di più, sta studiando i loro linfociti T, B e altre risposte immunitarie. “Stiamo iniziando a provare a dire: ‘Cosa sta succedendo qui? Perché è così cattivo?'”
Sebbene Segev sia preoccupato per i circa 500.000 pazienti trapiantati negli Stati Uniti, sospetta che il quadro sia molto più luminoso per gli 11 milioni di persone con malattie autoimmuni, che tendono a prendere diverse combinazioni di trattamenti immunitari oa cavarsela con dosi più basse. La scorsa settimana, un articolo su Gastroenterology ha riferito che 48 persone con malattia di Crohn o colite ulcerosa , quasi tutte in terapia con farmaci immunitari, hanno risposto bene alla vaccinazione. Dei 26 che i ricercatori hanno seguito con entrambe le dosi di vaccino, tutti hanno prodotto anticorpi, 22 a livelli elevati.
Ma un altro studio, su 133 persone con varie malattie autoimmuni , ha suggerito che due tipi di farmaci possono agire come un martello contro la risposta al vaccino. Il lavoro, pubblicato questo mese come preprint da Kim, la reumatologa Mary Nakamura dell’Università della California, San Francisco, e dai loro colleghi, ha mostrato che in media i soggetti producevano circa un terzo degli anticorpi rispetto alle persone vaccinate sane: una differenza questo non riguarda molto Kim. Ma le persone in terapia che distruggono le cellule B, come il rituximab, e il potente prednisone steroideo avevano livelli molto più bassi. Sono in corso studi più ampi su questi pazienti, compreso quello annunciato la scorsa settimana dall’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive.
Nei malati di cancro, la risposta al vaccino dipende probabilmente almeno in parte dai tempi, perché i cicli di chemioterapia alternano le cellule immunitarie e consentono loro di rimbalzare, afferma Giuseppe Curigliano, oncologo dell’Istituto europeo di oncologia di Milano. L’anno scorso ha riferito che i malati di cancro in chemioterapia hanno prodotto abbondanti anticorpi dopo un attacco di COVID-19, lasciandolo ottimista sul fatto che i vaccini funzioneranno bene per loro. Il suo centro attende un paio di settimane dopo un ciclo di chemioterapia per offrire un’iniezione di COVID-19. Allo stesso modo, uno studio del Regno Unito ha dimostrato che, sebbene molti pazienti in trattamento per tumori solidi abbiano avuto una risposta irrisoria alla prima dose di vaccino rispetto ai volontari sani, sono apparsi ben protetti dopo la seconda. I ricercatori scrivono che i risultati evidenziano i rischi di ritardare le dosi di vaccino nei malati di cancro, contrariamente alla pratica del paese in tutta la sua popolazione.
C’è una preoccupazione fastidiosa, però, quando si tratta di persone con tumori del sangue. Ghady Haidar, specialista in malattie infettive dei trapianti presso il Centro medico dell’Università di Pittsburgh, ha risultati preliminari su pazienti con leucemia, linfoma e mieloma multiplo che suggeriscono che una frazione considerevole non produce anticorpi dopo la vaccinazione, in particolare quelli con una forma di leucemia cronica. Forse, dice, questo accade perché i pazienti “hanno difetti nella circolazione dei globuli bianchi”.
Medici come Haidar affermano che i pazienti spesso chiedono se interrompere l’assunzione di farmaci immunosoppressori prima di essere vaccinati, suggerendo scelte difficili. “Nessuno dovrebbe interrompere furtivamente i farmaci in modo che possano rispondere ai vaccini”, dice. Per alcuni pazienti, saltare il trattamento può essere pericoloso, ma a volte i medici possono ritardare l’infusione di una terapia nota per rendere più difficile il lavoro di un vaccino.
Per i pazienti che non sembrano protetti dalle vaccinazioni standard, possono essere utili dosi extra. Alcuni riceventi di organi ricevono già dosi extra di vaccino contro l’epatite B e questo mese la Francia ha raccomandato di ricevere una terza dose del vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19. Christophe Legendre, nefrologo al Necker Hospital di Parigi, sta pianificando test anticorpali per vedere come funziona l’approccio nei pazienti trapiantati. Altri ricercatori affermano che gli anticorpi monoclonali fabbricati in laboratorio potrebbero rafforzare la protezione per i pazienti che ancora non rispondono. (Sebbene gli studi clinici abbiano dimostrato che gli anticorpi monoclonali possono prevenire l’infezione , finora sono autorizzati solo per il trattamento di COVID-19 in stadio iniziale.)
A Berlino, Schrezenmeier intende offrire i vaccini AstraZeneca o Johnson & Johnson ad alcuni pazienti già vaccinati con un altro vaccino COVID-19. La miscelazione dei vaccini migliorerà la loro efficacia? “Non lo so”, ammette. Ma immagina che dare al sistema immunitario due scosse diverse a volte possa fare la differenza. Il volontario solitario del trapianto di rene nel suo studio che ha prodotto anticorpi dopo la vaccinazione era già sopravvissuto al COVID-19, il che potrebbe aver contribuito a dare il via a una risposta immunitaria contro di esso.
fonte: Science