Novità

VIAGGI ESTERI:LE REGOLE DEL MINISTERO DELLA SALUTE

Le regole per i viaggi sono diverse a seconda dello Stato di provenienza o destinazione e delle motivazioni degli spostamenti.

Le misure per contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, contenute nel DPCM 7 agosto 2020, sono state prorogate fino al 7 ottobre dal DPCM 7 settembre 2020. I precedenti elenchi contenuti nell’allegato 20 del DPCM 7 agosto sono stati recepiti e precisati nell’Allegato C che individua sei gruppi di Paesi, per i quali sono previste differenti limitazioni.

Per le limitazioni paese per paese ecco le indicazioni aggiornate del ministero della Salute:

http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5411&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto

INAIL E VERIFICA FORNI INDUSTRIA CHIMICA

Il documento descrive le fasi di cui si compone l’attività di prima verifica periodica dei forni per le industrie chimiche e affini a carica liquida.

  • Immagine Forni per le industrie chimiche e affini

Il lavoro fornisce le indicazioni per la gestione tecnico-amministrativa della verifica, comprensiva delle istruzioni, la compilazione della scheda tecnica e del verbale di prima verifica periodica.

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2020
Disponibilità: Si – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

INAIL E VERIFICHE DELLE MACCHINE DI SOLLEVAMENTO

Il documento fornisce indicazioni per la gestione tecnico-amministrativa della prima verifica periodica.

Nello specifico il lavoro tratta gli apparecchi di sollevamento di tipo mobile, descrivendone le caratteristiche costruttive precipue, l’evoluzione dello stato dell’arte e soprattutto fornendo indicazioni dettagliate per la compilazione della scheda tecnica e la redazione del verbale di verifica periodica.

Immagine Apparecchi di sollevamento materiali di tipo mobile

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2020
Disponibilità: Si – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

COME GESTIRE UN CASO SOSPETTO DI COVID A SCUOLA

Come gestire a scuola un sospetto caso di contagio da Coronavirus? Che cosa devono sapere studenti e famiglie all’avvio di questo complicato anno scolastico? È tutto previsto nel Rapporto Covid-19 58/2020, stilato dall’Istituto Superiore di Sanità.

Se l’alunno a scuola ha la febbre oltre i 37,5 o sintomi compatibili con il Covid, l’operatore scolastico che ne viene a conoscenza deve avvisare il referente scolastico per il Covid-19, il quale chiamerà i genitori o i tutori legali dell’allievo. L’alunno sarà ospitato in una stanza isolata e assistito con le opportune precauzioni fino all’arrivo dei genitori, che dovranno portarlo a casa e contattare il pediatra o il medico per la valutazione clinica del caso.

Il medico, se sospetta si tratti di Coronavirus, dovrà richiedere al Servizio di Igiene e sanità pubblica del Dipartimento di Prevenzione il test diagnostico. Se il test risulterà positivo, verranno rintracciati i contatti e sanificati gli spazi scolastici frequentati dall’alunno. Per il rientro a scuola, bisognerà aspettare l’assenza di sintomi e i due tamponi negativi, a distanza di 24 ore l’uno dall’altro.

Le persone che sono state a contatto con il soggetto positivo nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi saranno messe in quarantena per 14 giorni. Se invece il tampone sarà negativo, l’alunno resterà a casa fino alla guarigione e alla conferma negativa del secondo tampone.

Se la febbre oltre i 37,5 o i sintomi compatibili con il Covid-19 vengono riscontrati a casa, l’alunno dovrà restare nella sua abitazione ed i genitori dovranno informare il pediatra o medico di famiglia, oltre a comunicare alla scuola l’assenza per motivi di salute. Il medico, in caso di sospetto Covid, dovrà mettersi in contatto con il Servizio di Igiene e sanità pubblica del Dipartimento di Prevenzione e richiedere il test diagnostico. A seguito degli esiti del tampone, si procederà come nel caso precedente.

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Analoghe procedure sono previste per gli operatori scolastici con febbre superiore a 37,5 o sintomi riconducibili al Covid-19: dovranno tornare a casa se si trovano a scuola, o restare nel proprio domicilio se i sintomi compaiono in ambito domestico, comunicando l’assenza al personale scolastico e contattare il proprio medico di famiglia, che avvierà l’iter diagnostico.

Se un alunno o un operatore scolastico è un convivente con una persona positiva al virus, dovrà rispettare la quarantena di 14 giorni, mentre i suoi contatti stretti – come i compagni di classe – non dovranno andare in quarantena, a meno che non venga accertata la positività anche dello studente o dell’operatore scolastico.

Allo stesso modo, un alunno o operatore scolastico entrati in contratto con una persona che a sua volta è stata a contatto con un soggetto positivo non dovranno prendere nessuna precauzione, a meno che il contatto non risulti poi positivo.

La valutazione di prescrivere la quarantena sarà effettuata dal Servizio di Igiene e sanità pubblica del Dipartimento di Prevenzione, così come la chiusura della scuola, che – secondo il rapporto Iss – non dovrebbe essere determinata da un singolo caso, ma da un numero più elevato e dalla presenza di eventuali cluster e un’alta circolazione virale.

Oltre al personale scolastico, un ruolo determinante nella prevenzione del contagio è svolto dalle famiglie, chiamate in primo luogo a misurare la temperatura corporea del bambino o del ragazzo a casa ogni giorno prima dell’ingresso a scuola, e se questa è superiore a 37,5 gradi, a informare il pediatra o il medico di famiglia che, in caso di sospetto Covid, attiverà il Servizio di Igiene e sanità pubblica del Dipartimento di Prevenzione per la richiesta del tampone naso-faringeo.

Come previsto dal rapporto Iss, la Assl di Oristano ha individuato presso il Servizio di Igiene e sanità pubblica del Dipartimento di Prevenzione i propri referenti per l’ambito scolastico, i cui nominativi e recapiti sono stati comunicati – tramite la Direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Sardegna – a tutte le scuole del territorio.

I referenti scolastici Covid di ciascun istituto – anche queste figure individuate dal protocollo Iss – dovranno interfacciarsi con i referenti scolastici Assl ogni volta che ce ne fosse necessità. Tutti gli altri operatori scolastici non dovranno invece contattare la Assl per comunicazioni e informazioni relative al nuovo coronavirus, ma fare riferimento al proprio referente scolastico Covid.

TESTS COVID PER CHI PROVIENE DALLA FRANCIA

Firmata dal ministro Speranza l’ordinanza che   estende l’obbligo di test molecolare o antigenico ai cittadini provenienti da Parigi e dalle aree della Francia con significativa circolazione del virus: Alvernia-Rodano-Alpi, Corsica, Hauts-de-France, Île-de-France, Nuova Aquitania, Occitania, Provenza-Alpi-Costa azzurra.

Chi sono i lavoratori fragili: i chiarimenti nella circolare del ministero del lavoro e della salute

A una settimana dalla riapertura delle classi (non in tutta Italia, a dir la verità), ancora non è possibile calcolare il numero di cattedre che resteranno scoperte. Moltissimi insegnanti, infatti, non vorrebbero tornare a lavoro, appellandosi a “situazioni di particolare fragilità” del loro stato di salute. Un concetto introdotto con il Protocollo condiviso del 29 aprile scorso e che consentirebbe ai lavoratori a rischio di non tornare a lavoro.

Una definizione, quella di “situazioni di particolare fragilità“, un po’ troppo ambigua e che è stata chiarita in una circolare congiunta dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Salute. Una circolare che, ovviamente, riguarda tutte quelle categorie di lavoratori che possono essere considerate a rischio a causa del Covid-19, ma che diventa di particolare rilievo per quel che riguarda gli insegnanti. Dalla lettura e dall’interpretazione della circolare dei due dicasteri, infatti, sarà possibile capire quanti insegnanti potranno scegliere di non tornare in classe e chi, invece, dovrà tornarci.

Il punto sui lavoratori fragili | FLC CGIL NAPOLI

Lavoratori fragili: la sola età non è un dato sufficiente

 

La circolare si è resa necessaria per chiarire e “aggiornare” il concetto di “situazione di particolare fragilità” applicata al mondo lavorativo. Nel protocollo di aprile, i soggetti a rischio erano individuati in base all’età (più di 55 anni) e alla presenza di co-morbilità che, in caso di infezione da SARS-CoV-19, avrebbero potuto portare a un aggravamento dello stato di salute del lavoratore.

Nella circolare, dopo aver analizzato le ultime evidenze statistiche sui contagiati, i tecnici del ministero del Lavoro e del ministero della Salute specificano che la sola età non è un dato sufficiente a stabilire la “situazione di particolare fragilità”.

Cosa vuol dire “situazioni di particolare fragilità”: la spiegazione del ministero

Ricordiamoci di tutti: prepariamoci al rientro in azienda con un occhio di riguardo per ciascun lavoratore

“Non è rilevabile alcun automatismo – si legge nella circolare – fra le caratteristiche anagrafiche e di salute del lavoratore e la eventuale condizione di fragilità; in tale contesto, la “maggiore fragilità nelle fasce di età più elevate della popolazione va intesa congiuntamente alla presenza di comorbiltà che possono integrare una condizione di maggior rischio“.

Un lavoratore può essere considerato fragile, viene specificato nella circolare, quando “condizioni dello stato di salute rispetto alle patologie preesistenti potrebbero determinare, in caso di infezione, un esito più grave o infausto”.

da https://quifinanza.it/

QUANDO L’INFEZIONE DA COVID SI MANIFESTA DIVERSAMENTE

Da Avvenire.it

Del coronavirus, ogni giorno che passa, la scienza conosce qualcosa in più. È ben chiaro, per esempio, come il Covid – di per sé una malattia dai sintomi lievi nella stragrande maggioranza di chi ne viene contagiato – possa diventare pericoloso e addirittura letale per persone con patologie pregresse importanti, per gli immunodepressi, per i diabetici, per chi soffre di obesità, per anziani e grandi anziani: un organismo meno funzionale affronta con più difficoltà un’infezione, di qualsiasi natura essa sia.

Così come – fatta eccezione per qualche ipotesi “originale”, per esempio quella di un gruppo di studiosi francesi circa il fatto che la nicotina possa bloccare la penetrazione di Sars-Cov-2 nelle cellule dell’organismo – è ormai chiaro che anche i fumatori sono più esposti al rischio che il Covid abbia esiti più severi, e non solo perché il tabacco comporta una ridotta capacità polmonare: tra le varie motivazioni ricostruite in diverse ricerche sono emerse anche quelle igieniche, dato che l’atto del fumo implica che le dita e sigarette magari contaminate siano a contatto con le labbra, aumentando la possibilità di trasmissione del virus dalla mano direttamente in bocca.

Chi porta gli occhiali

Un filone ormai abbastanza ampio di studi, tuttavia, si sta concentrando anche sulle motivazioni per cui alcune fette di popolazione risulterebbero meno a rischio di contagio da Covid. Ricerche preliminari, in alcuni casi condotte su campioni poco rappresentativi. È il caso di quella pubblicata sulla rivista scientifica Jama in queste ore e condotta dagli esperti cinesi dell’Ospedale Suizhou Zengdu. Lo studio – che ha coinvolto 276 pazienti ricoverati nella provincia di Hubei – ha scoperto che solo il 6% dei partecipanti portava occhiali da vista per più di otto ore al giorno, tutti affetti da miopia o astigmatismo. Abbastanza pochi per convincere gli studiosi che chi indossa gli occhiali da vista potrebbe correre un rischio inferiore di contrarre il Covid-19. «Non abbiamo esaminato il motivo di questo collegamento – ha spiegato l’autore dell’articolo, Xiaolin Wang Wang – ma la nostra ipotesi è che l’uso di occhiali impedisca alle persone di toccarsi gli occhi, il che riduce le possibilità di contagio». Gli occhiali, inoltre, potrebbero anche fungere da barriera parziale o sostenere meglio i lembi della mascherina, riducendo le potenziali vie d’accesso al virus.

Gli allergici

Anche gli allergici sembrerebbero essere più protetti dalle forme più gravi di Covid-19. È quanto emerso da uno studio italiano, stavolta, coordinato da Enrico Scala dell’Istituto dermopatico dell’Immacolata (Idi) di Roma e Riccardo Asero della Clinica San Carlo di Paderno Dugnano (Milano) e condotto su un campione di più di 500 pazienti ricoverati tra marzo e aprile scorso nei principali ospedali del Nord Italia (l’articolo è stato pubblicato su Allergy, la rivista scientifica dell’Accademia europea di allergologia e immunologia). Il lavoro ha dimostrato che, tra questi pazienti, i soggetti allergici sviluppano una forma meno grave di malattia (in 7 casi su 10, per l’esattezza, contro i 3 su 10 di quelli non allergici). Le ragioni in questo caso sono un po’ più complesse: nei casi più gravi l’infezione da Sars-CoV-2 scatena quella che in termini scientifici viene definita “tempesta citochinica Th1”, cui fa seguito una auto-aggressione del sistema immunitario che porta a un distress respiratorio acuto (Ards) e a una insufficienza multiorgano, il cui risultato finale è la morte. Ebbene, i pazienti allergici sono invece geneticamente predisposti a generare una risposta immuno-mediata di tipo differente: Th2. Questa risposta non implica l’espressione delle principali citochine coinvolte nell’Ards.

Il gruppo sanguigno

Ancora: correrebbero meno rischi di contrarre il Covid anche le persone con il gruppo sanguigno 0. È quanto dimostrano i risultati preliminari di uno studio della società di test genetici 23andMe, che ha confermato quanto verificato sul campo anche da molti medici di Wuhan. Ad aprile, i ricercatori hanno iniziato a fare dei test per aiutare gli scienziati a comprendere meglio come la genetica possa influire sullo sviluppo della pandemia: i primi risultati hanno indicato che chi ha sangue di tipo 0 ha tra il 9 e il 18% in meno di probabilità di risultare positivo al Covid-19 rispetto agli altri gruppi sanguigni. Una percentuale che sale tra il 13 e il 26%nel caso dei soggetti più esposti al coronavirus, come gli operatori sanitar

PURIFICATORE D ‘ARIA INDOSSABILE LG

Da 01health

LG ha iniziato a mostrare al pubblico le novità di quest’anno del suo stand virtuale di IFA 2020, edizione dell’evento di Berlino che si tiene esclusivamente online, a partire dal nuovo PuriCare Wearable Air Purifier, prodotto che ha a che fare, come sottolinea il nome, con la purificazione dell’aria, e che presenta più di un contenuto tecnologico.

Del resto, oltre che in quelli della tecnologia e dell’elettronica di consumo, Lg è tra le aziende leader globali anche nelle soluzioni per la climatizzazione e la purificazione dell’aria. La marca sudcoreana ha potuto quindi abbinare il know-how e l’esperienza maturata in questi diversi ambiti, per lanciare il nuovo prodotto.

O meglio: al momento solo per annunciarlo, perché l’Lg PuriCare Wearable Air Purifier, ha specificato l’azienda, sarà disponibile a partire dal quarto trimestre in mercati selezionati (non è stato specificato quali).

Lg PuriCare Wearable Air Purifier

Perché Lg ha pensato di progettare un tale prodotto indossabile? È la stessa azienda a chiarirlo: con il PuriCare Wearable Air Purifier Lg intende proporre una propria soluzione al problema della scarsa qualità di alcune mascherine fai-da-te e della difficoltà di reperimento delle maschere usa e getta. La soluzione di Lg, sottolinea il produttore, impiega due filtri H13 HEPA simili a quelli utilizzati nei prodotti Lg progettati per la purificazione dell’aria domestica.

Inoltre, il purificatore d’aria indossabile di Lg dispone di un doppio ventilatore e di un sensore respiratorio brevettato che rileva il ciclo e il volume del respiro di chi lo indossa e regola di conseguenza il doppio ventilatore a tre velocità. Le ventole accelerano automaticamente per assistere l’aspirazione dell’aria e rallentano per ridurre la resistenza durante l’espirazione e rendere la respirazione più fluida.

Lg PuriCare Wearable Air Purifier

Lg PuriCare Wearable è progettato ergonomicamente per adattarsi in maniera versatile alla forma del viso e per ridurre al minimo le perdite d’aria intorno al naso e al mento: il suo design permette di essere indossato comodamente per diverse ore consecutive, assicura l’azienda produttrice. L’efficiente e leggera batteria da 820 mAh garantisce fino a otto ore di funzionamento in modalità bassa e due ore in modalità alta.

Il purificatore d’aria indossabile di Lg è anche dotato di una custodia che aiuta a mantenerne la corretta igiene tra un utilizzo e l’altro. Dotata di luci a LED UV che permettono di eliminare i germi dannosi, la custodia serve anche a caricare l’unità e inviare una notifica all’app mobile LG ThinQ, disponibile per Android e iOS, quando i filtri devono essere sostituiti per poter sempre contare sulle massime prestazioni.

SMART WATCH ECG E SATURIMETRO

Da 01health

Da quando lo smartwatch ibrido Withings ScanWatch è stato presentato, al CES 2020, molte cose sono cambiate: secondo Mathieu Letombe, CEO di Withings, le caratteristiche del dispositivo indossabile sono ora ancora più utili, alla luce dell’emergenza dovuta al Covid-19.

La pandemia Covid-19, sottolinea l’azienda francese, ha fatto sì che la comunità medica si riaggiustasse rapidamente e si focalizzasse nuovamente, offrendo opzioni di telemedicina per connettersi e monitorare i pazienti.

Oltre che per rilevare AFib e disturbi respiratori notturni, Withings mette in evidenza come lo ScanWatch possa anche essere utile per monitorare i livelli di saturazione di ossigeno nel sangue on-demand, da casa, tramite il sensore SpO2 incorporato.

Withings ScanWatch

Per assistere la comunità medica durante questo periodo, a tal proposito Withings ha anche annunciato di essere attualmente coinvolta in un’iniziativa di ricerca con il Dipartimento di Cardiologia presso l’ospedale universitario dell’Università Ludwig-Maximilians di Monaco, che sta integrando lo ScanWatch in un progetto di monitoraggio paziente Covid-19.

In un tale contesto, e per soddisfare le esigenze sia dei clienti sia dei medici, il team di Withings ha deciso di introdurre lo ScanWatch sul mercato il prima possibile, con il rilascio di settembre per l’Europa. Attualmente, ha informato Withings, ScanWatch è marcato CE per il rilevamento di AFib, sia tramite elettrocardiogramma (ECG) sia fotopletismografia (PPG), e per la misurazione di SpO2. ScanWatch attualmente può rilevare i disturbi respiratori notturni, con la piena autorizzazione CE per la funzionalità di rilevamento dell’apnea notturna prevista entro la fine dell’anno.

Withings ScanWatch

Oltre a questo, ScanWatch è un sofisticato activity tracker in grado di monitorare parametri quali passi, calorie, altitudine, percorsi di allenamento (sfruttando il GPS dello smartphone, non ne ha uno integrato); lo smartwatch può riconoscere automaticamente più di 30 attività quotidiane come camminare, correre, nuotare e andare in bicicletta. Inoltre, offre una valutazione del livello di fitness attraverso una stima basata su un indicatore denominato VO2 Max, che misura la capacità del cuore e dei muscoli di convertire l’ossigeno in energia durante l’esercizio fisico.

Lo ScanWatch di Withings è stato disegnato per adattarsi con eleganza alla vita di chiunque e presenta un design ibrido che si allontana dal look standard dei moderni smartwatch. Progettato con una cassa in acciaio inossidabile e un quadrante protetto da resistente vetro zaffiro, è dotato di un ampio display digitale e di un facile sistema di navigazione mediante una corona di nuova concezione. Inoltre, ScanWatch è water resistant fino a 5 ATM e offre una durata della batteria fino a 30 giorni.

Withings ScanWatch

ScanWatch è ora in commercio in Europa, al prezzo di 279 euro per il modello da 38 mm e 299 euro per quello da 42 mm, su withings.com, Amazon e rivenditori di elettronica di consumo selezionati; sarà disponibile negli Stati Uniti entro la fine dell’anno, dopo l’approvazione della FDA.

INAIL E MANIFESTAZIONE FIERISTICHE

Le presenti Linee di indirizzo intendono illustrare le relazioni tra i soggetti giuridici indicati nel “Decreto Palchi e fiere” e dettagliarne i relativi ruoli recependo le migliori prassi operative messe in atto nel nostro paese nelle fasi di allestimento e disallestimento di manifestazioni fieristiche allo scopo di gestire al meglio i suddetti rischi.

Immagine Manifestazioni fieristiche - Linee di indirizzo per la gestione della Salute e Sicurezza sul lavoro

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2020
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it